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CEI 64-8 Variante V3

Per i non addetti ai lavori facciamo una piccola premessa su che cosa è la norma CEI 64-8 e di che cosa parla. E’ noto che CEI è l’acronimo di Comitato Elettrotecnico Italiano; si tratta di un’Associazione senza scopo di lucro, fondata nel 1909, riconosciuta dallo Stato Italiano e dall’Unione Europea per le attività normative e di divulgazione della cultura tecnico-scientifica.

I testi della legge (L.) 1 marzo 1968, n.186 e del Decreto ministeriale (D.M.) 22 gennaio 2008 n.37, aggiornato con Decreto 19 luglio 2010, sono rilevanti con riferimento al ruolo giuridico delle norme CEI, infatti, l’art 2 della Legge e l’articolo 6 del Decreto affermano che gli impianti devono essere costruiti a regola d’arte, e che è agevole raggiungere questo obiettivo se si seguono le Norme CEI.

E’ opportuno a questo punto ricordare che il processo di normazione si basa sul principio della partecipazione e della collaborazione di tutte le parti coinvolte. Un progetto di norma nasce per rispondere a specifiche esigenze espresse dal mercato di disporre di riferimenti condivisi a livello nazionale (o internazionale). Il progetto di norma si sviluppa nell’ambito dei Comitati Tecnici di riferimento in cui lavorano oltre 3.000 Esperti, designati dai Soci di Diritto, Promotori ed Effettivi e provenienti da Ministeri, Enti pubblici e privati, Università, laboratori di ricerca, industria, associazioni di categoria.

Ora possiamo annunciare il titolo della “Norma CEI 64-8”: “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua”.

Nel corso degli anni sono state introdotte diverse modifiche che tengono conto dell’evoluzione tecnologica del settore avvenuta in questi anni, proseguendo il percorso di costante approfondimento e di aggiornamento degli argomenti fondamentali per la sicurezza iniziato nel 1994, anno della pubblicazione della prima edizione della Norma CEI 64-8.

La recente pubblicazione della variante V3 della norma CEI 64-8, in vigore dal primo settembre 2011, ha modificato alcuni articoli della Norma ed introdotto un’appendice (allegato A) dal titolo “ambienti residenziali – prestazioni dell’impianto”. Questa appendice fornisce prescrizioni addizionali, ai fini delle prestazioni e della fruibilità dell’impianto elettrico dell’unità immobiliare situate all’interno dei condomini e delle abitazioni mono e plurifamiliari.

Il campo di applicazione della variante, esclude gli impianti:

  • nelle unità abitative degli edifici pregevoli per arte e storia, soggetti alla Legge 1/6/1939 n.1089
  • nelle parti comuni degli edifici residenziali.

Attenzione: le prescrizioni dell’allegato si applicano ai nuovi impianti ed ai rifacimenti completi[1].

Invece le nuove prescrizioni inerenti la sicurezza interessano la Parte 3 e la Parte 5 della CEI 64-8, con l’aggiunta di ulteriori raccomandazioni relative a:

  • dispositivi di protezione differenziale[2]
  • delle giunzioni[3]
  • realizzazione dei quadri[4]
  • dotazione fondamentale di punti di prelievo di energia e di comando[5]
  • dimensionamento impianti[6]
  • sezione del montante[7]
  • interruttore generale[8]

Altre novità di rilievo riguardano gli accordi tra il Committente dell’impianto, il progettista e l’installatore. Infatti il committente avrà la possibilità di scegliere tra 3 livelli prestazionali, in funzione del comfort e del livello qualitativo dell’abitazione.

Pertatno i Livelli Prestazionali descritti nella norma si differenziano in base alle dotazioni minime previste nell’impianto;

Nell’ambito di applicazione dell’Allegato A, i livelli secondo cui devono essere classificati gli impianti sono 3; ciascun livello e contraddistinto da una dotazione funzionale minima e da una suddivisione minima dei circuiti terminali, entrambe in funzione della metratura dell’appartamento. La scelta del livello prestazionale è consigliabile che sia riportata nella documentazione allegata alla “Dichiarazione di Conformita alla Regola dell’Arte” rilasciata dall’impresa installatrice[9].

Il primo livello e quello base, obbligatorio per la conformità dell’impianto alla Norma CEI 64-8. Questo livello di base garantisce all’utilizzatore un impianto non solo sicuro, ma anche con un livello funzionale sufficiente.

I livelli due e tre, non obbligatori, hanno lo scopo di valorizzare impianti con prestazioni piu elevate del minimo necessario e offrono la possibilita di classificare l’impianto di maggiore pregio[10],

Il livello due è più elevato del livello uno e prevede prestazioni maggiori come, ad esempio, un numero maggiore di prese di corrente e di circuiti, il videocitofono e il controllo dei carichi elettrici. Il terzo livello indica un impianto innovativo di pregio e prevede, fra l’altro, anche le funzioni domotiche.

Una Tabella allegata alla V3 riporta il dettaglio delle dotazioni previste (punti prese, punti luce, prese tv e telefono) per i singoli ambienti (cucina, soggiorno, etc.), nonché il numero di circuiti, la protezione contro le sovratensioni (SPD), l’illuminazione di sicurezza e i circuiti ausiliari per ogni livello prestazionale.

Infine occorre precisare che il livello prestazionale dell’impianto elettrico non è legato alla categoria catastale dell’immobile né alla classificazione energetica dello stesso. Esso concorre esclusivamente a determinare la qualità dell’unità immobiliare e quindi il suo valore di mercato.

 


[1] Iniziati e realizzati successivamente al 1/09/2011.

[2] L’interruttore differenziale deve garantire la selettività totale delle protezioni poste a valle.

[3] Il collegamento “entra-esci” è consentito solo all’interno della stessa scatola o al massimo tra due scatole successive.

[4] Ogni unità abitativa deve essere dotata di uno o più quadri e l’interruttore generale, se differenziale, deve avere selettività totale. La protezione differenziale deve essere suddivisa almeno su due interruttori.

[5] Ogni presa TV deve avere la predisposizione per 6 prese energia, etc.

[6] In unità abitative di superficie fino a 75 m2 gli impianti devono essere dimensionati in modo da poter stipulare un contratto con potenza contrattuale impegnata fino a 3 kW; fino a 6 kW per superfici superiori.

[7] La sezione del montante non deve essere di sezione inferiore a 6 mm2. Le abitazioni devono essere dotate di uno o più quadri di distribuzione dimensionati per il 15% in più dei moduli installati (con un minimo di due moduli) per consentire ampliamenti successivi.

[8] Deve essere presente un interruttore generale, correttamente identificato ed accessibile all’utente. Il quadro principale dell’unità abitativa deve essere inoltre raggiunto direttamente dal conduttore di protezione proveniente dall’impianto di terra dell’edificio, al fine di permettere la corretta messa a terra degli scaricatori di sovratensione.

[9] Ai sensi del Decreto Ministeriale n.37 del 2008

[10] Analogamente a quanto avviene già per gli impianti termici, dove il parametro di riferimento e il risparmio energetico.



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