Durante i miei studi, come ingegnere, è stato, tra l’altro, interessantissimo cercare di capire quale percorso ha dovuto intraprendere l’uomo nel tentativo di trovare le soluzioni in grado di agevolare la propria vita; sappiamo che, oggi, le tecniche hanno raggiunto una notevole progresso! Tuttavia, non sempre si riflette abbastanza su quale sia stato il tessuto sociale in cui hanno preso forma invenzioni come per esempio, la ruota, l’arco per cacciare o l’arco come componente architettonico, oppure anche la scoperta di come utilizzare il vapore per muovere un treno … Insomma, tutte le più grandi invenzioni sono considerate punti di riferimento o di svolta di processi storici, scientifici, etnici e culturali, “pietre miliari” nella storia dell’umanità, ma, contemporaneamente, hanno stimolato l’uomo a darsi delle regole per il “vivere comune”. In particolare, su questa architettura normativa, il nostro modo di “vivere occidentale” ha fondato e costruito la sua storia.
Per dare uno sguardo più da vicino alle principali variabili intervenienti che hanno agito nella realizzazione della nostra civiltà, abbiamo pensato di intervistare lo storico e giurista della Chiesa, prof. Pier Luigi Guiducci[1]. Riportiamo qui di seguito l’intervista:
D. Prof. Guiducci, per gli storici cosa si intende con la parola “diritto”?
Nel flusso del tempo ci sono stati più passaggi. All’inizio l’espressione è stata utilizzata per indicare un orientamento o una posizione. Poi, si è pensato di applicare tale concetto allo sforzo mirato a trovare delle regole da far rispettare. Tale decisione fu conseguenza di episodi ove aveva dominato il libero arbitrio. In altri termini si cercò di stabilire un equilibro ‘interno’. Solo in seguito si pensò a decisioni vincolanti tra regni diversi.
D. Quindi il “diritto” codifica dei principi ai quali bisogna attenersi rispettando delle “norme”. Giusto? E come avviene il loro processo di redazione, cioè da quali principali variabili che compongono gli eventi della storia discende la loro declinazione ed imposizione?
Dai conflitti e dalla tutela del patrimonio. Il primo elemento è costituito da un insieme molto vasto di situazioni che potevano produrre attriti, violenze, scontri armati. La questione principale era quella di trovare un sistema di norme capaci di prevenire aggressioni e dominanze. Inoltre queste imposizioni dovevano trovare un consenso, almeno nei ceti più elevati. Il secondo elemento è la tutela del patrimonio. Questo è un concetto molto vasto. Nel patrimonio non ci sono solo dei beni materiali ma anche tutte quelle persone che in modo diretto o indiretto facevano parte di una ‘famiglia’, ‘tribù’, ‘gens’.
D. In breve quindi ci può dire perché gli storici nei loro studi attribuiscono importanza al diritto e alle sue norme?
Perché leggendo determinate norme è possibile comprendere come era organizzata una determinata civiltà. Come si strutturava la rete sociale. Quali valori erano riconosciuti in un dato momento storico.
D. Ci scusi professore: ma è stato sempre così? Per esempio, quale normativa è considerata rilevante in epoca antica?
Fin dall’inizio della storia umana, ogni gruppo che si formava spontaneamente, riconosceva al suo interno ‘un capo’. Tale fatto dava ‘ordine’ a comportamenti che si sviluppavano in modo diverso. E in un certo senso, si formavano anche delle ‘gerarchie’ molto primitive. Con il progredire del tempo, e con l’instaurarsi dei regni, si arrivò a stabilire delle norme scritte. Gli archeologi hanno trovato diverse direttive interessanti in più Paesi. Comunque, il Codice di Hammurabi continua ad essere un reperto molto importante.
D. Può farne dei cenni…
La stele del Codice di Hammurabi si trova oggi nel Museo del Louvre. Questo re babilonese regnò dal 1792 al 1750 a.C.. Il testo raccoglie 282 disposizioni. Gli argomenti trattati sono diversi. Una particolare attenzione è rivolta ai rapporti di famiglia. Non mancano poi disposizioni riguardanti il commercio e l’economia. Ci si occupa pure dell’edilizia e delle regole per l’amministrazione del regno e della giustizia.
D. Sopra la stele di Hammurabi vi sono delle figure…
Si tratta del re Hammurabi, raffigurato in piedi. Il suo atteggiamento è di venerazione verso il dio solare della giustizia: Šamaš. Questi, seduto sul trono, porge al monarca il codice delle leggi (vedi foto). Con questo gesto si sottolinea che le norme sono di origine sacra.
D. Per lo storico tale scoperta fa comprendere ulteriori aspetti?
Oltre alla codificazione in sé, esiste anche un aspetto significativo. La stele serviva a informare i sudditi che sapevano leggere. Questi erano così informati sui comportamenti oggetto di sanzioni, e sulle pene previste per determinati casi. Tale comunicazione è considerata la prima nella storia del diritto.
D. Davanti alla stele c’è qualcosa che l’ha colpita particolarmente?
Sì, c’è un articolo del codice molto interessante che recita testualmente: “I poveri, le vedove e gli orfani sono posti sotto la tutela dello Stato. Le donne sono protette contro i maltrattamenti del marito. In favore dei lavoratori viene alzato il salario e sono stabiliti i giorni di riposo annuali”.
D. In pratica i primi passi che hanno portato alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (1948) … Ma ci scusi Professore la curiosità … nel Codice di Hammurabi non c’è nessun riferimento alla mitologia, ai riti, o al culto, o alla religione … ? E perché?
In tema di diritti il cammino è molto agli inizi. Verso nemici e schiavi il trattamento non sarà favorevole. Comunque rimane interessante l’inserimento della legge del taglione (la si trova anche nella Bibbia), e il principio di presunzione di innocenza (“Se un cittadino incolpa un altro di omicidio senza fornirne le prove, sarà ucciso”).
Sul piano religioso, Hammurabi, con più provvedimenti fece costruire templi per diverse divinità. Inoltre dettò disposizioni per riorganizzare i molti culti esistenti. A capo di tutte le divinità pose Marduk, il dio della capitale.
In tale contesto il ‘Codice’ rimane uno strumento da usare per casi pratici. Non ha altri fini.
D. Va bene, grazie, Professore! Vorremmo chiudere questo breve flash sulla relazione tra storia e diritto con una domanda da fare ai nostri lettori. Le chiedo, pertanto, se ci può suggerire uno spunto di riflessione, magari attinente a qualche tematica relativa al “diritto” ed inerente al nostro vivere quotidiano “globalizzato”?
In ambito civile il Codice di Hammurabi dettava esempi da utilizzare nelle situazioni concrete. I giudici, comunque, continuavano a seguire la normativa che derivava dalla consuetudine. Anche nell’epoca attuale tale fatto trova degli ‘agganci’ in taluni Paesi …
Bibliografia essenziale per approfondimenti
J. Bottéro, Le “code” de Hammurabi, dans Mésopotamie: l’écriture, la raison et les dieux, Paris 1987.
P. Matthiae, La
storia dell’arte dell’Oriente Antico, vol. 2: “Gli Stati Territoriali”,
Milano 2000.
[1] Già intervenuto in questa testata giornalistica sulla sua scoperta relativa ad un lacerto presente nel Colosseo (link)
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