Tra gli studenti molto bravi e quelli con difficoltà potrebbero “nascondersi” i cosiddetti alunni plusdotati che, tuttavia, non sempre coincidono con le eccellenze.
Si tratta di alunni individuati con l’acronimo APC (Alto Potenziale Cognitivo) che presentano altri tipi di intelligenza, come afferma H. Gardner[1], come ad esempio la creatività e il pensiero divergente, la leadership, il talento artistico, le capacità interpersonali o anche l’intelligenza musicale.
Potrebbero “nascondersi” per vari motivi: in primo luogo perché sono pochi, uno o due per classe[2]; in secondo luogo perché non è facile individuarli dal momento che presentano profili molto diversi[3].
Ma cerchiamo di definire una cornice di riferimento e fissare alcuni termini in maniera che partiamo da una stessa base lessicale comune: per esempio, proviamo a descrivere cosa intendiamo per qualcuna di queste parole come “talento”, “intelligenza” e “alto potenziale.
Il talento
Originariamente si intendeva un’unità di misura o di peso. Il talento, poi, in passato è stato oggetto di ampi studi, infatti successivamente alcuni hanno attribuito la parola “talento” la sola componente ereditaria, altri quella ambientale, ma entrambe le visioni peccano in qualche modo di determinismo.
Tuttavia, recentemente, la tendenza più accreditata è quella di considerare la concomitanza di fattori multipli che concorrono all’affermarsi del talento. Detto in altri termini, l’attitudine, il tratto personale, insieme alle condizioni ambientali influenzano l’emergere o meno del talento.
L’intelligenza
È abbastanza intuitivo affermare che il talento è strettamente collegato all’intelligenza. Altra dimensione, quest’ultima, di una tematica vastissima; tanto è vero che la definizione del concetto di intelligenza rimane una questione aperta e problematica poiché alcuni psicologi hanno focalizzato la loro attenzione sull’intelligenza o abilità generale, altri, invece, hanno introdotto un modello multidimensionale dell’intelligenza, cioè diversi tipi di intelligenza.
L’alto potenziale
Molte sono le definizioni che cercano di delineare il vasto campo della cosiddetta giftedness (tradotto in italiano con diversi termini: plusdotazione, iperdotazione, superdotazione, alta dotazione o alto potenziale cognitivo) e di quello dei gifted (anche questo tradotto in italiano con alcuni termini: plusdotati, iperdotati, superdotati, studenti con Alto Potenziale Cognitivo o studenti con APC così come accennato più sopra); tuttavia, la definizione più accreditata “è sicuramente quella che definisce superdotati coloro che sono in possesso, in forma singola o combinata, di abilità intellettive generali o specifiche superiori alla media, insieme ad un alto livello di motivazione ed ad un’elevata capacità creativa”[4].
Miti e pregiudizi
Sono noti i miti e i pregiudizi sugli studenti con APC, che influenzano coloro che si occupano di educazione, costituiscono pericolosi ostacoli all’identificazione e al riconoscimento delle loro necessità.
Quelli più diffusi sugli studenti con APC sono che non hanno bisogno di supporto a scuola, hanno buone competenze emotive e successo nelle relazioni, provengono da contesti stimolanti e sono prevalentemente maschi.
Concludiamo questa prima parte sull’argomento dei gifted accennando ai sei profili degli studenti con APC[5] con cui vengono classificati:
- di successo: ha una notevole riuscita scolastica e manifesta un comportamento da “bravo ragazzo” sia in ambiente scolastico che casalingo. Dotato di una buona autostima, è desideroso di approvazione da parte docenti, compagni e genitori. Lo studente con APC creativo: manifesta un’intensa motivazione a perseguire i propri scopi personali ed ha una predisposizione allegra nei confronti del mondo, un alto livello di energia, una personalità forte e positiva che però può essere accompagnata da labilità emotiva.
- sotterraneo: è caratterizzato da strategie di coping disfunzionali, che mirano a evitare la possibilità di esprimere pienamente il suo talento, che il soggetto stesso non riconosce, poiché associa la buona riuscita di obiettivi scolastici positivi a “tradimenti” nei confronti del gruppo sociale di riferimento.
- a rischio: presenta problematiche emotive e comportamentali espresse in azioni di disturbo e stati di crisi. E spesso alla ricerca di sensazioni forti e nutre aspettative irrealistiche su di sé.
- doppiamente eccezionale: è uno studente plusdotato in comorbilità con DSA Disturbo specifico dell’Apprendimento), o con ADHD (Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività) o con DOP (Disturbo Oppositivo Provocatorio)[6].
- autonomo nell’apprendimento: possiede alti livelli di autoefficacia, obiettivi autodefiniti, buona disposizione nel perseverarli, ricerca delle sfide, buona gestione delle delusioni e delle difficoltà.
Nella seconda parte invece anticipiamo che parleremo delle caratteristiche dei superdotati, nonché delle teorie formulate dopo attente osservazioni e specifiche ricerche che hanno delineato alcuni tratti comuni nei gifted.
[2] Statisticamente corrispondono al 5% della popolazione studentesca in Italia
[3] Infatti i plusdotati possono essere “sotterranei”, cioè compiacenti e adattivi, oppure doppiamente eccezionali, cioè plusdotati con comorbilità con altri disturbi come ADHD (Disturbo da Deficit dell’Attenzione e Iperattività) o il disturbo oppositivo-provocatorio, per cui spesso ci si concentra sul disturbo e si perde di vista la plusdotazione.
[4] Renzulli in Pastena, 2018, p. 335
[5] Betts e Neihart (2015, pp. 2-5)
[6] o con disturbo dell’umore o dell’ansia, per questo motivo non è quasi mai identificato come soggetto di talento
© 2la.it - Riproduzione riservata.