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Il “Padre Nostro” (un’analisi del testo)

Come noto in letteratura un racconto è diviso in “episodi, sequenze e scene”, mentre un discorso, in genere, è composto di una o più “parti”. La preghiera del ‘Padre nostro’, insegnata da Gesù ai discepoli è inserita al centro del primo dei cinque discorsi del vangelo di San Matteo (cap. 6 versetti 9b-13).

La struttura di questa preghiera può essere pensata in due parti (‘strofe’) di invocazione a Dio, che viene nominato il “Padre Celeste” (1): la prima strofa contiene la richiesta che si realizzi il piano di Dio per la creazione, se così si può dire, e la seconda strofa, invece, esplicita la richiesta di liberazione dai mali che minacciano l’uomo (egoismo, l’inimicizia, fragilità).

Prima strofa

La prima strofa ha tre verbi(2): “sia santificato” il tuo nome, “venga” il tuo regno, “sia fatta” la tua volontà. Ed è caratterizzata dai tre pronomi “tuo”. Analizziamo, brevemente, ciascuno dei tre verbi. Il soggetto del verbo passivo divino “sia santificato” è Dio stesso; in altri termini si invoca Dio perché faccia sì che il suo nome sia santificato, riconosciuto per quello che è, cioè Altro dall’uomo, ma nel medesimo tempo anche Padre [“santificare” nel suo senso estimativo, (CCC, n. 2807)]. Così pure il soggetto di “venga il tuo regno” è sempre Dio: si realizzi la sua sovranità di pace sul mondo, perché, al contrario, gli uomini tendono a farsi la guerra; ed infine, la “volontà” che in greco è “thèlemà“, fa riferimento al “piano di Dio” sull’universo e sull’uomo; cioè si compia il tuo progetto di amore per l’uomo [il progetto salvifico si realizzi nella storia, (la volontà del Padre nostro è che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità, 1 lettera a Timoteo cap. 2, v.4, da CCC, n. 2882)].

Seconda strofa

Passiamo alla seconda strofa. Qui abbiamo quattro verbi (3) e la ricorrenza del pronome “noi”. Dà a “noi” il pane quotidiano, rimetti a “noi” i nostri debiti, non abbandonare “noi” nella tentazione, libera “noi” dal male. Quindi risulta evidente come questa strofa è una ‘richiesta di aiuto’ perché l’uomo è fragile, se così si può dire … ; infatti, cerca di accumulare per sé molto più di quello che gli serve per vivere (il ‘pane quotidiano’), perché tende a non credere nella Divina Provvidenza (in altri termini vorrebbe assicurarsi il futuro); poi, difficilmente perdona i torti subiti e, spesso, cova rancore e, infine, nelle crisi di ogni giorno, facilmente perde la speranza di vivere con la conseguenza di inciampare in altri errori.

La quarta supplica, che ingloba tutte e tre le precedenti, è la richiesta di liberazione da tutti questi mali (apò tù ponerù), nel caso che la parola greca venga intesa come un termine “neutro” (tò poneròn), oppure di liberazione dal maligno, qualora le si dia valore di “maschile singolare” (ò poneròs) e, cioè, la personificazione del male.

(1) Padre Nostro che sei nei cieli, cioè celeste; infatti al tempo di Gesù il mondo, stava sotto i cieli ed era concepito piatto posato sul colonne che poggiavano negli abissi, e la divinità era sopra la volta celeste; comunque si tratta di un’espressione biblica che non significa un luogo bensì un modo di essere: non la lontananza di Dio, ma la sua maestà (cfr. CCC, 2794) mentre l’aggettivo “nostro” non esprime possesso, ma una relazione con Dio totalmente nuova, cfr. CCC, 2786.

(2) Tre verbi all’imperativo in terza persona singolare (struttura teocentrica; Dio interviene per fare qualcosa). In Dio esiste un “noi”; i Padri l’avevano scoperto già nella prima pagine della Bibbia, ove Dio dice: “Facciamo l’uomo (Gen 1,26) [J. Ratzinger, Introduzione al cristianesimo, Queriniana, Brescia 2005, p. 171; comunque si tratta di tre suppliche già esaudite nel Sacrificio del Cristo Salvatore, ma sono ora rivolte, nella speranza, verso il compimento finale, in quanto Dio non è ancora tutto in tutti (CCC, n. 2804) .

(3) Quattro verbi all’imperativo, struttura antropocentrica. Non esiste un “noi” senza un “tu”.[M. Buber, Io e tu.Tr. it. in Il principio dialogico e altri saggi. San Paolo, Cinisello Balsami, 1993.]

Bibliografia:

M. Grilli, Vangeli sinottici e Atti degli apostoli, FondamentaEDB, Bologna,2020

C. Rusconi, Vocabolario del greco del Nuovo Testamento, EDB, Bologna 1997.

L. Rocci, Vocabolario Greco Italiano, Società Editrici Dante Alighieri e S. Papi coeditori, 1974

Nestle-Aland, Nuovo Testamento Greco-Latino-Italiano, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2005

M. Laconi, Vangeli Sinottici e Atti degli Apostolici, Elledici, Torino 2002

Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 2786 e ss.

I. Carbajosa, J. Gonzalez Echegaray, F. Varo, La Bibbia nel suo contesto, Paideia, Torino 2017

Cipriano di Cartagine (San), La preghiera del Signore.Spiegazioni sul «Padre nostro», Cittadella, 2017

R. Brague, Il Dio dei cristiani, Raffello Cortina Editore, Milano 2014

C. Risè, Il padre:l’assente inaccettabile, San Paolo Edizioni, 2013

P. J. Cordes, L’eclissi del padre, Marietti 2002

P. Di Luccio, Il Padre dei piccoli e la pace del suo Regno, Editoriale Scientifica, Napoli 2021



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