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Italo Calvino, l’alchimia dell’immaginario. Mostra all’Orto Botanico di Roma

Come Dante Alighieri, Italo Calvino è lo scrittore italiano più letto al mondo, un narratore universale. Il Liceo Artistico Statale “Carlo Giulio Argan” di Roma celebrerà il grande scrittore nel centenario della nascita (Cuba, 15 ottobre 1923) con una mostra collettiva dal titolo Italo Calvino, l’alchimia dell’immaginario che sarà ospitata nel suggestivo scenario dell’Orto Botanico di Roma, situato alle pendici del Gianicolo, nell’antico parco di villa Corsini, un tempo residenza di Cristina di Svezia. 

L’evento celebra quindi un testimone significativo della nostra recente epoca evidenziando le molteplici relazioni disciplinari intessute nell’arco della sua esistenza, interessi culturali e intellettuali, sviluppati poi nella sua produzione letteraria. Non vi è ambito creativo o strumento espressivo, che Calvino non abbia sondato, consapevolmente o meno, ispirando molti altri scrittori e pensatori.

Come testimonia il titolo della rassegna, Italo Calvino, l’alchimia dell’immaginario, questa prende spunto dalla vocazione chimerica e dalla molteplicità degli interessi dello scrittore, integrata da un corrisposto amore da parte dell’intero universo della sperimentazione artistica: dalla Pittura alla Scultura, dall’Architettura al Design, dal Teatro alla Musica, dall’Arte dei Giardini al Cinema ripercorrendo la sua vicenda di intellettuale italiano apprezzato universalmente.

L’inaugurazione della mostra

L’inaugurazione della mostra è prevista per le ore 12 del 6 giugno. In quell’occasione, gli studenti presenteranno le opere ispirate dai testi più significativi dello scrittore italiano, nell’ambito del più ampio progetto “Linee d’Arte”, ideato dal dirigente scolastico Nicola Armignacca, che con una serie di eventi coinvolge durante l’intero anno scolastico tutti gli studenti in attività di approfondimento intorno a un tema specifico.  Un progetto innovativo e di ampio respiro, che quest’anno celebra uno degli autori del Novecento più amati e studiati, conosciuto e tradotto in tutto il mondo, che continua ad essere un punto di riferimento della cultura italiana.

La mostra, a cura dell’architetto Roberto Luciani per la sezione arte e della professoressa Graziella Pulce per quella di saggistica, si snoda attraverso opere di pittura, scultura, installazioni site-specific, percorsi immersivi con la realtà aumentata, pannelli grafici nel nome di Italo Calvino. 

In particolare, si configurano come una vera e propria novità, le opere del progetto “Guarda ciò che non si vede”: un percorso immersivo in alcune delle città descritte da Calvino nel libro Le città invisibili, che coinvolgono il visitatore grazie all’utilizzo della realtà aumentata che amplifica la lettura visuale, anche grazie all’uso del cellulare.  Le mostre esperienziali sono una delle nuove frontiere dell’arte e l’utilizzo dell’AR è un potente strumento per amplificare la creatività. Ma le opere in mostra sono oltre cinquanta e spaziano dalla pittura alla scultura fino alla grafica, installazioni e video.  I romanzi di Calvino come Il Barone rampante, Marcovaldo, Il Sentiero dei nidi di ragno, Le Cosmicomiche, ancora oggi fanno viaggiare la fantasia e le opere della mostra Italo Calvino, l’alchimia dell’immaginario ne sono la prova.

L’inaugurazione sarà accompagnata da una performance di danza contemporanea dal titolo L’eleganza sfuggente della luna, ispirata dal libro Palomar di Calvino, della coreografa e ballerina Claudia Pompili, che vede la partecipazione degli studenti del Liceo Argan. La coreografia rappresenta alcuni aspetti legati alla luna, alla sua dinamicità, alla sua bellezza inafferrabile e misteriosa. 

L’Orto Botanico di Roma

L’Orto Botanico si trova in uno dei luoghi più ricchi di storia del mondo. Quest’area è sempre stata un giardino, sorge sugli Horti Getae, sui giardini di Settimio Geta, figlio dell’imperatore Settimio Severo e fratello dell’imperatore Caracalla. Per questo motivo, a ricordo dell’epoca romana, all’interno dell’Orto Botanico possiamo ammirare sculture, colonne, trabeazioni e busti.

Ma l’Orto Botanico conserva anche la testimonianza di un altro importante giardino storico, il giardino di Palazzo Corsini.

La cultura del Barocco si sviluppa in Europa ad iniziare dal XVI secolo mantenendosi per circa duecento anni; essa ha nella città di Roma uno dei suoi maggiori centri e nell’Urbe rimangono straordinarie tracce di esso, nell’architettura, scultura, pittura e letteratura. Diversi sono i giardini ideati e realizzati in questo periodo e alcuni ne mantengono le caratteristiche. Tra questi spicca l’Orto Botanico, giardino della potente famiglia Corsini, prospiciente il palazzo omonimo che costituisce esempio straordinario di architettura barocca, oggi sede del Museo Nazionale di Arte Antica.

La fabbrica, celebre per aver ospitato la regina Cristina di Svezia nel Seicento, venne trasformata in una lussuosa reggia dall’architetto fiorentino Ferdinando Fuga (1699-1782) che rielaborò per il cardinale Corsini anche il giardino della precedente Villa dei Riario.

In nuovo recente allestimento della Galleria Corsini ha ricollocato i dipinti precisamente come erano stati disposti dal cardinale Neri Maria Corsini, primo e principale ideatore della collezione, sulla base dell’inventario del 1771. Nel museo si trovano quindi gli appartamenti di un alto cardinale settecentesco oltre a capolavori come il Trittico (Ascensione, Giudizio Universale, Pentecoste) del Beato Angelico, il San Sebastiano curato dagli angeli di Pieter Paul Rubens, il San Giovanni Battista di Caravaggio, Salomè con la testa del Battista di Guido Reni, il Prometeo di Salvator Rosa.

La zona pianeggiante dell’Orto riflette ancora l’assetto del giardino storico di Palazzo Riario Corsini, ma fu poi arricchita di numerose specie arboree, ad esempio le Palme che fiancheggiano il viale principale, i Cedrus Deodara dell’Himalaya, i Dasylirion del Messico e numerosissime altre specie del Brasile, del Sudafrica e della Cina.

All’ingresso dell’Orto si trova il Complesso della Cavallerizza, all’interno lo Scalone Monumentale progettato da Ferdinando Fuga e realizzato nel 1732, la Fontana degli undici zampilli, la Fontana dei Tritoni.

Si trovano inoltre alcune Serre in vetro e ferro, spesso di antica fattura, piene di specie esotiche e tropicali: la Serra Tropicale organizzata in aree ciascuna dedicata ad una determinata tematica; la Serra Corsini realizzata nel 1800 rappresenta la prima serra calda del giardini Corsini e presenta all’interno due vasche in marmo in cui la regina Cristina di Svezia faceva il bagno nel periodo in cui ea affittuaria della Villa Corsini; la Serra Monumentale costruita nel 1877 dalla ditta Mathian di Lione.

Nella vasta Serra Espositiva verranno esposte le opere degli allievi del Liceo Argan, si tratta di un grande privilegio reso possibile dalla sensibilità e lungimiranza del Direttore dell’Orto Botanico Professore Fabio Attorre e del Conservatore Architetto Williams Troiano.

“Ma l’Orto non offre soltanto un confronto arte-natura; ha finalità scientifiche, didattiche e di conservazione del patrimonio genetico delle specie vegetali. Nato per la necessità di studiare e di coltivare, nell’ambito dell’insegnamento universitario, le piante medicinali dette Semplici, comprende attualmente anche una collezione di oltre 300 di queste specie, da cui nel Medioevo venivano ricavate sostanze usate in ambito medico” (Grazia Del Giudice).

Vi sono inoltre bambù e felci, oltre ad innumerevoli altre specie vegetali e importanti testimonianze della vegetazione spontanea del Gianicolo prima della realizzazione dell’Orto, il Bosco Romano.

Linee d’arte

 “Linee d’arte” – spiega il dirigente scolastico Nicola Armignacca – “è un grande laboratorio e rappresenta una proposta formativa ambiziosa, peculiare e fortemente innovativa nel panorama culturale della città di Roma e della regione. Docenti e studenti del Liceo lo animano in un’originale esperienza di collaborazione ed approfondimento. Circolano le idee, si sviluppa il gusto per la lettura e l’approfondimento e la scuola rafforza il suo insostituibile ruolo di formazione dello spirito critico”.

 “Dopo il successo delle mostre delle passate edizioni dedicate a Ovidio, Leonardo, Dante e Pasolini – dice ancora Armignacca – anche quella di quest’anno rappresenta un progetto di alto profilo culturale e artistico, contribuendo alle celebrazioni di un altro rilevante anniversario della cultura, quello di Italo Calvino. Un’esposizione capace di guidare il visitatore in luoghi straordinari grazie alla forza delle immagini ed alla profondità delle idee degli studenti e dei docenti che hanno interpretato l’originalità dello scrittore”.

Epilogo

L’opera letteraria di Italo Calvino più che un contributo teorico diretto può essere considerata una forma di nutrimento che ampia gli orizzonti ermeneutici, fornendo una prospettiva di lettura alternativa della realtà antropica, un riferimento culturale più ampio. Partendo dai suoi scritti, in particolare La speculazione edilizia (la devastazione del paesaggio), Palomar (i giardini zen e i terrazzi), Collezione di sabbia (la misura dello spazio-tempo e ritrovata propensione nomadica), Città invisibili (che sono anche le città ‘invivibili’), gli allievi del Liceo Argan sono arrivati a realizzare opere d’arte allusive e significanti dalle visionarie prospettive.

Mostra: “Italo Calvino, l’alchimia dell’immaginario”

dal 6 al 14 giugno 2023

ore 9.00-18.30

Locandina

A cura di: Roberto Luciani (sezione arte) e di Graziella Pulce (sezione saggistica)

Location: Orto Botanico di Roma 

Largo Cristina di Svezia, 23 A – 24, 00165 Roma RM

Inaugurazione: 6 giugno 2023 ore 12

Ideazione di: Nicola Armignacca 

Organizzazione generale: Rosaria Acierno, Laura Di Stefano,Luciana Sympa

Gruppo di Allestimento: Rolando Buonomo, Francesco Campese, Alessio Deli, Vittorio Donnarumma, Roberta Mandoliti, Serena Mondella, Mirella Cascini Pensa, Antonio Solarino

Ufficio stampa: Manuela Dragone

Locandina: Antonio Solarino

Catalogo: Timia Edizioni

Performance: Danza Contemporanea – Claudia Pompili, con la partecipazione degli studenti del Liceo Argan

Coreografia: Claudia Pompili



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