Chi di noi non si è mai vergognato del disordine degli armadi e sulla scrivania? (Non parliamo, per opportunità, del maschio italico e del suo ordine!). Potremmo scrivere intere pagine per elogiare l’ordine ed i suoi vantaggi e pochi potrebbero aggiungere a quanto detto e ridetto. Sull’ordine sono stati fatti molti studi ma sul disordine?. Il maggior esperto sull’argomento è Eric Abrahamson della Columbia Business School di New York che conferma il disagio dei disordinati ma evidenzia che il disordine esalta 6 vantaggi:
1) Flessibilità; 2 Completezza; 3) Inventiva; 4) Robustezza; 5)Risonanza; 6) Efficienza
Come molte altre qualità dell’uomo anche l’ordine ha dei limiti. Un po’ di disordine fa bene anche se sui disordinati ci sono dei pregiudizi. Sembra che il cervello ha bisogno di confusione per dare il meglio. Lawrence Ward, cognitivista dell’università della British Columbia, nel suo laboratorio ha verificato come le persone riescano a riconoscere meglio e associare immagini e suoni quando sono distratte da un rumore di fondo. Il caos funziona anche su scala planetaria: un paese come Israele riesce a sopravvivere anche grazie allo scetticismo dei governanti nei confronti di ogni pianificazione strategica in politica estera. Uno stile incoerente, che conta più sulla reazione e sull’improvvisazione che su uno schema a lungo termine, e che garantisce almeno un vantaggio: quello di capire al volo quando le cose girano al peggio e, quindi, agire di conseguenza. Solo chi sta fermo lascia intatto il mondo circostante.
E’ che dire della “gestione” della scrivania da parte di Albert Einstein a Princeton nel New Jersey della sua frase “se una scrivania in disordine è un segno di una mente disordinata, di che segno è una scrivania vuota?” .
La foto venne scattata da Ralph Moose poche ore dopo la morte di Einstein nel suo ufficio.
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