Apr
16th
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Le Vene

I vasi che riconducono il sangue al cuore sono detti vene. La loro struttura è simile a quella delle arterie, cioè a tre tuniche concentriche ma, a differenza di queste, le pareti sono -a parità di diametro – molto più sottili. Questa maggior sottigliezza si spiega con il fatto che il sangue percorre le vene con una pressione bassa e costante e quindi non sono necessarie robuste pareti per contenerlo.
Un’altra differenza importante è la presenza nelle vene di valvole chiamate a nido di rondine, che hanno l’ufficio di impedire al sangue di scorrere in senso inverso al normale, cioè allontanandosi dal cuore. Queste valvole sono visibili sotto forma di noduli nel decorso delle vene turgide, quando si leghi fortemente con un laccio un braccio poco al di sopra del gomito e si stringa un oggetto nella mano. La Spinta che costringe il sangue a scorrere nelle vene non è dovuta soltanto ad una pressione esercitata posteriormente dalle contrazioni cardiache, quanto piuttosto ad un altro genere di forze: quelle che si generano quando si contrae un muscolo. Se all’interno di un muscolo scorre una vena, le fibre muscolari, contraendosi, schiacciano la vena ed il sangue contenuto in essa è scacciato. A questo punto intervengono le valvole a nido di rondine che permettono al sangue di fluire soltanto nel senso giusto.
Naturalmente l’effetto è lo stesso se un muscolo comprime una vena contro un osso o semplicemente contro la pelle.
Le vene costrette a lavorare in condizioni più gravose sono quelle degli arti inferiori, che debbono vincere la forza-peso del sangue per poterlo sollevare fino al cuore.
Può succedere, particolarmente per le persone che lavorano in piedi, che le vene, sottoposte ad un lavoro troppo intenso, si sfianchino: le valvole non riescono più a chiudersi perfettamente e si ha inevitabilmente un rallentamento nel flusso sanguigno. Le vene diventano varicose: si fanno più grandi ed il loro decorso tortuoso e bluastro è molto visibile lungo la gamba.
Nei casi gravi è possibile asportare chirurgicamente i tratti di vene varicose, legandone poi i capi rimasti. Il lavoro compiuto dalla vena asportata è assunto da altre collaterali: sarà necessario avere molta cura per evitare che, sottoposte ad un lavoro più pesante, non tendano anch’esse a diventare varicose.
Le varici (o vene varicose) favoriscono l’insorgere di un processo infiammatorio, generalmente di origine infettiva, chiamato flebite; è una malattia che deve essere curata tempestivamente e presenta il grave pericolo di mettere in circolazione dei coaguli di sangue, capaci di provocare embolia. Vediamo ora come si presenta, in un quadro sommario, l’architettura dei vasi venosi nel nostro corpo.
Il sangue arterioso giunge dai polmoni al cuore (atrio sinistro) per mezzo di quattro vene: 2 vene polmonari sinistre e 2 vene polmonari destre.
Il sangue venoso raggiunge il cuore (atrio sinistro) mediante tre vene: la vena coronaria, la vena cava discendente (o superiore) e la vena cava ascendente (o inferiore).
La vena cava discendente raccoglie, per mezzo delle vene giugulari (dal latino jugulum=collo) e delle vene succlavie, il sangue rispettivamente dal capo e dalle braccia.
Nella vena cava ascendente confluisce il sangue proveniente dalle vene sovraepatiche, renali, mesenteriche ed iliache (dagli arti inferiori e dal bacino).
Esiste ancora un importante vaso venoso, la vena porta, che convoglia il sangue proveniente dallo stomaco e dall’intestino e lo conduce al fegato; di qui il sangue giunge alla vena cava ascendente, tramite le vene sovraepatiche.



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