Lunedi scorso in provincia di Verona è avvenuta un’esplosione in una officina, di seguito si riporta un estratto dell’articolo pubblicato sul Corriere del Veneto:
“VERONA : Un operaio di 33 anni è morto e un’altro è rimasto ferito, ustionato gravemente, in un’esplosione, lunedì pomeriggio in un capannone ad Arcole, in provincia di Verona. Nell’officina si effettuano lavorazioni su autocisterne. L’esplosione è avvenuta alla Menci azienda che ha
in affitto un capannone delle Officine Crestani spa in via Padovana, 2 e la vittima è un giovane di 33 anni residente a San Bonifacio. L’operaio, assieme ad un collega, stava saldando una parte di cisterna. Le cause dell’esplosione, secondo i vigili del fuoco, sono i fumi di benzina ancora presenti nella cisterna ha scaraventato a terra i due lavoratori. Il primo ha battuto violentemente la testa e per lui non c’è stato nulla da fare, il suo collega ha riportato gravi ustioni ed è stato ricoverato all’ospedale.”
Ma cosa è successo ?
E’ successo che spesso non viene effettuata la necessaria formazione sui rischi sul rischio esplosione per i saldatori. Nelle nostre valutazioni Atex inseriamo sempre, in particolare per la saldatura con acetilene, la seguente misura di prevenzione :
“E’ vietato effettuare operazioni di saldatura o taglio su recipienti o tubazioni che abbiano contenuto liquidi infiammabili o combustibili senza aver provveduto ad una adeguata bonifica”
Il rischio nasce dal fatto che tutti i vapori dei solventi organici (alcool, acetone,benzina,toluene,ecc) sono più pesanti dell’aria di conseguenza se contenuti all’interno, per esempio di un fusto, tenderanno a stratificare sul fondo e resteranno li, in mancanza di bonifica/aspirazione per tempi infiniti; in gergo Atex possono creare potenziali zone 0. Come dire che anche se la benzina evapora sicuramente i vapori non tenderanno ad andare verso l’alto. Per dare un idea della densità relativa dei vapori di benzina, che sono 3,5 volte più pesanti dell’aria, è come se provassimo a far galleggiare in acqua un blocco di alluminio.
Il secondo aspetto che contribuisce al rischio è il basso Lel della benzina; il Lel è quella concentrazione minima della miscela vapore/aria in grado di innescarsi che per la benzina a temperatura ambiente vale circa l’1,5 % .
Il Lel però tende a diminuire con l’aumentare della temperatura , per esempio all’interno di un fusto riscaldato, il Lel di un vapore organico infiammabile può diminuire di circa 1% ogni 100 gradi, come dire che per innescare vapori di benzina a circa 100 gradi basta una concentrazione pari a circa il 0,5 %.
L’ultimo aspetto riguarda il fatto che per avere danni seri sono sufficienti piccole quantità di liquido infiammabile. In generale in un ambiente confinato i danni che si hanno, in caso di esplosione, con una concentrazione in volume pari al 20 % sono simili a quelli con una concentrazione pari all’80%. Come dire che se abbiamo un fusto con la miscela aria/vapore che occupa il 20 % del volume gli effetti in caso di innesco sono simili a quelli del caso con riempimento all’80%. Quindi se consideriamo un fusto da 1000 litri è sufficiente avere un atmosfera potenzialmente esplosiva all’interno del fusto pari a 200 litri. Per avere una atmosfera esplosiva con volume di 200 litri, con un vapore surriscaldato (100°C) di benzina con LEL pari a 0,5% servono 1 litro di vapori di benzina che corrispondono a pochi grammi di liquido.
Riassumendo occorre tenere conto dei seguenti aspetti:
Ø I vapori di benzina sono più pesanti dell’aria di conseguenza se contenuti all’interno di un fusto resteranno all’interno per tempi infiniti
Ø Se il fusto è riscaldato il lel diminuisce rispetto alla temperatura ambiente e bastano poche quantità di liquido (pochi grammi) per avere danni seri
Quindi prima di effettuare operazioni di saldatura su fusti o tubazioni è necessario effettuare una adeguata bonifica, per esempio capovolgendo il fusto o riempirlo di acqua anche se all’interno sono contenuti pochi grammi di liquido.
Non solo benzina
Quanto decritto in precedenza può avvenire anche con liquidi normalmente non infiammabili a temperatura ambiente come per esempio gasolio, olii, glicole,ecc. Infatti se portiamo per esempio del gasolio che normalmente si infiamma a circa 60 °C a 100 gradi (per riscaldamento del fusto) il risultato è che si comporta esattamente come la benzina. Quindi la bonifica và eseguita in modo accurato anche nel caso di liquidi combustibili. Questo aspetto và tenuto conto anche nel caso si utilizzino forni in cui vengono introdotti materiali combustibili per esempio nei forni di rinvenimento con metalli lubrificati o di essicazione.
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