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ARSNOVA GALLERY

In Italia molte sono le gallerie d’arte, presenti in tutte le regioni, anche se il numero maggiore si trova in Lombardia e a Milano in particolare (Carla Sozzani, Mercurio Arte, Schubert, Nicholls); segue la Toscana   (Biagiotti progetto arte, Galleria Continua, Aurelio Stefanini, Ken’s art, Maison Bibelot); l’Emilia Romagna (Arte e Arte, De’ Fusari, Marescalchi);  il Veneto (Arte Communication, Contini, Orler, Del Leone); il Lazio con la maggiore concentrazione a Roma (Arte Fidia, Studio Soligo, Arte Marchetti, Il Ponte). Troviamo tuttavia qualche rara galleria anche nelle due isole maggiori, Sardegna e Sicilia.

Visitare gallerie d’arte è un ottimo modo anche per conoscere una città, si passeggia in centro, dove gran parte delle gallerie hanno sede, oppure si scoprono zone periferiche non frequentate abitualmente, arricchendosi culturalmente senza costo. 

E’ vero tuttavia che la vendita di opere d’arte, spesso di considerevole valore, si effettua anche nelle Case d’aste, tra queste la più famosa è Christie’s, fondata nel 1766 è rappresentata da 54 uffici in 32 paesi e 12 sale in tutto il mondo tra cui New York, Hong Kong, Parigi, Londra, Milano. In Italia operano anche Finarte (Milano), Pandolfini (Firenze), Farsetti (Prato-Milano-Cortina).

In un mondo sempre più globale e competitivo, anche la scena nazionale ed internazionale dell’arte si è evoluta, tanto che nelle classifiche e/o elenchi stilati annualmente da alcuni editori (Artnet, ArtNews, ArtReview), si evidenzia come molte gallerie in una geografia dell’arte che ormai non ha più confini, sono nate o diventate virtuali.

Si sottolinea inoltre come l’Italia abbia un significativo ruolo nel sistema dell’arte (curatori, mercanti, collezionisti, allestitori), con una significativa crescita esponenziale dal 2002 ad oggi, tanto da far ben sperare per il futuro. A fronte di queste qualità organizzative, è palpabile che quello che manca in Italia è la scarsa valenza, e quindi considerazione, dei nostri artisti. L’Italia è infatti famosa in tutto il mondo per suo eccezionale patrimonio artistico, soprattutto antico, con musei contenenti opere pittoriche e scultoree di eccezionale bellezza, tuttavia per quanto concerne l’arte contemporanea il nostro paese è indietro e i suoi artisti non sono paragonabile ai grandi della storia, da Leonardo a Michelangelo, da Giotto a Caravaggio, da Raffaello a Bernini, ma neppure a quelli internazionali di oggi.

Anche allo scopo di far meglio conoscere e diffondere maggiormente la nostra arte contemporanea, da qualche anno si stanno diffondendo le gallerie on line, che permettono in tempo reale di far “dialogare” quadri e sculture in tempo reale con il mondo. Questo è reso possibile per la ormai diffusione capillare dei computer, che permettono il collegamento immediato, senza uscire di casa, alla galleria virtuale. Inoltre, in una galleria fisica il numero delle opere esposte non può che essere limitato, mentre nella galleria on line si trova una selezione molto più ampia con prezzi certamente inferiori. E’ esattamente quello che accade con altri tipi di prodotti, dove la vendita online vede una straordinaria crescita esponenziale.

Va tuttavia anche considerato che sempre più persone investono nell’arte, dal momento che altri investimenti tradizionali, come la borsa o gli immobili, non sono più convenienti.

E’ stata da poco inaugurata una nuova prestigiosa galleria virtuale che prende il nome di ARSNOVA GALLERY,  Direttore Artistico è il Critico d’arte Roberto Luciani.

Arsnova Gallery gestisce collezioni private essenzialmente italiane, sforzandosi di essere una piattaforma universale nel mercato dell’arte con una attenzione particolare a quella contemporanea e agli artisti emergenti. La galleria organizza e cura anche mostre antologiche e/o collettive dei suoi artisti, le cui opere, in alcune occasioni vengono esposte in collezioni d’arte private e pubbliche, in biennali nazionali ed internazionali, in musei. Questo allo scopo di promuovere e creare un dialogo vitale tra artisti e istituzioni nazionali ed internazionali.

Le opere in vendita sono tutte uniche, certificate autentiche, con prezzi inferiori ai reali valori di mercato e con selezione degli artisti il cui valore delle opere è in crescita. Per questo acquistare da Arsnova Gallery significa fare un buon investimento. All’interno del sito si potrà acquistare in esclusiva le opere d’arte di alcuni tra i maggiori artisti della scena italiana e internazionale, ma anche di artisti emergenti, i lavori mostrati sul sito della galleria sono esclusivi, ogni opera è accuratamente selezionata dal Direttore Artistico.

I pittori e gli scultori selezionati e il curato assortimento rappresentano una garanzia per l’acquirente che, tramite la Galleria, sfrutterà al meglio i propri investimenti, favorendo inoltre la carriera di artisti le cui quotazioni sono fortemente in crescita e portando ispirazione culturale quotidiana nella sua vita e nel futuro delle arti.

Tra gli artisti rappresentati abbiamo (selezione): Agostino De Romanis, Fabrizio Evangelisti, Salvo Maria Fortuna, Herman Normoid, DaSca, Nicola Maria Spagnoli, Simona Liberati, Romina Aymino.

DaSca (Daniela Scaccia)

Nel realizzare ceramiche DaSca riesce a dominare l’incognita costituita dagli elementi primordiali che sono alla base della nascita della terracotta, la terra, l’acqua, il fuoco e l’aria che raffredda il manufatto, conferendo alle proprie opere un gusto tattile della materia che abbinato ad una sensibilità cromatica molto spiccata nella selezione di colori, sovrapposizioni, colature, trasparenze e trattamenti informali che, pur nella essenziale eterogeneità dei singoli motivi, fa risultare l’opera  indiscutibilmente originale. Tra queste, si veda,La Possibilità, (terracotta patinata, 2010, cm 44×47), presentata al FIAR 2010, Associazione Internazionale Galleria “Il Collezionista”, che rappresenta un’indagine, una riflessione su diversi tipi di possibilità.

L’artista curva la terracotta, la piega su sé stessa, la arrotola, la conosce e lavora in modo tale da dare all’osservatore, ad opera ultimata, la percezione di avere di fronte un’opera realizzata con un materiale quasi elastico. La sensazione è quella di sciogliere e togliere delle bende senza che si lacerino, come se fossero fatte di materiale diverso. Ma la possibilità non è solo quella del materiale, è anche quella delle forme arcane capaci di trasmettere messaggi arcani. C’è infatti qualcosa che fa pensare e ricorda le antiche fasciature dei neonati o quelle per conservare i corpi, sembra che sia possibile poter sciogliere e aprire la forma per osservarne l’interno, o anche alla possibilità di chiuderla completamente e farla essere qualcos’altro che evochi cose diverse. Sono cioè opere che esplorano le profonde possibilità della forma e della materia, di essere e creare, rendendole visibili lasciandole aperte.

In occasione di RAW – Rome Art Week dell’ottobre 2018, DaSca apre le porte del suo atelier in via Machiavelli a Roma: un Open Studio che ha permesso di osservare opere finite e in lavorazione. All’importante evento hanno partecipato anche i critici Annalisa Perriello e Roberto Luciani. Oltre ai due critici citati, hanno tuttavia scritto di DaSca anche Beppe Palomba e Franco Melotti. Nel dicembre 2018 Roberto Luciani pubblica l’articolo Arcano Messaggio DaSca scultrice sul Magazine Wall Street International.

DaSca, Famiglia, bronzo, 2018

Agostino De Romanis

Nato a Velletri il 14 giugno 1947 ha frequentato, con grande impegno e notevole profitto, l’Accademia delle Belle Arti di Roma, conseguendo il titolo di Scenografo, perché la passione pittorica era unita, a quel tempo, alla predilezione per il Teatro, che ha lasciato un segno profondo nell’attività artistica successiva. Giovanissimo ha cominciato a produrre opere, a ritmo intenso, esponendole subito in mostre collettive e personali, numerose anche a Roma, dove ha ottenuto lusinghieri consensi della critica e del pubblico. La sua statura artistica è cresciuta e la sua meritata fama si è diffusa in Italia ed all’estero, dove è stato chiamato ad esporre, in particolare, in Australia, a Sidney, ed in Indonesia, più volte, a Jakarta ed a Bali. Numerose sono le pubblicazioni, in pregevole veste tipografica, a cura di prestigiose Case Editrici, in più lingue, che hanno diffuso in tutto il mondo il nome del grande Artista veliterno.

Agostino De Romanis, Le prescelte, olio su carta reintelata, 2019

Tra le più recenti mostre citiamo: Agostino De Romanis. Il pensiero dipinto, la forza mistica del mondo orientale, Camera dei Deputati, Febbraio 2012, a cura di Vittorio Sgarbi, con testo critico in catalogo di Roberto Luciani; De Romanis, all’origine delle cose, Fondazione Elsa Morante, Novembre 2012, a cura di Roberto Luciani; De Romanis a Santa Maria dell’Orto, Complesso Monumentale di Santa Maria dell’Orto, Novembre-Dicembre 2016, a cura di Roberto Luciani; Agostino De Romanis per Anzio Imperiale, Museo Archeologico di Anzio, Aprile 2019, a cura di Roberto Luciani. Una Biografia completa dell’artista, De Romanis pictor, è stata curata da Antonio Venditti e pubblicata nel 2015 dalla Palombi Editori.

Agostino De Romanis, L’infinito, olio su carta reintelata, 2019

Fabrizio Evangelisti

Dall’oscurità del quadrato escono immagini che rappresentano l’oppressione della società contemporanea su uomini e donne. E’ con queste premesse che Fabrizio Evangelisti, artista romano trentasettenne, lavora da alcuni anni alla sua personale ricerca denominata Inquadramento. Tra le opere di questo ciclo, Anelando Carogne (olio su tela, 100×100 cm, 2015) rappresentato da un uccello spazzino dallo sguardo inquietante e L’Orchestratore (olio su tela, 100×100 cm, 2018) che, con i caratteri fisici del suo critico, cioè di chi scrive, rappresenta un Direttore d’orchestra che non dirige maestri di musica ma, metaforicamente, risorse umane.

La tecnica usata per le sue opere è tradizionale, olio su tela, tassativamente quadrata di 100×100 cm, ma la grande invenzione sta nell’uso del solo bianco e nero o, più correttamente, del nero sul bianco.

Si tratta di sequenze di quadrati entro quadrati, di scatole prospettiche fondate e costituite da quadrati, quadrati oscuri che provocano turbamento.

Fabrizio Evangelisti, L’Orchestratore, olio su tela, 2018

Evangelisti è un autodidatta, ma fortemente predisposto al disegno e alla pittura, uniche attività che riesce a gestire con la giusta concentrazione nonostante il carattere irrequieto. E’ pittore d’atmosfere sospese, rese con pennellate calibrate, a strati di colore nero. Le sue sono opere dai toni contrapposti e per questo inquietanti, con figure umane visionarie diventate il capolinea dell’immaginazione, “fotografate” a un passo dal delirio. Qual’è la sua idea rivoluzionaria, l’idea che lo rende così originale, così “unico”? E’ quella di narrare storie di solitudine dell’uomo contemporaneo attraverso personaggi naturali o paradossali senza tempo, gli arrivisti, quelli attaccati soltanto al successo e al denaro. La sua arte nasce da un interesse di carattere sentimentale verso la pittura che converte in una rappresentazione neofigurativa per una istintiva necessità di chiarezza e di comunicazione. C’è nelle opere dell’artista, una felicità di espressione, una concretezza di segni che sono filtrati attraverso uno stile personale; c’è un linguaggio pieno di risonanze interiori che raggiunge una permanenza di risultati indiscutibili e validi. Nel giugno 2018 Roberto Luciani pubblica l’articolo Fabrizio Evangelisti Inquadramento sul Magazine Wall Street International.

Fabrizio Evangelisti, Anelando carogne, olio su tela, 2015

Salvo Maria Fortuna

Pittore e scultore molto attivo, Salvo Maria Fortuna ha una produzione cinquantennale vasta ed eclettica, comprendente esperienze che spaziano dal linguaggio figurativo fino all’astratto.
In entrambe le manifestazioni la chiarezza delle forme e la compostezza dei dialoghi cromatici si pongono in un felice contrasto di distensioni e tensioni dagli avvolgenti segni e straordinari risultati, si veda ad esempio la differenza tra le opere Composizione, (acrilico su tela, 2019) e  Castel Sant’Angelo (acrilico su tela, 2018).

Salvo Maria Fortuna, Castel Sant’Angelo, acrilico su tela, 2018

Da qualche anno tuttavia, questo artista ormai riconosciuto come autorità nel campo dell’arte, per essere maestro del tridimensionale con le sue vigorose ed intense opere plastiche e contemporaneamente di eterei paesaggi acquerellati, esce dal figurativo lasciandosi andare esclusivamente e vivacemente all’astratto.

Si tratta di linee seducenti che si inseguono sulla tela convergendo direttamente agli occhi e all’anima dell’osservatore: esili o compatte, manifestate esclusivamente dai colori primari, sono capaci di evocare la luce quando si schiariscono e così intense da scurirsi quando si sovrappongono. Nel Maggio 2019 ha esposto la sua produzione recente nella mostra Salvo Maria Fortuna FormeColoriEmozioni, curata da Roberto Luciani, con allestimento sperimentale di Giusi Canzoneri, al Museo Archeologico di Anzio.

Salvo Maria Fortuna, Composizione, acrilico su tela, 2019

Herman Normoid

Nasce nel 1966 al Cairo da padre italiano e madre siriana, cresce, vive e lavora a Roma con una costante frequentazione della città di Buenos Aires.

A 25 anni termina la sua specializzazione nella conservazione dei beni culturali presso l’ICCROM/UNESCO. Questa posizione professionale privilegiata lo fa venire presto in contatto con opere di grande interesse artistico e culturale sia in Italia che in Afganistan e Iraq. Comincia a dipingere nella sua piena maturità esprimendosi specialmente attraverso la pittura informale e neoespressionista. Nel 2007 fonda la corrente di pensiero da lui stesso denominata “Volumismo”, di cui cura la redazione del manifesto e la nascita di un gruppo di lavoro insieme ad altri colleghi.

L’autore ha scelto di presentarsi al pubblico con un logo disegnato dal grafico argentino Alejandro Fernandez Vales e con il motto “Proud to be Obsolete”, fiero di essere obsoleto, che vuole evidenziare tanto il suo spirito ironico quanto il suo rispetto per l’arte dei grandi maestri di tutte le epoche.
Ha esposto a Roma, a Palermo, a Napoli e a Buenos Aires. L’Accademia Nazionale d’Arte Antica e Moderna di Roma cura il catalogo generale e l’archivio delle sue opere.

Nel 2015 Roberto Luciani pubblica per l’Unione Europea Esperti d’Arte il prezioso volume Subconscio Conversando con Herman Normoid, recensito anche da Collezione da Tiffany. Nel 2016 l’artista espone al Polo Museale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo, Palazzo Riso, in una mostra curata da Philippe Daverio con testo critico in catalogo di Roberto Luciani.

Herman Normoid, Vincoli imbarazzanti, acrilico su tavola lignea, 2010

Nicola Maria Spagnoli

La rivisitazione del senso della memoria dei segni è da sempre presente nelle opere di Spagnoli, dove si addensano retaggi e significati del passato.

Non è un caso quindi, che l’artista, nato a San Marco in Lamis in Puglia, dedica alle protostoriche Stele Daunie, il ciclo denominato Dauni.

Anche nell’altro ciclo denominato Caementa riaffiorano le radici dell’artista, che presenta tele, materiche e cementate, capaci di rievocare e raccontare i miti della sua terra, con la preziosità degli stucchi e il gioco della luce sulla superficie delle modanature architettoniche. Il rapporto tra materia e luce dà quindi luogo a sacrali e misteriosi arabeschi moderni e antichissimi al tempo stesso, ed anche questa è una riappropriazione, in virtù di capacità ed ironia, del suo mondo lontano. Teste senza figure, figure senza teste, totem bianchi, cementi su tela, in sintesi l’affermazione e la negazione contemporaneamente.

La grande arte del passato non poteva rassegnarsi ad essere contaminata da Spagnoli che con il ciclo Superfetazioni ha fatto tentativi di inserimento nel contemporaneo. In realtà, oltre ai ricorsi storici più o meno pompieristici, in un recente passato abbiamo avuto il variegato Neomanierismo o la stessa transavanguardia che ha “citato” anche il passato recente. Con spirito “citazionista” l’artista riesce con l’arma dell’ironia e della sdrammatizzazione ad imporsi.

Nel novembre 2018 Roberto Luciani pubblica l’articolo Nicola Maria Spagnoli. Dauni, Caementa, Bitumi, Superfetazioni sul Magazine Wall Street International.

Nicola Maria Spagnoli, Ritratto del critico Roberto Luciani, carboncino su carta, 2019

Simona Liberati

Le opere di Simona Liberati raffigurano una giungla metropolitana costituita da elefanti, scimmie, leoni, uccelli, tigri; l’artista utilizza infatti nelle sue opere gli animali mettendoli in primo piano e presentandoli non in forma classica ma con intento dissacrante ed ironico.

Sono ritratti di animali caratterizzati dalla loro personalità, con individuali espressioni reali e non simboliche, ripresi quasi sempre con le fauci spalancate. Simona libera questi animali dal regno in cui l’uomo li ha confinati andando a scoprire in ognuno di loro l’unicità dell’individuo, aspetto che riesce ad esaltare grazie alle sue capacità tecniche eccezionali. Ed appunto Animalia è il titolo di una sua mostra allestita qualche anno fa alla Galleria Cà d’Oro in piazza di Spagna a Roma.

La sua ricerca non si esaurisce tuttavia nella rappresentazione di Animali, estrinsecandosi anche in ritratti e figure umane. Donne, uomini, bambini sono sempre colti in primo piano, con lo sguardo perforante e fisso verso l’osservatore, capace di far riflettere sul mistero e l’importanza della vita e riscoprire emozioni sopite dalla quotidianità, per farci ritrovare individui, singoli ma uniti.

Tra le opere della Collezione Animalia esposte in ArsNova Gallery troviamo Sguardo di Luce (Leone) e Liberazione (Gorilla), tra le opere che ritraggono figure umane troviamo Senza Titolo e Pietas et Misericordia.

Nel giugno 2019 Roberto Luciani pubblica l’articolo Psychological Portraits Simona Liberati sul Magazine Wall Street International.

Simona Liberati, Liberazione, olio su tela, 2016

Romina Aymino

Le opere di Romina Aymino sono essenzialmente autobiografiche, rappresentando quasi tutti i momenti cruciali e determinanti della sua vita, le sue inclinazioni ed i suoi tratti caratteriali più marcati.

Tre sono le caratteristiche forti e pregnanti dei lavori della pittrice, necessarie per poter realmente comprendere l’unità della sua opera. La prima è la speranza oltre l’apparenza, la possibilità oltre la realtà, il colore oltre il buio. La seconda, l’impossibilità di giudicare tele e disegni come semplicistici, per giudicarli è necessario fermarsi, cercare il perché di ogni pennellata, di ogni tratto di matita o penna. La terza caratteristica è la scelta mai lasciata al caso dei colori, della loro luminosità, della loro intensità, della loro disposizione.

Una ricerca verso la condizione umana dell’uomo contemporaneo ha portato la giovane artista romana a realizzare nella produzione recente dei “Cavatappi”. Per lei, infatti, il cavatappi è un piccolo uomo stilizzato di acciaio che riesce con la forza delle braccia ad estrarre tappi che suggellano qualcosa, è la versione machiavellica che tutti noi portiamo dentro, è la nostra parte oscura, la nostra freddezza, siamo noi quando perdiamo la nostra anima. Tra le opere esposte in Arsnova Gallery troviamo La privazione dell’io (2019)e Il sognatore e concetti astratti di una realtà apparente (2019).

Romina Aymino, La privazione dell’io, olio e tecnica mista su tavola, 2019

La mission della Arsnova Gallery sta quindi nel promuovere il lavoro di artisti italiani affermati e in crescita, in alcuni casi mai esposti prima in Italia, sviluppando nuove forme di dialogo tra artisti famosi ed emergenti. In pochi mesi dalla nascita, la galleria, anche collaborando attivamente con associazioni, istituzioni pubbliche, altre importanti gallerie d’arte contemporanee, è diventata un punto di riferimento imprescindibile nel sistema dell’arte italiana.



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3 Comments

  1. herman normoid

    Un giorno un’amica mi chiese “sai quali sono i migliori clienti dei galleristi italiani?”…e io “non saprei…gli imprenditori?” e lei…”no, gli artisti”. Ecco, questo non è il caso della ArsNova. Stanno provando una strada nuova, mediando tra la classica galleria fisica e la galleria online: selezione curata, rispetto per gli artisti e un po’ di sano coraggio imprenditoriale. Speriamo bene e…grazie.

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  2. Claudia

    YMINO ROMINA BRAVISSIMA.. RISPECCHIA QUEL MONDO PARALLELO DOVE AVVOLTE L’ESSERE UMANO SI RIFUGIA DOVE AVVOLTE CN TANTO POSITIVISMO CERCHIAMO LA LUCE QUASI OSTINANDOCI FINO ALL’infinito… Bellissime opere di grande spessore…. Complimenti alla pittrice Romana

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  3. Francesco Maria Fraschetti

    Romina Aymino oltre che un’amica, è una giovane e visionaria portavoce dei nostri stati d’animo più nascosti, brava e sincera! La forte tensione rappresentativa nei suoi dipinti descritta tramite gli oggetti di uso comune, raggiunge uno stato metafisico di comunicazione, tramite l’utilizzo del colore e della profondità prospettica.

    Inoltre un particolare pensiero è per il sempre apprezzato e stimato Salvo Maria Fortuna, navigato ma mai sazio del viaggio nell’arte, Maestro di molteplici tecniche e sapiente manipolatore e modificatore della materia inerte e non.

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