La seconda Guerra Mondiale è un lontano ricordo ma dal 1945 ad oggi si è potuto parlare di pace? Ovvero il mondo ha abbandonato l’uso delle armi?
La condanna unanime del mondo alla Guerra ed all’uso delle armi non sempre ha trovato “terreno fertile” ad oggi più che mai c’è un ritorno ai movimenti pacifisti.
Il pacifismo è l’insieme di idee o comportamenti che condanna la guerra e valuta la pace come obbiettivo primario da conseguire fra gli Stati. Tale movimento d’ opinione si sviluppò nel XVIII secolo. Allora furono infatti proprio gli illuministi a proporre progetti di accordi internazionali volti a limitare l’autonomia dei singoli Stati e a fondare un governo mondiale posto al di sopra di quelle nazionali. All’interno del movimento pacifista si affermò anche l’idea secondo la quale la pace fosse raggiungibile e assicurata soltanto attraverso sistemi politici e democratici e liberali, aditi al dialogo e alla collaborazione economica. All’inizio del Novecento venne inoltre istituito il premio Nobel per la pace, per dare l’appropriato riconoscimento a coloro che si fossero particolarmente distinti nella lotta contro la guerra ed ogni forma di violenza. Gli obbrobri delle due guerre mondiali e il pericolo di un conflitto nucleare durante la guerra fredda, hanno dato un forte impulso al movimento pacifista. Nel mondo cattolico è stato fondamentale l’impegno dei pontefici contro i conflitti, spesso sfociato in una vera e propria denuncia alla guerra, come era già accaduto con la presa di posizione di Benedetto XV, che aveva definito la prima guerra mondiale un’“inutile strage”. Anche nell’ambito dell’opinione pubblica gli errori delle guerre alimentarono sempre di più atteggiamenti contrari ad ogni forma di violenza, mentre nel contempo il pacifismo radicale reclamava anche la rinuncia alla legittima difesa, costituzionalmente garantito nell’articolo 11.
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