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Gli atteggiamenti

Gli atteggiamenti sono un componente comune delle nostre conversazioni. Nelle conversazioni quotidiane parliamo spesso di atteggiamenti positivi o negativi verso oggetti diversi (cose e persone). Infatti diciamo comunemente che abbiamo un atteggiamento positivo verso una particolare attività fisica o verso i mezzi pubblici o in riferimento a personaggi politici, a partiti od a certe iniziative politiche.

 

Ma cosa effettivamente sono gli atteggiamenti? Possiamo dire che sono le nostre valutazioni verso elementi del mondo sociale e ci interessano perché riteniamo ci possano permettere di prevedere la condotta delle persone. Questa possibilità di prevedere è importante perché tutti preferiamo muoverci in ambienti conosciuti, sapere che cosa ci può succedere quando facciamo certe cose o facciamo certe affermazioni, pertanto conoscere gli atteggiamenti delle persone che ci circondano permette di rendere prevedibile questo ambiente e ciò che il nostro comportamento potrà suscitare.

 

Gli atteggiamenti sono interessanti nella vita quotidiana delle persone e sono interessanti anche per gli scienziati, per gli psicologi sociali perché gli atteggiamenti hanno una presunta relazione con la condotta, sono interessanti anche per gli psicologi sociali cognitivisti, che hanno messo in evidenza, negli ultimi 20 anni, come gli atteggiamenti esercitano una forte influenza sui processi cognitivi, quindi influenzano il modo in cui noi percepiamo la realtà esterna e il modo in cui noi prendiamo decisioni importanti.

 

Possiamo brevemente accennare a tre aspetti della nostra vita che sono correlati ai nostri atteggiamenti: la salute, i consumi e la politica.

Infatti se ci riflettiamo un attimo, ci rendiamo conto di come gli atteggiamenti ci influenzano nelle scelte che riguardano la salute, per esempio ci può essere un atteggiamento favorevole o negativo nei confronti di condotte salutari o viceversa di condotte che comportano rischi per la salute quali alimentazione/fumo/assunzione di droghe/guida in stato di ebbrezza.

 

Abbiamo poi atteggiamenti che intervengono in scelte che riguardano i consumi: per esempio la scelta dell’abbigliamento è fortemente influenzata da atteggiamenti, che sono molto variabili in funzione delle categorie sociali e le fasce d’età. E’ utile ricordare che sulla moda c’è una varietà di atteggiamenti per categorie sociali. Gli atteggiamenti in questo settore sono forse quelli soggetti a un cambiamento più rapido e non sono certo tra gli atteggiamenti più stabili, soprattutto perché influenzati dalle comunicazioni pubblicitarie del settore che, per incrementare le vendite, tendono a suscitare in noi atteggiamenti sempre diversi e a introdurre nuovi prodotti.

Infine ci sono gli atteggiamenti che intervengono in scelte riguardanti la politica: continuamente leggiamo articoli oppure esprimiamo valutazioni sugli uomini politici, oppure, quando sull’autobus o nel bar ripensiamo alle trasmissioni ed ai dibattiti politici, ne discutiamo. Però gli atteggiamenti politici non riguardano solo i personaggi ma anche le diverse iniziative, i tipi di legge etc. Inoltre gli atteggiamenti intervengono in decisioni importanti da parte degli uomini di grande potere e capi di stato che fanno scelte rilevanti per le relazioni fra gruppi e nazioni.

 

Quindi gli atteggiamenti possono avere una notevole importanza ed esercitare una notevole influenza sulla vita quotidiana.

Pertanto concludendo fissiamo le idee sul concetto di “atteggiamento” e riportiamo di seguito la definizione attualmente più largamente condivisa: con “atteggiamento” si fa riferimento ad una tendenza psicologica che viene espressa valutando una particolare entità con un particolare grado di favore o sfavore.

 

Questa è la definizione utilizzata da Eagly e Chaiken nel 1993 in cui non si fa riferimento a uno specifico processo di formazione degli atteggiamenti, quindi si utilizza l’etichetta “atteggiamenti” indipendentemente dal processo con il quale questa tendenza psicologica è stata acquisita. Inoltre è importante fare attenzione che parlare di tendenza psicologica fa riferimento sia a una qualche entità che non è direttamente osservabile, sia al fatto che questa entità ha una sua durata, durata che è però variabile. Infatti ci sono atteggiamenti che hanno una notevole stabilità e al limite possono durare per tutto l’arco della vita di una persona, mentre ci sono atteggiamenti di durata più limitata, come quelli relativi all’ambito della moda.

La seconda parte della definizione sottolinea altri due aspetti anch’essi importanti: da un lato l’atteggiamento deve contenere una componente valutativa: pertanto l’atteggiamento è una valutazione; dall’altro deve riguardare una entità, quindi l’atteggiamento deve riguardare un oggetto, che può avere una diversa natura: può essere effettivamente un oggetto materiale un armadio, una casa, ma anche astratto, perché si possono avere atteggiamenti verso ideologie, attività, autori.

Quindi si può dire che gli atteggiamenti non sono semplici informazioni prive di implicazioni valutative: per parlare di atteggiamento deve essere presente una componente valutativa; gli atteggiamenti non vanno confusi con stati o disposizioni personali, ad esempio l’umore o tratti di personalità. Gli stati d’umore sono variabili e si differenziano dall’atteggiamento perché non hanno un oggetto sul quale dirigersi. Ci si sente allegri, tristi, ma non sono umori diretti verso un oggetto o una persona e non esprimono una valutazione; lo stesso dicasi per i tratti di personalità: potrebbero essere assimilati all’atteggiamento in quanto tendenze psicologiche relativamente stabili, però non hanno un preciso oggetto di riferimento; infatti una persona si dice estroversa o introversa al di là delle specifiche persone con cui si trova ad interagire.



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