Una microregione: 335 mila abitanti aggregati in 136 Comuni e due province, 4.438 chilometri quadrati di territorio per il 54 per cento in montagna. Il Molise, la più giovane regione italiana, sconta ancora ritardi e arretratezze di una storia di emarginazione e subordine. Già contado del regno di Napoli, poi saldato amministrativamente dall’Abruzzo, il Molise ritrovò nel 1970, con l’autonomia, la grande speranza dello sviluppo.
Proprio per l’isolamento in cui è vissuto a lungo e per la misera che ha provocato un’emigrazione di dimensioni bibliche (un terzo della popolazione vive all’estero), questa regione ha mantenuto intatte due cose che rappresentano un’eccezionale ricchezza: antichi paesi sconosciuti e un artigianato ancora immune dalle ambizioni dei “designers” dell’industria. Pochi sanno, ad esempio, che ad Agnone, che ha conservato la struttura non solo esteriore di una repubblica comunale del Medioevo, si costruiscono le campane per le chiese più famose del mondo: da Redipuglia a San Patrizio di New York. Agnone, in provincia di Campobasso, sorge su una collina di 800 metri, presso il fiume Verrino. La cittadina è stata fondata da profughi scampati all’eccidio della vicina Aquilonia (293 a.C.) dove ancora si trovano i resti di un grandioso anfiteatro. Ad Agnone, a Capracotta e in altri paesi vicini vi sono botteghe di autentici maestri nell’arte del rame, di battilori, di incisori. A Isernia, duemila donne lavorano il tombolo, un ricamo che fu insegnato dalle suore spagnole nei Seicento. In un’Italia travolta dai prodotti dell’industria di massa, è questo un artigianato da salvare e valorizzare.
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