La buona nutrizione inizia alla nascita: per questo l’allattamento al seno è da sempre uno dei cavalli di battaglia dell’UNICEF e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), promotori tra l’altro di un notissimo Codice sulla commercializzazione dei surrogati del latte materno.
Si stima che un corretto allattamento al seno (esclusivo nei primi 6 mesi di vita del bambino, integrato con alimenti nei 18 mesi successivi) potrebbe ridurre di circa il 20% la mortalità infantile nei Paesi in via di sviluppo.
Purtroppo l’allattamento al seno è abbandonato o protratto troppo brevemente proprio laddove sarebbe più necessario: nell’Africa subsahariana, appena il 22% dei neonati è nutrito esclusivamente con latte materno fino al compimento del primo semestre di vita.
Anche nei paesi ad elevata incidenza di HIV/AIDS, l’allattamento al seno è spesso l’opzione che comporta il minor rischio di contagio del virus dalla mamma al bambino.
L’UNICEF promuove programmi di monitoraggio sulla salute e sullo stato nutrizionale delle donne incinte, la diffusione di micronutrienti (acido folico, zinco, iodio, vitamina A ecc.) tanto alle madri quanto ai bambini sotto i 5 anni e il controllo degli indicatori nutrizionali dei neonati e dei bambini per prevenire o curare tempestivamente l’insorgenza dei vari stadi della malnutrizione.
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