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Uscire (in mare) o non uscire, questo è il problema …..

Oramai avete già fatto le vostre primissime esperienze di navigazione, o attraverso corsi o attraverso crociere in cui avete partecipato attivamente, oppure con una serie di uscite con amici.

In questi casi, a bordo c’era sempre uno skipper oppure una persona più esperta di voi, che prendeva le principali decisioni; ad esempio, se le condizioni meteo erano favorevoli per l’uscita, verso che specchio di mare dirigersi, se fare indossare i giubbotti di salvataggio piuttosto che le cinture di sicurezza, e, se si naviga a vela, quali vele issare (o magari se modificarle nel corso dell’uscita se le condizioni cambiano).

Ora avete di fronte a voi un grande cambiamento: state cominciando ad uscire “per conto vostro” e magari siete a bordo la persona più esperta. Di conseguenza, sarà vostra la responsabilità di compiere quelle scelte.

Bene, per quanto possa apparire un concetto banale, è davvero importante dedicare, come prima cosa, la giusta attenzione al primo degli aspetti sopra accennati, cioè valutare se le condizioni meteo sono favorevoli all’uscita. Naturalmente ciò dipende da tanti fattori, e le valutazioni che si debbono fare sono sia oggettive (ad esempio le previsioni meteo di cui siamo a conoscenza, la capacità dell’imbarcazione di tenere il mare), che soggettive (ad esempio l’esperienza dell’equipaggio, la sua resistenza al mal di mare, etc.).

Ai tempi dei miei inizi (e quindi quando INTERNET era un oggetto ancora sconosciuto, se non ai centri di ricerca americani) l’unica fonte per avere notizie sul tempo e sulle condizioni dei venti e dei mari erano i bollettini meteorologici, da sentire via radio, oppure da consultare nella bacheca del circolo, oppure, come accadeva a noi, nella vicinissima sede della Capitaneria di Porto.

Uscire quando ci sono previsioni di tempesta, o anche semplicemente mare molto grosso è non solo cosa da temerari, ma da persone irragionevoli.

Persino in occasioni di regate transoceaniche, in cui l’ora di partenza è fissata in precedenza e viene magari rispettata dal Comitato di Regata, è responsabilità dello skipper decidere se partire all’ora prefissata o attendere in porto il momento più opportuno o, eventualmente, seguire una rotta alternativa che consenta di aggirare la zona di maltempo previsto.

Adesso, almeno per chi ha accesso ad un collegamento ad INTERNET, le cose sono molto più semplici.

Esiste il sito meteorologico dell’Aeronautica, ove è presente anche il bollettino del mare, che però è piuttosto generico, e fornisce indicazioni solamente su macro aree (ad esempio il Tirreno Centrale) e su un limitato arco temporale 24-48 ore, ma vi sono anche molti siti che forniscono previsioni ben più accurate, in qualche caso specificamente dedicate ai naviganti o, specializzandosi sempre di più, ai velisti.

Ecco quindi windfinder, più orientato a chi deve svolgere regate oppure uscite di allenamento o comunque impegnative (sia dal punto di vista tecnico che fisico), oppure il meteo, con la sua sezione venti e mari, rivolto invece a chi vuole svolgere uscite di diporto.

 

Naturalmente, oltre alle previsioni meteo, sarà importante conoscere bene anche la zona di mare in cui state per navigare: eventuali secche, la presenza di particolari correnti, il modo in cui di solito si forma la “barra” alla foce di un fiume (il contrasto tra le onde del mare che entrano e la corrente del fiume medesimo). Condizioni apparentemente più che praticabili possono esserlo assai meno in presenza di uno o più dei sopracitati fattori.

Un altro elemento da valutare attentamente è la condizione della vostra imbarcazione: è in perfette condizioni? Oppure è logorata da un anno di uscite e fra poco sarà il momento di fare la periodica manutenzione ed il controllo di tutta l’attrezzatura? Nel secondo caso, tenete presente che il vostro limite si abbassa, alla stessa maniera di quando si viaggia con l’asfalto bagnato (volendo fare un parallelo con qualcosa ben noto a tutti).

Ad ogni modo, anche se la barca è in perfette condizioni, questo non vuol dire che non sia opportuno, anzi è buona regola,  controllare prima di uscire alcune principali parti dell’attrezzatura, in pratica quelle che maggiormente sono sottoposte a stress durante le uscite giornaliere: bozzelli, grilli, arridatoi, sartie, lande, etc.

Per finire un ultimo consiglio: la decisione spetta a voi, ma condividetela comunque con il vostro equipaggio. Presentate la situazione nel modo più oggettivo possibile e guardate le loro reazioni: se vedrete un po’ di tensione nei loro volti, forse è meglio lasciar perdere.

Se l’uscita è saltata, questo non significa che la giornata debba considerarsi persa: specie se la barca è distante dall’abitazione dei componenti dell’equipaggio, e quindi è difficile riprogrammare la giornata, quale migliore occasione per lavorare sulla barca, sistemare quella cosa che non si ha mai tempo di fare, tirare fuori scotte e cime e fargli prendere aria e sole, controllare le vele per vedere se comincia a crearsi qualche strappetto (che sotto l’azione del vento potrebbe portare a danni assai maggiori)?

Anche lavorando fianco a fianco sulla barca, sudando per tirarla a lucido, si forma lo spirito di gruppo dell’equipaggio.

 

Giorgio Bolens

Addetto Stampa G.S.VelaCom



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