In pieno sviluppo del 5G è importante ricordare gli albori della Rivoluzione Industriale perché le promesse del 5G ricordano il cambio di paradigma della Rivoluzione Industriale. Nel periodo in cui iniziarono le varie rivoluzioni nazionali e in cui più evidenti risultano le crepe che dividono la Santa Alleanza trionfa definitivamente, pur se in diverso modo e seguendo tempi diversi di paese in paese, la cosiddetta rivoluzione industriale. Il termine rivoluzione non deve trarre in inganno poiché non è qui usato a indicare un violento e improvviso sommovimento sociale bensi un mutare dei rapporti sociali, solo apparentemente lento, tra gli uomini in seguito a nuovi mezzi e sistemi di produzione: di qui, e dal fatto che questo movimento divenne evidente nel breve volgere di venti o trenta anni, il nome di rivoluzione. L’aggettivo industriale che lo qualifica sta a indicare in quale campo dell’attività sociale avvenne la « rivoluzione », Per rivoluzione industriale noi intendiamo quel fenomeno storico per cui si passa radicalmente e definitivamente da una società basata sull’agricoltura e sull’artigianato a una società che si fonda invece sull’industria. Base dell’industria sono, come tutti sanno, le macchine: quegli organismi meccanici, cioè, che sono in grado di produrre, con l’aiuto dell’uomo, al posto dell’uomo. La società precedente conosceva, più che una vera e propria industria, l’artigianato che poteva essere limitato al lavoro di un solo artigiano, con qualche apprendista, o organizzato in botteghe o aziende anche con numerosi dipendenti. Ora la macchina viene a sostituire, almeno in parte, il lavoro dell’uomo e dove prima era l’abilità di un solo uomo o di un gruppo di persone che determinava il valore di un manufatto ora invece è la macchina che produce tendendo a livellare i vari prodotti su degli schemi fissi in cui sempre minore importanza ha l’abilità dell’uomo. I primi problemi che circa questa mutata situazione tecnologica sonno di carattere sociale e morale: dalla rivoluzione industriale nascerà il proletariato industriale e il problema dell’alienazione dell’uomo.
I PROGRESSI DELLA SCIENZA E DELLA TECNICA
E importante esaminare i principali ritrovati tecnici che hanno appunto permesso quella rivoluzione. La prima avvenne nel campo tessile, già fin dal 1733, quando lohn Day aveva inventato la spoletta volante mentre, nel 1767, venne inventata la cosiddetta « giannetta filatrìce, che aveva preso questo nome dalla figlia dell’inventore. Questi nuovi sistemi avevano accelerato i processi di filatura. Il sistema era poi stato perfezionato qualche anno dopo flnché divenne una vera e propria macchina filatrice nel 1771, con l’applicazione della forza idraulica. Di basilare importanza risultò sul finire del secolo (1769) l’invenzione della macchina a vapore da parte di Iames Watt che venne a sostituire la forza idraulica nelle industrie tessili dando vita ai primi telai meccanici. La macchina a vapore venne pure applicata ad altre industrie, quali quella estrattiva delle miniere di carbone, ma avrà il suo defmitivo e deciso trionfo nell’applicazione alle vie di comunicazione. Le tappe fondamentali sono segnate dall’invenzione del battello a vapore (1807) da parte di Robert Fulton e di quello della locomotiva avvenuto nel 1825 a opera di Giorgio Stephenson. Ben presto importantissimi divennero i nuovi mezzi di comunicazione, soprattutto per l’incremento del
commercio, e le ferrovie si svilupparono ovviamente di più la dove maggiore era il livello industriale e commerciale, come nell’Inghilterra. Moltissime sono le altre invenzioni di questo periodo: basterà ricordarne qualcuna, come quella della clorina che serviva a sbiancare la stoffa e dei vari colori che diedero un nuovo impulso alla tintoria; quella del francobollo, a opera dell’inglese Rowland Hill, avvenuta nel 1840 e, quattro anni dopo, quella del telegrafo dovuta all’americano Samuel Morse. Di grande importanza è anche l’invenzione nel 1824 della calce idraulica che si chiamerà poi cemento di Portland, oltre a quella del gas illuminante, usato anche per il riscaldamento. Non ultima, e di grande importanza per lo sviluppo che avrà ai giorni nostri, quella della fotografla che, dall’inventore Daguerre, si chiamerà dagherrotipo. L’impiego di tutte queste nuove invenzioni al servizio dell’industria fanno sì che anche la gerarchia di questa si muti: l’industria siderurgica e quella meccanica tendono ora a prendere il primo posto.
Tra le conseguenze dell’industrializzazione vi sono la divisione e la spersonalizzazione del lavoro. Se, infatti, una volta l’artigiano era in grado di eseguire tutte le varie operazioni fmo a1 prodotto finito, ora invece l’operaio addetto ad una macchina esegue soltanto un tipo di lavorazione e, pertanto, il lavoro resta diviso tra i vari operai con grande profitto per la celerità della produzione, ma con una diminuzione di pregio del lavoro individuale. L’ operaio, infatti, può essere in qualsiasi momento sostituito da un altro, poiché, a parte certe particolari operazioni, la sua opera non richiede specializzazione alcuna. Altra conseguenza del nuovo corso industriale è quello della necessità di impiego di capitale mobile per cui le banche diventano istituti di credito. Infatti prima la tendenza di chi possedeva denaro era quella di acquistare delle proprietà terriere mentre ora i capitali si investono nelle industrie: nasce così la figura del capitalista imprenditore, di colui che possiede, o ha il credito per farseli anticipare dalle banche, molti danari, e può così comprare le macchine; nascono anche le società per azioni in cui il capitalista imprenditore vende una piccola parte della propria azienda sotto forma di azioni in modo da reperire il danaro necessario per la propria impresa economica.
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