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Diritto e Mitologia

Con la parola “diritto” si intende l’insieme delle norme di legge che regolano i rapporti sociali di una comunità. Il campo di idee, parole, norme e comportamenti sotteso alla nozione di “diritto” è enormeinoltre l’attività giuridica ha attraversato millenni di storia e subito elaborazioni e arricchimenti in diverse civiltà e culture. Risulta impossibile offrire una sintesi adeguata di un tema così vasto: mi limiterò pertanto a proporre singole tracce, spunti di riflessione, che emergono da episodi e racconti, nella speranza che attraverso questi si possa, se non leggere, almeno intravedere il complesso rapporto di continuità e differenze che lega il nostro presente al mondo antico.

In Grecia Afrodite, la bellissima dea dell’amore, ha un marito brutto e sciancato, Efesto ,il fabbro degli dei, e un amante, Ares, il giovane dio della guerra. Efesto, informato dal Sole del tradimento, decide di vendicarsi, tendendo una trappola agli amanti. Prepara una rete d’ oro invisibile, sottile come la tela di un ragno, ma indistruttibile, e la stende sul letto ,in modo che, appena i due si fossero coricati, li imprigionasse senza nessuna possibilità di fuga. Il piano riesce: Efesto chiama a gran voce tutte le divinità dell’ Olimpo perchè siano testimoni del tradimento. Gli dei, accorsi, scoppiano a ridere ,vedendo il dio della guerra imprigionato su un letto; solo Poseidone, il dio del mare, invita Efesto a sciogliere dalle catene Ares, promettendo che questi avrebbe pagato “tutto il giusto” davanti agli dei immortali. “Tutto il giusto” è il riscatto, in natura o in denaro, che permette ad un colpevole di evitare la vendetta di colui che ha subito il torto. Nel mondo omerico (è infatti Omero che ci racconta questo episodio, nell’ VIII canto dell’Odissea) non esistevano tribunali, e chi aveva subito un torto vendicava personalmente, con l’aiuto dei familiari, l’ offesa subita. Ma l’ offensore poteva evitare la vendetta, andando volontariamente in esilio, oppure offrendo all’ offeso un compenso, detto  ποινή (da cui il termine latino poena, e l’italiano pena),che l’ offeso era libero di accettare o rifiutare. Efesto respinge la proposta di Poseidone, dicendogli: “Se Ares, una volta liberato, fuggirà dimenticando il suo debito, come potró obbligarti davanti agli dei immortali?”. Allora Poseidone promette: “Se Ares fuggirà, dimenticando il suo debito, ti pagherò io il dovuto”. Questa volta Efesto acconsente, e libera gli amanti dalle catene. In questo episodio si può notare dunque il primo accordo socialmente riconosciuto come vincolante, in un mondo come quello omerico che non conosceva le garanzie giudiziarie. Omero testimonia così il momento in cui “in Grecia, per la prima volta in Europa, una serie di regole sociali si consolidò assumendo i caratteri della giuridicità”. Un altro esempio di ” regola sociale” divenuta poi norma giuridica è stato visto dagli studiosi nella contesa che all’ inizio dell’ Iliade oppone Achille ad Agamennone per il possesso della schiava Briseide. Questa contesa presuppone l’ esistenza di rigide convinzioni che regolavano la divisione del bottino, vale a dire l’ esistenza di elementi di diritto. Gli ascoltatori dei poemi omerici ritrovavano così, nelle storie fantastiche che sentivano narrare, situazioni, modelli di comportamento e giudizi di valore significativi per la società in cui vivevano.



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