Annica Cerino, dottoressa in Psicologia, Arte Terapia e counselor professionale, direttrice e formatrice della scuola di formazione alla relazione di aiuto, Centro Sarvas. Autrice de “Messaggio Bioenergetico Emozionale” e “Praticare il perdono” editi da Booksprint. Per la casa editrice di Reggio Emilia, Riccardo Edizioni, ha pubblicato “Terapia di gruppo e a mediazione artistica” e curato l’edizione italiana de “La Connessione Creativa” di Natalie Rogers, scrivendone anche la prefazione.
L’abbiamo incontrata ed intervistata a Roma in occasione di un recente incontro di Arte Terapia.
Domanda: Da quali percorsi e scuole di pensiero lei è giunta alla formulazione del suo metodo di fare arte terapia?
Risposta: Il mio punto di partenza è stato la psicologia umanistica, che si concentra sull’idea di una piena realizzazione delle possibilità della persona, soprattutto attraverso la relazione d’aiuto, che per me è al centro della cura. Mi ha molto ispirato, in questo senso, il pensiero di Carl Rogers e, per quanto riguarda il legame con l’arte e la creatività, quello di Nathalie Rogers. Da questi due autori ho tratto anche l’idea che fosse possibile una relazione d’aiuto anche all’interno dei gruppi.
Del mio bagaglio formativo fanno parte anche l’analisi psicocorporea e la bioenergetica, con le loro diverse applicazioni, rispetto alle quali molto mi ha insegnato Alexander Lowen.
Domanda: Quali i principali elementi che caratterizzano il suo metodo e quello della formazione, o percorso terapeutico, del Centro Sarvas?
Risposta: Elemento centrale del mio metodo è l’immagine, che non è da intendersi soltanto come prodotto artistico. Il prodotto non è il fine principale, il metodo che utilizzo dà rilievo al processo creativo assieme al contenuto che, in maniera più o meno consapevole, emerge e porta allo svelamento di contenuti inconsci o comunque non evidenti. Di fondamentale importanza, in questo processo, è la libertà di espressione, che consiste nell’utilizzo di tutti i mezzi artistici delle diverse arti, dai colori della pittura al movimento del teatro e della danza. Per me si tratta di strumenti che avvicinano alle proprie risorse, che spingono verso limiti non ancora conosciuti ed elaborati del sé.
Domanda: Le finalità di un percorso di Arte Terapia dove conducono?
Risposta: La finalità principale di un percorso di arte terapia è il superamento dei blocchi che ostacolano un armonioso sviluppo delle proprie potenzialità. Attraverso una presa di coscienza graduale, la persona che inizia questo cammino arriverà a conoscere sé stessa, cosa può fare, cosa pensava di non poter fare, o essere, e perché. In un certo senso l’arte terapia conduce alla liberazione del proprio vero sé.
Domanda: Lei è la direttrice del Centro Sarvas, centro di formazione alla relazione di aiuto e uno dei corsi principali è il corso di Arte Terapia. Che ogni anno forgia Arte Terapeuti professionali. Le sedi della scuola sono a Reggio Emilia e a Salerno, ma lei è emiliana o campana?
Risposta: Io sono campana, nello specifico sono originaria di un paese della provincia di Salerno, ma abito per gran parte del tempo a Reggio Emilia, che è anche la città in cui è nato mio figlio.
Entrambe le realtà, quella emiliana e quella campana, hanno contribuito alla mia formazione. Inoltre, in entrambe ho sviluppato capacità pragmatiche, immaginative e creative.
Domanda: Lei usa l’arte in maniera strumentale?
Risposta: Sì, è così. D’altronde l’arte fa qualcosa di diverso? Non credo.
A mio avviso, l’artista segue un suo personale percorso, in cui le opere, il prodotto sono le stazioni di un viaggio che dall’infinito va all’infinito. Il panorama interiore e, di riflesso, la realtà esterna corrono sui binari ultraveloci del cambiamento. Per questo motivo penso che l’arte sia il mezzo che permette di rendere visibile, concreto questo cambiamento. La vita è mutamento interiore continuo, l’arte è lo strumento che consente di rendere sperimentabili nel mondo esterno le tappe di questo mutamento.
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