Intervista alla cantautrice Silvia Frangipane
Sans toi avec moi (l’Amore dopo l’Amore) è uno spettacolo musicale tratto dall’omonimo disco di Silvia Frangipane che andrà in scena il prossimo 11 Dicembre alle ore 18.30 al Teatro Antigone e il 14 Dicembre alle ore 21.00 al Teatro Petrolini.
Il quartetto composto da Silvia Frangipane (Voce), Primiano Di Biase (Pianoforte), Renato Gattone (Contrabbasso), Simone Talone (Percussioni), si esibirà in uno spettacolo ricco di emozioni e suoni, narrando l’amore dopo l’amore, la bellezza del ricordo, la solitudine, la nostalgia delle notti d’amore, con la magia della lingua francese che avvolge lo spettatore in una atmosfera da sogno.
Silvia Come sono strutturati i tuoi spettacoli a Teatro? Canti solo? Parli col pubblico? Ti esibisci solo sui tuoi pezzi o inserisci nella scaletta anche brani di qualche altro chansonnier?
«Gli spettacoli che ho creato sono molto diversi tra di loro ma hanno un filo conduttore unico, un fil rouge: portare per mano lo spettatore in un mondo di emozioni. Per fare questo canto e parlo con il pubblico perché vorrei che la musica e le parole non siano cose distinte ma aspetti diversi dello stesso processo narrativo e musicale. Vorrei che il pubblico quasi non notasse la differenza quando parlo e quando canto, vorrei riuscire a creare un unico flusso emozionale con il suono delle parole e delle note.
Parto con un’idea di ciò che desidero comunicare con lo spettacolo, delle emozioni che spero di suscitare nel pubblico e in base a ciò scelgo le musiche e scrivo il testo. I brani cantati per lo stesso motivo possono essere miei e non. Nel nuovo spettacolo Sans toi avec moi, che si basa prevalentemente sul mio album, ho voluto comunque inserire dei brani di grandi chansonniers come Jacques Brel, George Brassens, e di grandi cantanti come Juliette Gréco. L’ho fatto perché rientravano nel contesto emotivo che volevo seguire, rientravano in un percorso musicale omogeneo che mi ero prefissata e alcuni di questi brani sono così vicini al mio sentire che avrei voluto addirittura scriverli io tanto mi rappresentano».
Musicista, interprete, cantautrice, attrice, scrittrice, ballerina: quale tipo di danza hai praticato? Cosa hai inserito della danza nel tuo Album Sans toi avec moi? Che tipo di contaminazioni musicali?
«Ho sempre amato il ballo insieme alla musica e al teatro. Amo i balli di coppia perché si crea una sinergia, un nastro con il ballerino, in uno scambio di energia tonificante e disarmante allo stesso tempo.
Ho studiato e praticato negli anni in momenti diversi tanti balli di coppia: dagli standard come valzer inglese, valzer viennese, tango internazionale, quick-step, slow-fox, ai balli latino-americani come la rumba, il samba, il cha cha cha, ai balli popolari come la mazurka e la polka, ai caraibici come la salsa e la bachata. Per poi arrivare al tango argentino. Balere e milonghe per vivere il ballo con abbandono e alcune gare ed esibizioni per migliorarlo tecnicamente. Il tango e il valzer sono sicuramente parte del mio sentire, perché li ho tanto ballati e li sento davvero dentro di me, ed è per questo che hanno uno spazio e un ruolo importante nel mio album Sans toi avec moi. Nel mio album ci sono tanti generi musicali e tante contaminazioni: dalla ballad al valzer di sapore francese un po’ retrò, alla musica antica rinascimentale, al ritmo incalzante dei balli popolari, al jazz internazionale. E con gli arrangiamenti di Primiano Di Biase tutto si fonde e si confonde in un suono morbido e struggente tra piano, fisarmonica, contrabbasso e percussioni che rincorrono ed avvolgono la voce in un ballo senza fine».
Mi ha incuriosito lo spettacolo in Duo Voce e Piano con Primiano di Base, Il Café de Paris Duo, che hai portato in scena nel 2017. Di che cosa si trattava?
«Il Café de Paris Duo è un Duo che ho creato con Primiano Di Biase quando ci siamo conosciuti e abbiamo deciso di presentarci al pubblico insieme.
È un duo per Voce e Piano sorto con l’idea di proporre la musica della grande chanson française del ‘900: Brassens, Piaf, Gréco, Trenet, Aznavour, Brel, Ferré, e così via. Dall’idea del semplice concerto, che sarebbe stata una rivisitazione musicale di un momento storico e culturale d’eccezione, sono poi passata all’idea della creazione di spettacoli originali con tale repertorio, da cui attingere opportunamente sulla base della storia da proporre al pubblico».
Hai scritto e diretto la commedia musicale L’Amour, nella quale canti e reciti accompagnata dall’impareggiabile – pianista, musicista e compositore – Maestro Primiano Di Biase, in quali forme declina il concetto di Amore?
«L’Amour, ovvero gli aspetti dell’amore, è uno spettacolo dove il canto e la recitazione si rincorrono in un gioco di emozioni e di ruoli e dove le splendide canzoni francesi dei grandi chansonniers diventano l’occasione per parlare delle esperienze dell’amore, delle illusioni e delle disillusioni, il tutto in modo confidenziale, sincero, spiritoso e dissacrante. Le emozioni indotte dalla musica vogliono far evocare nel pubblico, ricordi, desideri e sogni d’amore, e le considerazioni di vita vissuta, chiaramente al femminile, vogliono confortare le donne e sorprendere gli uomini, e alla fine soprattutto far sorridere entrambi.
In questo spettacolo Primiano Di Biase non solo mi fa da pianista, ma mi affianca nel gioco inatteso che creo per il pubblico facendomi da spalla, una spalla maschile solida, disinvolta e spiritosa.
La riporteremo in scena sicuramente nel 2023 avendo ricevuto degli splendidi feed-back da parte del pubblico femminile e non, ed avendo dovuto sospendere le repliche con il lock-down del 2020».
Nello spettacolo La Luna e La Sirena, canti e sogni di mare e d’amore, che hai portato in scena a Napoli, ti sei dedicata anche alla Fiaba?
«Quando ho deciso di mettere in piedi uno spettacolo di Musica Napoletata sul Mare e sulle Sirene quindi sulla Voce del Mare e dell’Amore, ho pensato che i testi giusti fossero la poesia e la fiaba. Le onde del mare vanno e vengono come i versi di una poesia e l’atmosfera magica del mare e della Luna è ben rappresentata dalla fiaba. E così ho scritto dei piccoli versi in forma di poemetto (forte dello studio dell’Ariosto e del Tasso che tanto amavo da bambina) e sono andata alla ricerca di fiabe su principesse e sirene. E le ho trovate in uno scrittore napoletano contemporaneo Mario Boffo, che già conoscevo. E così dopo avergli chiesto il permesso le ho adattate al mio spettacole inserendole nel contesto musicale e soprattutto emotivo dello spettacolo. In questo caso desideravo che il pubblico si sentisse cullato dalle onde della musica come se si trovasse su una piccola barchetta a Napoli al chiaro di luna tra sogno, mare e nostalgia. Insomma uno spettacolo di struggimento amoroso».
Perché hai scelto come nome d’arte Silviartistica? E perché ti definisci una donna in bianco e nero? Luce e ombra? Giorno e notte? Sole e Luna? Vuoto e pieno? Maschio e Femmina? Ti interessa come dualità?
«Il nome silviartistica nacque inizialmente per il mio sito quando oramai molti anni fa iniziai a pensarlo, definirlo e costruirlo. Volevo un nome che mi permettesse di raccontare lavori diversi in campo artistico rappresentandomi nella molteplicità di ciò che volevo creare, che volevo portare al pubblico e così inizialmente lo usai anche come nome d’arte. Ora in realtà l’ho abbandonato come nome d’arte perché ha fatto la sua funzione: di creare una gentile curiosità nel pubblico. Come fanno i giapponesi l’ho ringraziato prima di riporlo in questa sua seconda veste e l’ho lasciato padrone del nome del mio sito.
Io amo molto il bianco e nero nella fotografia e nel cinema. Trovo che i toni di nero, grigio e bianco siano così ricchi di messaggi fisici e spirituali e che il colore distragga dall’anima che la foto o la ripresa vogliono rappresentare. Amo inoltre molto il periodo storico in cui si è sviluppato in modo pieno tra gli anni ’20 e ’60 del Novecento. È un periodo che mi rappresenta. Inoltre lo amo molto da un punto di vista stilistico ed estetico. Io mi vedo in nero, mi vesto in nero e, in estate, con qualche sprazzo di bianco. Sento che il nero mi rappresenta e mi definisce ed è diventato parte del mio stile non solo artistico. È verissimo però che esso rappresenta anche esteticamente ed in termini di vibrazioni la dualità. La dualità è un aspetto importante della vita che ho capito solo in età adulta che spiega tante cose. Difficile da afferrare a pieno, ma è così affascinante metterlo al centro di tanti pensieri perché ti dà l’impressione di dare un senso a tante cose. E io sono sempre alla ricerca del senso delle cose».
So che ti occupi di un’attività di volontariato, il progetto Note di Ricordi: Music Therapy for Old People. In che cosa consiste?
«Sì. È un progetto dedicato agli anziani che vivono nelle case di riposo soprattutto pubbliche. Nel 2013 ho pensato che dovevo inventarmi qualcosa nel volontariato, qualcosa di diverso che fossi in grado di fare in modo autonomo per amore e non solo per pietà o senso sociale. E così ho creato il Progetto Note di Ricordi: Music Theraphy for old people.
Sono convinta del valore terapeutico e liberatorio della musica e ho cercato di fare la mia parte.
Ho organizzato numerosi concerti nelle case di cura nei periodi in cui sono più soli: a Natale, Pasqua, Ferragosto, Carnevale. Ho creato un repertorio di musica soprattutto italiana (solamente un paio di brani tra francese, spagnolo e inglese) che va dagli anni ‘30 del ‘900 fino agli anni ’80. Sono musiche che hanno accompagnato la loro vita, che rappresentano l’Italia del ‘900 e che loro possono cantare con me: e lo fanno!
Inizialmente ho contattato le case di cura in modo autonomo, poi ho avviato una collaborazione con i volontari di Sant’Egidio che seguono gli anziani e hanno contatti con queste strutture, e ho partecipato anche alle loro feste di piazza per gli anziani di quartiere.
Loro si aspettavano sempre un cantautore in jeans, ed io mi sono sempre presentata alle tre del pomeriggio, vestita da sera, truccata, con i tacchi alti, il mixer, le casse, le basi e il mio microfono. Dopo il primo incontro si sono vestiti da sera anche loro, anche qualcuno in sedia a rotelle. E allora ho capito che qualcosa di buono stavo riuscendo a farla.
Purtroppo con la pandemia l’accesso a queste strutture è stato sospeso. Ma io aspetto e sono sicura che loro aspettano me».
Non hai tralasciato nulla nella tua formazione, tra Voce e alimentazione (12.11.2016), La Palestra della Voce, Forza, Flessibilità (11.2015), Liberare la Voce Naturale (10.2015), La Consapevolezza della Respirazione (10.2015), Seminario intensivo di Cabaret (12.2011) e sei anche laureata in Lettere e Filosofia e in Scienze Statistiche ed Economiche. Cos’altro devi esplorare?
«Io amo molto lo studio perché mi ha sempre aperto la porta a dei nuovi mondi, ogni cosa che ho studiato mi ha dato una piccola sfaccettatura, un punto di vista diverso che poi si aggiunge agli altri e apre il grand’angolo della nostra visione mentale e spirituale. Ho sempre studiato tanto e ancora lo sto facendo. La conoscenza è fatica perché per fare una sintesi che abbia un senso, per noi in primis, dobbiamo essere passati per l’analisi. E l’analisi richiede tempo e dedizione.
Contestualmente per studiare bisogna avere un grande rispetto per chi le cose le sa e le sa bene, per chi ha dedicato una vita a certi aspetti dell’esistenza e della conoscenza. Quindi ci vuole anche fiducia e rispetto della conoscenza altrui per sapersi mettere nel giusto ascolto che prelude l’apprendimento.
Di cose ne vorrei esplorare tante, la lista sarebbe molto lunga, ma sicuramente questa vita non mi basterà. Già mi accontenterei di riuscire a migliorare ciò che sto facendo ora con la musica e lo spettacolo, sapere che veramente ho un piccolo pubblico che si riconosce in ciò che propongo e in ciò che comunico con la mia musica. Per fare ciò devo continuare a studiare, ad approfondire, a creare, a proporre e soprattutto ad avere coraggio. Sperando di avere la giusta consapevolezza di me per me, per chi mi ascolta, per chi mi guarda, per chi mi sfiora e chi mi vorrà accompagnare ne prossimi passi dopo ‘l’Amore dopo l’Amore’, verso ‘la Vita dopo la Vita’».
Hai in programma qualche spettacolo a breve? Dove e quando?
«Assolutamente sì. Lo spettacolo SANS TOI AVEC MOI, l’amore dopo l’amore, andrà in scena al Teatro Antigone l’11 Dicembre e al Teatro Petrolini il 14 Dicembre. Sarò la Voce dell’Amore dopo L’Amore con Primiano Di Biase al Piano, Renato Gattone al contrabbasso e Simone Talone alle percussioni. Il primo tassello di RIVE GAUCHE, emozione in musica sulla Rive Gauche romana del Testaccio. Vi aspettiamo!».
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