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19th
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Idea di Europa -Alessandro Magno

Alessandro (detto poi “Magno” o “Grande” per la vastità della sua opera) saliva al trono giovanissimo, essendo nato nel 356, ma aveva già avuto modo di mettere in mostra le sue doti di condottiero nato e di trascinatore delle genti. Era dotato di un intelligenza straordinaria, di un’intuizione fulminea dei problemi sia politici che militari, di un incredibile resistenza alla fatica e di un coraggio temerario; queste sue doti naturali erano state poi potenziate dall’ esempio paterno e da un’di prim’ ordine ricevuta da Aristotele, il massimo filosofo dell’ antichità. Alessandro ereditava un regno solido e ben organizzato, e delle direttive politiche chiaramente delineate; tuttavia gli inizi del suo regno furono assai incerti. L’ improvvisa scomparsa di Filippo aveva generato una situazione familiare intricatissima: egli la risolse con la stessa decisione con cui sciolse più tardi il nodo di di Gordio, eliminando spietatamente tutti i concorrenti. Dovette poi guerreggiare due anni nelle terre settentrionali, per neutralizzare il pericolo dei barbari.. infine, essendosi sparsa la falsa notizia della sua morte, tutta la Grecia si ribellò e rinnegò i patti di Corinto. Sparta ed Atene capeggiavano la rivolta, con l’appoggio persiano (Demostene aveva ricevuto una forte somma dal Gran Re per assoldare mercenari). A Tebe la guarnigione macedone venne assediata nella rocca Cadmea. Con uno di quei fulminei spostamenti per cui era stato famoso anche suo padre, Alessandro piombò inatteso in Grecia, prese d’ assalto Tebe, la distrusse e vendette come schiavi i suoi abitanti (335). Il tremendo esempio fece sbollire ogni opposizione; si rinnovarono i patti di Corinto e Alessandro potè accingersi alla spedizione asiatica. Il momento era favorevole: nel 358 era stato ucciso Artaserse III Ochos e regnava ora l’ inetto Dario III Cordomanno; questi, tuttavia, disponeva pur sempre di risorse umane e finanziarie illimitate mentre Alessandro poteva mettere in campo appena 40.000 Macedoni, oltre al contingente fornito dalla lega di Corinto ( 7000 uomini) sul quale non poteva fare molto affidamento. Le sue possibilità finanziarie si riducevano a 70 talenti, e non gli avrebbero consentito di reggere ad una guerra di logoramento. Per sua fortuna appena passò in Asia i satrapi gli dettero battaglia al fiume Granico (334). Alessandro li travolse e occupò Sardi, mentre tutta la Ionia aderiva alla sua causa. Egli dedicò quell’ anno a conquistare le zone costiere della Licia, della Panfilia e della Pisidia, sia per tagliare i rifornimenti alla Persia, sia per non venire aggirato per via di mare. L’ anno seguente scese verso la Siria, battè ad Isso Dario che tentava di sbarrargli il passo e conquistò la Siria e la Fenicia. Tiro gli resistette però sette mesi, e di quell’ imprevisto ritardo Alessandro si vendicò radendo al suolo la città e vendendone gli abitanti come schiavi. Sul finire del 352 entrò in Egitto, dove si trattenne anche l’ anno seguente; impiegò anzi gran parte del 331 in una spedizione all’ oasi di Siwa, per farsi proclamare figlio di Ammone dai sacerdoti del dio. Si rivelava così il carattere personale di quella guerra, che egli aveva propagandato come la guerra della vendetta nazionale. Intanto Dario III riorganizzava in Mesopotamia le sue forze. Alessandro marciò contro di lui e lo sconfisse a Gaugamela presso Arbela (331). Dario si rifugiò ad Echatana, lasciando l’ impero alla mercè di Alessandro, che prese Babilonia, Susa e Persepoli, e si impadronì dei famosi tesori degli Archemenidi; una preda valutata intorno ai 50.000 talenti. Dopo essere stato acclamato re di Babilonia, Alessandro mossè contro Echatana. Dario fuggì e venne ucciso da un satrapo, Besso, che usurpò il titolo regio. Alessandro impiegò tutto il 329 per eliminare Besso, ed il biennio 328-327 a sottomettere le altre province: ovunque, per rendere stabili le conquiste, fondò colonie militari nei punti strategici, ed in posizione a volte commercialmente così felice che molte di esse conobbero un rapidissimo sviluppo. Sistemata la situazione persiana, Alessandro, quasi che la sua sete di conquista fosse inestinguibile , si avventurò in India (327). Qui si scontrò con il re Poro; battuto e fatto prigioniero, Poro accettò di divenire suo vassallo, ed insieme si spinsero verso Oriente. Ma al passaggio del fiume Ifasi i Macedoni. Stanche di tante fatiche che sembravano destinate a durare all’ infinito, si ammutinarono e si rifiutarono di proseguire. Alessandro fu costretto a tornare (325) : scese fino alle foci dell’ Indo e, diviso l’ esercito in tre parti, ne rinviò una per mare, un’ altra la affidò a Cratero, ed egli stesso guidò la terza attraverso il tremendo deserto della Gedrosia. Il suo primo atto di governo dopo l’ inatteso ritorno fu di punire implacabilmente coloro che in sua assenza avevano abusato del potere, fossero greci o persiani. Pose poi la capitale a Babilonia. Ormai egli non pensava più di tornare in Macedonia, che non poteva certo eleggere a centro dell’impero. In lui era forse maturato, insieme con la convinzione della propria origine divina, anche il sogno ambizioso di imporre la propria sovranità a tutto il mondo abitato: sembra infatti che meditasse la conquista dell’ Occidente; allestì pure una flotta che avrebbe dovuto circumnavigare l’ Arabia e la Libia 8 (cioè l’ Africa di cui non si conosceva l’ estensione) per rientrare nel Mediterraneo attraverso lo stretto di Gibilterra. La sua fama si era estesa fino alle terre più lontane: da Cartagine, dall’ Etiopia, dai Lucani, dagli Etruschi, dai Romani, dagli Iberi e dai Celti giungevano a Babilonia delegazioni per rendergli omaggio. Molte città greche lo venerarono accanto ai loro dei. La morte lo troncò proprio nel colmo della gloria e della fortuna: colpito da febbri malariche, Alessandro morì il 13 giugno 323, a 33 anni, dopo 13 anni di regno.



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