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La via italiana all’industria del futuro

Si è svolta ieri nell’Auditorium della facoltà di architettura della Università La Sapienza di Roma La quarta edizione di 4T (Tech Transfer 4.0): connettere le eccellenze. Si tratta di incontri annuali utili come punto di riferimento nel panorama italiano del Technology Transfer[1]

Quest’anno il tema affrontato è stato: l’Innovazione 4.0.

La via italiana alla quarta rivoluzione industriale parte da bisogni ed eccellenze peculiari che in questo evento sono state  analizzate percorrendo 5 macroargomenti.

  • I nuovi bisogni del mercato sia B2B che B2C
  • La mappatura delle eccellenze
  • La multidisciplinarietà: dialogo tra diversi settori
  • Strategia aziendale e collaborative innovation
  • La via finanziaria: forme di finanziamento all’innovazione

La sorprendente multidisciplinarietà presente nel territorio italiano può portare a risultati eccellenti quando si organizza la creazione, la gestione e il trasferimento delle conoscenze in una visione di collaborative innovation. E le istituzioni e il mondo finanziario, da tempo attenti a questi aspetti, evolvono continuamente le normative e i criteri per supportare la crescita del nostro Paese.

In estrema sintesi accenniamo ad alcuni punti che sono emersi nell’incontro e che ci sembrano i più rilevanti per il sistema Italia.

Innanzitutto il Genius loci[2] fa riferimento alla nostra via per interpretare la nuova rivoluzione che sta avvenendo. Ma sebbene la ricerca scientifica italiana sia all’avanguardia, spesso siamo mancanti nel mettere a terra i progetti, cioè si constata poca capacità di fare sistema.

Inoltre si riesce con molta difficoltà a creare massa critica per la cui costruzione, come noto, servono finanziamenti più elevati di quelli attualmente pianificati e il ritorno sull’investimento in Italia è basso perché le idee spesso vengono comprate dagli stranieri con tutta l’industria che le ha sviluppate .

Mentre da un lato la rivoluzione tecnologica in corso per essere sostenibile ha bisogno di un ripensamento del rapporto tra individuo ed esigenze del mercato, in favore della tutela e della salvaguardia della persona, dall’altro è necessario creare fiducia ed uno stato giuridico certo.

Oltre alla mappatura delle eccellenze che traguarda i 3 assi fondamentali: collaborazione, interdisciplinarità, open source, serve multidisciplinarietà perché se innovazione significa algoritmi deve significare anche persone che li sanno gestire. Di fatto si constata un disallineamento tra impresa e ricerca, perché l’impresa ha bisogno di nuove soluzioni per raggiungere le quali serve multidisciplinarietà, invece la ricerca ha come incentivo vero quello di fare il record su una disciplina; in buona sostanza ci sono interessi ortogonali che ostacolerebbero l’opportunità di fare sistema.

Ormai l’impresa fordista è superata e stiamo traguardando un’impresa il cui prodotto è tirato dal cliente. Ecco perché più che di tecnologico il cambiamento è culturale.

Per l’Italia traguardare il livello TOP di competenze e conoscenze è sempre più difficile e questo potrebbe rappresentare un possibile rischio di frattura con lo sviluppo mondiale. Invece per crescere è necessario che ci siano le condizioni al contorno, che innanzitutto assicurino la sinergia tra meccanica, elettronica ed informatica.

 

Parole chiavi: apertura, connessione e persone.

 

SITOGRAFIA

https://www.technologytransfer.it/

https://techtransferthinktank2017.jacobacci.com/

https://www.7wdata.be/

https://www.architettura.uniroma1.it/

https://www.jacobacci.it/

https://www.unibg.it/

https://www.unibs.it/

https://www.unipi.it/

https://anie.it/

https://www.robotiko.it/ingegneria-meccatronica-in-italia/

https://www.ingaero.uniroma1.it/

 

 

 

 

[1] Il trasferimento tecnologico è il processo attraverso il quale conoscenze, tecnologie, metodi di produzione, prototipi e servizi sviluppati da governi, università, aziende, enti di ricerca pubblici e privati possono essere resi accessibili a una ampia gamma di utenti che possono poi ulteriormente sviluppare e sfruttare la tecnologia per creare nuovi prodotti, processi, applicazioni, materiali o servizi.

[2] Il Genius loci è un’entità naturale e soprannaturale legata a un luogo e oggetto di culto nella religione romana. Tale associazione tra Genio e luogo fisico si originò forse dall’assimilazione del Genio con i Lari a partire dall’età augustea. Secondo Servio, infatti, nullus locus sine Genio (Commento all’Eneide, 5, 95). Inoltre, concettualmente il trasferimento tecnologico viene utilizzato da sempre (per esempio Archimede (raffigurato nell’articolo in un dipinto del 1620) era noto per la capacità di applicare la scienza ai problemi pratici).



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