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29th
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Pygoscelis adeliae – pinguini di Adelia: i piccoli mai soli

Si sa ormai tutto, o quasi, del comportamento dei pinguini di Adelia (una delle diciassette specie di pinguini attualmente esistenti), confinati nelle inospitali regioni antartiche. La nascita e l’allevamento dei piccoli costituiscono le principali  occupazioni di questi strani uccelli che sanno solo nuotare e camminare (si spostano sulla neve fresca molto più velocemente dell’uomo) e al contrario hanno perso qualsiasi  capacità di volare.

Dopo aver passato l’inverno sulla banchisa (a nord rispetto all’Antartide, e quindi in regioni più calde, poiché ci troviamo nell’ emisfero australe dove le stagioni sono invertite rispetto alle nostre regioni), i pinguini di Adelia migrano verso le zone di nidificazione. Le coppie si riformano e sistemano il nido, lo  stesso dell’anno precedente, costruito con dei sassi. La femmina depone due uova, e se ne va al mare a recuperare le forze (da venti giorni, infatti, da quando sono giunti nella colonia, i pinguini non si sono nutriti), mentre il maschio inizia la cova. Quando la femmina ritorna, è il maschio che parte per rifocillarsi, mentre la sua compagna porta avanti l’incubazione: il povero maschio è stremato, poiché per lui i giorni del digiuno sono stati trentacinque. Due settimane per tornare in forze e quindi spetta a lui l’ultima settimana di immobilità sul nido mentre la femmina compie l’ultima gita al mare. Quando i piccoli nascono, sono presenti entrambi i genitori. Le due uova si schiudono nello stesso giorno, anche se sono state deposte a qualche giorno di distanza (in genere due o tre). Qualcuno ha avanzato l’ipotesi che i due piccoli, ancora prima di nascere, ”si parlino”, così il pulcino nell’uovo deposto per ultimo accelera gli sforzi per nascere a tempo. Una volta nati, e per tre settimane, i piccoli non vengono mai lasciati soli: uno dei due genitori li sorveglia, l’altro corre al mare a cercare il cibo. I viaggi sono continui e durano un giorno intero.

Il freddo è il primo nemico

Giunge però il momento in cui i genitori lasciano soli i piccoli per andare insieme alla ricerca di cibo. Avviene a questo punto un fatto eccezionale. I piccoli pinguini della colonia si riuniscono in grossi gruppi. Quando un genitore torna con il cibo, ”chiama” i suoi piccoli ed al richiamo rispondono solo i figli e non gli altri piccoli pinguini. E ciò sta a significare che i pulcini sanno riconoscere esattamente la voce dei genitori. In assenza dei pinguini adulti, i piccoli possono correre dei pericoli. Innanzi tutto il freddo: contro di esso si difendono stringendosi gli uni agli altri, a formare un grosso ammasso di piume. E poi c’è il temibile uccello, lo stercorario, che ama cibarsi dei piccoli pinguini. Contro di esso intervengono spesso i _ inguini isolati, Che non hanno figli a cui accudire e che stazionano nei pressi degli ”asili”. Quando giunge lo stercorario, questi ”sorveglianti” ingaggiano con esso una dura battaglia per farlo fuggire. Alla fine dell’estate, tutti i pinguini partono, compresi i piccoli che hanno superato i primi due mesi di vita.



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