2la: Ciao, Orso bianco. Sei simpatico, somigli un po’ al mio Teddy Bear
OB: «E Chi sarebbe questo Teddy Bear?».
2la: Beh, il nome l’ho preso da una vecchia filastrocca. E lui l’ho comprato. E stato un ottimo acquisto perché mi aiuta a rilassarmi, a non fami prendere dall’ansia. Si dice che l’ansia è ”il pane del demonio” e secondo me è vero. Così contemplo Teddy e mi distendo i nervi. Ma perché mi guardi con quei buffi occhietti senza ciglia?
OB: «Uauu, sono sbalordito. Hai detto che questo teddibir l’hai comprato. C’è un mercato degli orsi, in città? E a quanto li vendono?»
2la: Sciocco, non ho mica comprato un orso vero! Ho trovato un poster con la sua fotografia e l’ho appeso al muro. Non l’ho mai visto in carne e ossa e pelliccia, il mio Teddy, però è talmente carino e ha un’aria cosi soddisfatta che mi rallegra. Se ne sta lì sdraiato tra i ghiacci come in un letto di piume. E per lui che sono venuta fino all’Artico. Il fotografo deve pure averlo incontrato da qualche parte, no? Se avrò la fortuna di vederlo lo riconoscerò tra mille. (Tira fuori un foglio ripiegato, lo apre) Ecco la copia del poster, forse sai dove lo posso trovare. Magari siete amici. .
2la: «Uhm. Io sono un tipo solitario. Noi orsi non viviamo in gruppi, e non abbiamo vere tane. Andiamo sempre su e giù lungo le rive, per questo ci chiamano anche orsi marittimi. E non siamo per niente socievoli».
2la:Si, lo so, però mi hanno detto che almeno una volta l’anno molti di voi si radunano in massa qui sulla costa, tra il fiume Nelson e il Churchill, davanti alla baia di Hudson, e allora non siete cosi solitari come volete farci credere. Sono sicura Che da queste parti vi conoscete quasi tutti. Allora? L’hai mai visto, il mio Teddy? Circola da queste parti?
OB: «Mi dispiace per te, ma non l’ho mai visto. Magari quel fotografo l’ha incontrato in Groenlandia e per trovarlo devi fare un viaggetto fin lassù. Gli orsi bianchi vivono in tutto il territorio artico, sai».
2la: Dovrei setacciarlo passo passo, il territorio artico? Fino lassù in Groenlandia?
OB:«Uh, uh. Anche oltre. Fossi in te arriverei fino all’isola Ellesmere. Ma dimmi, com’è che non hai paura di noi? Gli umani quando ci vedono scappano sempre terrorizzati. Soltanto gli esquimesi non scappano, sanno che un orso diventa aggressivo solo se provocato. Però, quando ha proprio fame, è meglio non fidarsi, mi spiego? Tu mi sembri un po’ troppo spericolata. Passeggi in mezzo a noi come un’orsacchiotta purosangue. Sei matta, per caso?».
2la: No, anzi ragiono benissimo. Ma credo che riuscire a comunicare sia la migliore delle difese. Dopo una chiacchierata amichevole, come fa uno a mangiarsi l’interlocutore? Se arrivi in pace, porti la pace anche agli altri, è sicuro.
OB: «Ti fai delle belle illusioni. Nella tundra, con la tua filosofia non vai lontano. Il problema qui è sopravvivere, e quando uno ha fame bisogna che mangi».
2la: Allora siamo nemici?
OB: «Tu magari sei venuta in pace, però molta gente fa di tutto per accopparci. Dicono che è per popolare gli zoo… E sembra che qualcuno voglia le nostre pellicce. Eppure avete certi giubbotti sintetici che d’inverno, quando tira quel ventaccio gelido, fanno invidia persino a noi»
2la: Sì, è vero, abbiamo giubbotti fantastici, ma la tua pelliccia è un mito. Da vent’anni li scienziati si accapigliano. Certl dicono che sopportate il freddo perché avete trovato una soluzione ”altamente tecnologica”: secondo loro ogni pelo funziona come una fibra ottica e vi porta i raggi ultravioletti sulla pelle dove si convertono in calore. Altri dicono che assorbite il calore attraverso la cheratina dei peli.
OB: «Non è la stessa cosa?».
2la: No, e poi devi pensare che i miei simili sono un po’ fissati, con le fibre ottiche. Credevano di averle inventate loro e invece le hanno trovate persino nelle spugne polari, Che le usano per portare il sole all’interno dei loro organismi.
OB: «Beh, io non sono una spugna. E poi non fa un gran freddo, sul Circolo polare artico. Ci resisto bonissimo senza le “alte tecnologie”…
2la: Ho capito, non ci vuoi svelare i tuoi segreti. Hai ra ione, dopotutto per rubarvi le pellicce vi abbiamo quasi portati all’estinzione. Però ora le cose sono cambiate, credimi, e il merito va soprattutto ai giovani. Loro si interessano davvero alla natura. Perché non mi dici qualcosa di più di te?
OB: «Non mi posso perdere in chiacchiere, devo andare a caccia di foche, lo sai».
2la: Sì, lo so. Mi dispiace molto che te le mangi, quelle povere foche tanto simpatiche, ma ti capisco. Dopotutto noi uomini mangiamo bistecche, agnelli, polli, maiali… Io però preferisco i vegetali.
OB: «I vegetali qui scarseggiano. E poi io non mi strafogo di cibo: faccio il pieno prima di andare in 1etargo, in inverno, e mangio parecchio quando mi sveglio perché sono affamato. Per il resto del tempo mi contento di quel che trovo».
2la: Dimmi un po’, non hai mai assalito un lupo artico?
OB: «Mai. Forse non ci credi, ma sono loro che cercano di aggredire me».
2la: Sei sicuro?
OB: «E la pura verità. Arrivano in gruppo e cercano di far fuori i nostri piccoli. Se non ci credi vai a domandarglielo».
2la: Va bene, andrò verso Nord. Forse Teddy è davvero groenlandese.
OB: «Ce l’hai la bussola?».
2la: Ce l’ho. E tu?
OB: «La mia è incorporata nel cervello. Ciao, allora, e buon viaggio. Cammina sempre diritta fino alla baia di Baffin, poi tuffati e nuota verso Thule. L’acqua fredda fa bene alla salute, vedrai. Se sopravvivi, non prenderai mai più il raffreddore».
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