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Il legno lamellare: risorsa ecologica

Il legno è un materiale organico e possiede quindi particolari proprietà strutturali. Il legno vive ed ha un suo proprio carattere, perciò deve essere scelto, lavorato e trattato a regola d’arte. Ora da un solo fusto è impossibile ottenere elementi di sezione e lunghezza necessarie a consentire la copertura di luci libere di 20 metri ed oltre

, pertanto dal punto di vista storico il legno lamellare[1], moderno materiale da costruzione dalle antiche tradizioni, nasce col fine di superare i limiti dimensionali del tondame dal quale si ricavano le travature.

Oltre alla dimensione, però, il legno lamellare permette di superare il problema della forma, infatti il portamento tipico dei fusti non consente di ottenere travi curve, o della curvatura voluta, di sezione sufficiente. Al primo problema si è ovviato storicamente tramite la realizzazione di travi composte più o meno effettivamente collaboranti, ad esempio tramite giunzioni a dente di sega.

Il problema della forma invece fu affrontato per la prima volta, a memoria, nel XVI secolo, quando si sviluppò nei costruttori l’idea di utilizzare il legno mediante assemblaggio di varie parti per ottenere centine ed archi. Il primo tentativo concreto a cui si sappia dare paternità è stato quello dell’architetto Philibert Delorme in Francia, il quale riuniva mediante chiodatura più tavole in strati sovrapposti dando approssimativamente la forma dell’arco voluto, quindi profilando con una sega l’estradosso. Le tavole mantengono la loro planarità e la trasmissione dei carichi è affidata essenzialmente alla tenuta della chiodatura.

Da allora fino alla fine del XIX secolo furono usate diverse tecnologie per utilizzare il legno nell’arte del costruire, ma solo, nel 1905, con lo sviluppo dei collanti, il maestro carpentiere O.F. Hetzer iniziò ad applicare la tecnica che ha portato alle attuali strutture in legno lamellare incollato.

Pertanto il legno lamellare è un modo nuovo di usare un materiale antico quanto la storia abitativa dell’uomo. L’impiego del legno lamellare, come materiale ed elemento strutturale, sta trovando sempre più spazio e credito nel settore costruttivo offrendo possibilità alternative e concorrenziali, soprattutto nel settore di strutture a grandi luci e dimensioni[2] e in quello della ristrutturazione[3]

Come suddetto, la novità tecnologica di questo materiale è di essere ottenuto mediante l’incollaggio di assi (lamelle) di legno di limitata larghezza e lunghezza, in modo da formare elementi strutturali ad ampia flessibilità compositiva e formale, non disgiunta da una certa validità estetica[4]. Ulteriori vantaggi derivano dalla possibilità di una prefabbricazione che consente di ottenere un materiale con caratteristiche di omogeneità ed uniformità di resistenza superiore alla corrispondente essenza legnosa, nonché un migliore sfruttamento della materia prima perché lo scarto di materiale, che diventa sempre più raro e costoso sul mercato mondiale, si riduce considerevolmente.

Non è trascurabile, poi, la motivazione ecologica[5] legata al così detto “impatto ambientale”. Infatti la ricerca punta sempre di più su materiali che non siano inquinanti e possano rigenerarsi proprio come il legno.

Una oculata programmazione di taglio e di piantumazione e degli alberi non solo non arreca alcun danno ambientale, ma può continuamente fornire del legno da impiegare nell’edilizia. Infine dal disuso delle strutture in legno, oltre al più semplice smantellamento, si può ricuperare almeno l’energia combustibile.

E’ doveroso comunque citare almeno i principali difetti di questo materiale:

la combustibilità, l’instabilità dimensionale in presenza di variazioni di umidità e la deperibilità biologica.

Mentre sulla combustibilità, sulla progressione e sulla resistenza al fuoco, il legno lamellare ha, comunque, un buon comportamento. E così pure per i problemi di instabilità dimensionale si è visto che la tecnologia del lamellare è in grado di superare tale criticità. Tuttavia è auspicabile almeno quando situazioni particolari lo impongano, sottoporre preventivamente gli elementi lamellari a trattamenti sia ignifughi sia idrorepellenti.

Invece per quanto riguarda il problema della deperibilità biologica è noto che tale degrado è dovuto a tarli e muffe e i trattamenti più comuni sono quelli praticati sul lamellare in fase di fabbricazione. La tecnologia del trattamento del legno a scopo conservativo si basa soprattutto sull’impregnazione con sostanze chimiche, la cui efficacia è in relazione con la profondità.

Per quanto riguarda le regole di costruzione, come noto, in Italia la progettazione e la realizzazione di opere di ingegneria civile sono regolate da un corpus legislativo costituito da leggi e decreti la cui applicazione è obbligatoria e prevede che ogni progetto comprendente strutture in c.a., c.a.p., o metalliche deve essere depositato, a cura del costruttore, in un archivio esistente presso l’Ufficio del Genio Civile competente per territorio, ma tale obbligo però non riguarda le strutture in legno lamellare.
Invece in Europa ci sono specifiche norme nazionali, tra cui citiamo quelle internazionalmente più conosciute:

DIN 1052 – Germania :

Si tratta di una norma generale di calcolo estremamente valida e completa, ultima edizione risale al 1996.

REGLES C.B. 71 – Francia :

elaborate nel 1981 dal Centre technique du bois.

BSI 5268/1988 – Inghilterra :

Structural use of timber. (Londra, 1988).

Tuttavia nel quadro dell’armonizzazione europea è stato preparato a cura del CEN (Comitato Europeo di Normazione) l’Eurocodice 5 sulle strutture in legno, suddiviso in tre parti:

1.1 Regole generali e regole per gli edifici,

1.2 Regole generali, progettazione strutturale contro l’incendio,

2 Ponti.

Con l’introduzione dell’Eurocodice 5, il progettista strutturale dovrebbe avere a disposizione del legno lamellare classificato in base ad un sistema di classi di resistenza, analogamente a quello che già avviene per la classificazione del calcestruzzo.

 


 

[1] Il legno lamellare di conifera che è quello maggiormente utilizzato.

[2] Le dimensioni sono solo condizionate dai limiti imposti dal trasporto.

[3] La maggior parte delle costruzioni nei centri storici ha l’orditura dei solai e dei tetti realizzata in legno.

[4] Per esempio possibilità di realizzare archi a sezione variabile.

[5] Bioedilizia



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