Titoli messianici per Steve Jobs. I maggiori quotidiani del mondo dedicano intere pagine e supplementi all’evento del finire dell’anno 2011. Il Corriere della sera ha dedicato – oltre all’apertura di prima pagina – otto pagine (si legge meglio a numero: 8!) al decesso, peraltro annunciato di Jobs
(aveva affermato che lasciava il “timone” appena non c’erano più le condizioni per la “guidare” la “mela”). Non ha esitato – il “Corriere” – nemmeno a titolare: “A Cupertino come da Madre Teresa” (avevano esagerato anche altri quotidiani con “simpatici” confronti alla morte di Lady D – lasciamo stare per favore personaggi del calibro di Mother – ). Avvenire ha dedicato al tema della morte del grosso industriale dotato di grande inventiva ben 4 pagine intere!!!.
Il tema è: il mondo non ha più modelli e si rende mito anche chi come Steve Jobs stesso avrebbe detestato questa spettacolarizzazione della sua morte. Se potessimo intervistarlo ora alla domanda scontata: “Come sarà il mondo senza di te?”. Avrebbe risposto: “ Se l’umanità ha superato perfino la scomparsa dell’inventore della del frigorifero, ce la farà anche stavolta.”.
Troppo semplice per me rispondere alla domanda è stata più importante la perdita, per l’umanità, di Steve Jobs o quella di padre Eugenio Barsanti?
I confronti non fanno mai piacere. Jobs è stato semplicemente un creativo e un grosso industriale, umanamente parlando ha “gestito” la sua malattia in maniera encomiabile ma non facciamone il messia!!
Non mitizziamo il suo discorso di Stanford (le massime non erano le sue e da uomo onesto intellettualmente lo ha sempre detto!!) e lasciamo che jeans e girocollo continuino a vivere nel logo della mela morsa.
Ciao Steve.
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