Terremoti, frane…. ma non è più facile censire le “zone calde” e fare prevenzione?
Dal punto di vista geologico, una trattazione sintetica della regione italiana è quasi è impossibile a causa della complessità della struttura e della diversità delle cause che l’hanno provocata. Tuttavia, tenendo presente i vari tipi di roccia che costituiscono la crosta terrestre del suolo italiano si può dare questa descrizione generale:
a) rocce magmatiche eruttive (costituite per il 99% da un magma di pochi elementi, riuniti sotto forma di ossidi), da cui derivano le terre argillose che formano la maggior parte del nostro terreno coltivabile e il quarzo, molto più resistente, che ha dato luogo alle arenarie, molto abbondanti sul nostro territorio;
b) rocce magmatiche intrusive (per lo più graniti), di cui si trovano formazioni nel massiccio del Monte Bianco, nel gruppo dell’Adamello e nei monti della Sardegna;
c) rocce magmatiche effusive (che si sono venute consolidando all’esterno della crosta terrestre): si dividono in antiche (antecedenti all’era terziaria) che si notano nei pressi del Lago Maggiore, del Lago d’Orta, in Valsesia, nel Bresciano, nel Bellunese, in Carnia, e particolarmente nella Venezia Tridentina, dove hanno dato origine all’Altopiano di Bolzano, e recenti (risalenti all’èra terziaria o quaternaria) che hanno dato luogo alla formazione dei Colli Berici (Vicenza), dei Colli Euganei (Padova) e sono presenti nelle Alpi del Trentino Alto-Adige, nel Monte Amiata (Toscana), nell’isola d’Elba, nella Capraia, in Sicilia, in Sardegna, nei colli laziali, in Basilicata e nei Campi Flegrei vicino a Napoli;
d) rocce sedimentarie, che formano buona parte delle Alpi orientali, dell’Appennino, della Sicilia e anche qualche zona della Sardegna. Tali rocce possono essere suddivise in sedimentarie propriamente dette, che compaiono nell’Appennino toscano, nelle Valli Carnico-Giulie, nelle Prealpi lombarde, nell’Italia peninsulare e nella Sicilia; e sedimentarie di origine chimica, presenti in Sicilia, nell’Appennino emiliano e marchigiano, presso Bergamo, nelle Prealpi, nel Massiccio del Monte Vettore, nel Gran Sasso, nella Majella, nel Carso, nei Lepini, negli Aurunci e nel Gargano;
e) rocce metamorfiche (originate da azioni combinate di pressione e calore), che formano i famosi scisti che troviamo un po’ dappertutto in Italia.
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