Il 26 Marzo 2015 la nuova maggioranza formata da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle ha approvato in prima lettura al Senato la proposta di legge per regolarizzare le unioni civili anche tra coppie omosessuali. Questo testo, scritto dalla senatrice del PD Monica Cirinnà, introduce nell’ordinamento italiano un nuovo istituto giuridico: l’unione civile destinata solo ed esclusivamente alle coppie dello stesso sesso e basata sull’articolo 2 della nostra Costituzione
che “riconosce i diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali […]” ovvero riconosce alle coppie, in quanto formazioni sociali, di essere dei soggetti ai quali attribuire dei diritti.
Sono emerse anche delle grosse novità dal punto di vista patrimoniale nonché alcuni rilievi e distinzioni riguardo le adozioni. In effetti, con il nuovo istituto giuridico, alle coppie gay vengono riconosciuti gli stessi diritti delle coppie etero ma non viene riconosciuta l’adozione ad eccezione del figlio già avuto con un altro coniuge.
Sicuramente nel momento in cui entriamo nell’ambito delle adozioni, l’argomento diventa più delicato e c’è bisogno di fermarsi un attimo a riflettere. Molti parlano di tutela dei diritti dei minori, affermando che i bambini hanno diritto alla cosiddetta “normalità” e ad avere una famiglia tradizionale che possa evitare di intaccare il loro sviluppo psico-fisico. Ma quanto può essere giusto tutto questo nei confronti dei bambini? E soprattutto, chi definisce cos’è davvero la “normalità”?
Ad oggi, nella moderna società, ci troviamo di fronte a famiglie monoparentali, a famiglie separate o distrutte oppure in generale di fronte a famiglie dove mancano entrambi i ruoli genitoriali che possono o non possono provocare conseguenze sul benessere psico-fisico dei figli, in egual modo alle famiglie omosessuali. Basti pensare alla sindrome di PAS (Parental Alienation Syndrome) che affligge i figli di genitori separati o divorziati rendendoli partecipi e vittime di sfruttamento e manipolazione da parte di quegli stessi genitori, con conseguenze distruttive sulla loro identità e serenità.
Quindi chi stabilisce quale sia la vera famiglia che debba avere un minore? Soprattutto nei casi di minori dichiarati in stato di abbandono oppure rinchiusi in istituti; sarebbe meglio lasciarli da soli o farli accogliere da coppie gay che potrebbero offrire loro amore e affetto?
Ricordiamoci sempre che in base alla teoria dell’attaccamento elaborata dallo psicologo inglese John Bowlby, il quale a sua volta prese spunto dagli esperimenti svolti dallo psicologo americano Harry Harlow sui macachi del Wisconsin; il bisogno primario del bambino non è il cibo o la presenza fisica della figura di attaccamento ma l’affetto e l’amore che quest’ultima riesce a dargli o meglio, la sua capacità di prendersi cura del bambino.
Oltre all’adozione, molte persone sono state contrarie anche solo all’approvazione di questo nuovo istituto giuridico perché sostengono che sostanzialmente equipara le unioni civili al matrimonio e che, anche se non le equiparasse, una volta raggiunto un riconoscimento pubblico e formale della suddetta unione civile, a quel punto si aprirebbe la strada all’approvazione del matrimonio attraverso l’entrata in gioco delle sentenze europee. A tal proposito è fondamentale sottolineare che il matrimonio e l’unione civile sono due istituti diversi che, oltre ad avere un nome differente, sono anche basati su due articoli della Costituzione diversi e sono destinati a soggetti diversi. Infatti, contrariamente all’unione civile, il matrimonio si basa sull’articolo 29 della Costituzione che “riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi […]”
Ad oggi l’istituto della senatrice Cirinnà non approva il matrimonio tra coppie dello stesso sesso, ma è possibile un risvolto futuro? Staremo a vedere.
Intanto, il popolo omosessuale italiano festeggia la grande svolta storica caratterizzata dall’aver riconosciuto formalmente e per la prima volta, la libertà di scelta, la bellezza e la normalità delle unioni civili tra gay affermando che i diritti civili servono a far progredire il benessere della società. Non è di certo un caso che il resto del mondo sia avanti! Ma non cantiamo vittoria troppo presto, infondo siamo in Italia e “c’è ancora tutta la fase emendativa da affrontare” (Monica Cirinnà).
© 2la.it - Riproduzione riservata.