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Regno d’Italia: 40 lire per partecipare alle prime elezioni

Nel gennaio del 1861 ebbero inizio le prime elezioni politiche del Regno d’Italia addirittura prima della sua proclamazione (17 marzo 1861). Ma oltre al fatto che Il re non fu chiamato Vittorio Emanuele I ma Vittorio Emanuele II e che la legislatura non fu la I legislatura del Regno d’Italia,

ma l’VIII legislatura del Regno di Sardegna, le prime elezioni dell’Italia unita si svolsero sulla base della legge elettorale del Regno di Sardegna del 1848, che concedeva il diritto di voto agli uomini di età superiore a 25 anni, alfabeti e che pagassero un certo ammontare di tasse (40 lire di tasse dirette).

Gli aventi diritto al voto furono 418.696 persone su circa 22 milioni di abitanti[1] (non erano ancora stati annessi il Lazio ed il Veneto).

Vinse la destra storica mentre all’opposizione andarono garibaldini e sinistra storica; la vittoria dei moderati fu ottenuta con il 46, 1% dei voti contro il 20,4 % della sinistra storica (Democratici).

Gli eletti furono 85 tra principi, marchesi e duchi, 28 alti ufficiali, 72 avvocati, 42 professori universitari, 5 medici e 5 tecnici.

Il primo governo Cavour (IV del Regno di Sardegna) aveva come Ministri tutte persone nate nel centro nord d’Italia (Visconti Venosta, Ricasoli, Minghetti, Spaventa, Lanza, La Marmora, Sella); gli ultimi tre erano tutti di origine piemontese. Si trattava comunque di grandi proprietari terrieri e industriali, e personalità legate all’ambito militare.

L’estraneità delle masse popolari alla vita politica del regno unitario si palesò in una serie di sommosse, rivolte, fino a una diffusa guerriglia contro il governo unitario, il cosiddetto brigantaggio, che, considerando la rappresentanza parlamentare praticamente assente di esponenti del sud d’Italia, interessò principalmente le province meridionali (1861-1865).

Ingenti furono le risorse, finanziarie e non, per impegnare gran parte del neonato esercito in una repressione spietata, tanto da venire considerata da molti una vera e propria guerra civile, che comportò più vittime di quelle connesse ai moti risorgimentali.

 


[1] Nohlen, D & Stöver, P (2010) Elections in Europe: A data handbook, p1047 ISBN 978-3-8329-5609-7



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