I mass media hanno un enorme potere sulla nostra personalità. Quando guardiamo un TG o leggiamo un giornale inconsapevolmente il nostro DNA intellettivo è influenzato da un meccanismo che ci viene trasmesso attraverso il canale dei media. Ed è proprio attraverso tale meccanismo che veniamo sopraffatti da termini, concetti che entrano prepotentemente nel nostro immaginario collettivo, i quali tenderanno a modificare i nostri punti di vista, abitudini, umori, rapporti sociali.
In questa occasione vorrei soffermarmi proprio su questo e in particolare su una parola che da qualche anno a questa parte aleggia nei nostri pensieri e ci sovviene inconsciamente nei nostri pensieri più volte al giorno: la CRISI.
“Crisi” è una parola che ci mette angoscia, ci spaventa, ci fa riflettere sulle nostre azioni quotidiane. Un termine che col passare del tempo ha avuto altre diramazioni quali: Disoccupazione, Debito, Tagli, Scioperi, fino al più tecnico vocabolo internazionale Spread.
Provate un giorno a sintonizzarvi su vari TG e programmi di attualità, a leggere quotidiani a fare in parole povere a fare un’indigestione di informazioni mediatiche. Pensate poi a quante volte avete sentito parlare di CRISI. Una volta ho contato quante volte veniva ripetuta la parola “crisi” (e termini affini) in un solo TG: pensate almeno una decina di volte. A tal punto, facendo un piccolo calcolo, si arriva nel corso della giornata ad avere un numero considerevole di tali concetti assorbiti dal nostro intelletto. Siamo letteralmente bombardati dalla parola “CRISI”, siamo intossicati da queste tossine mediatiche che assorbiamo ogni giorno con TV, giornali, internet, radio che provocano in noi stessi una visione distorta della realtà che ci circonda. Certo; è vero che molti negozi chiudono e molte fabbriche cessano la loro attività ma allo stesso tempo centri commerciali crescono smisuratamente, la gente fa la fila di ore davanti ai negozi per accaparrasi il telefonino di ultima generazione da 700 euro (quasi uno stipendio?), dove ti giri vedi auto dal valore non irriverente, è vero ci sono anche le rate che aiutano le nostre finanze, ma nono siamo in crisi? Non dovremmo risparmiare? Non basterebbe avere un telefonino da 25 euro (vi posso assicurare che ci sono..). Insomma i mass media modellano anche i nostri gusti, ci fanno fare scelte di acquisto che nemmeno potremmo permetterci a volte, ci propinano status symbol che infettano la nostra genuinità sociale (ma questo è un altro argomento di discussione….). Stiamo vivendo semplicemente un’altra epoca, un’altra fase che abbiamo già vissuto in periodi differenti. Siamo fagocitati da questi enormi “mostri” mediatici che piombano nella nostra esistenza creando solo confusione e perdita dei nostri valori sociali e ci rende miopi nella visione del mondo che ci circonda. Spagna, Grecia e Portogallo sono paesi che questi tempi risuonano spesso nella televisione e stampa; ma non sono solo nazioni dove ogni giorno la gente protesta, muore per un posto di lavoro, sciopera ad oltranza. Se dieci anni fa vi avessero detto a che cosa avreste pensato alla parola “Grecia”, sicuramente avreste pensato alla bellezze monumentali e culturali che questo paese conserva da millenni, alla sua massiccia e imponente eredità intellettuale che tutti abbiamo studiato nelle scuole; ed ora? La crisi! E quindi oggigiorno alla parola “Grecia” ci dimentichiamo di tutto ciò e ci vengono in mente solamente le manifestazioni di un popolo disperato in piazza Syntagma davanti al palazzo del parlamento. “COGITO ERGO SUM” diceva Cartesio, “Penso dunque sono”; una locuzione incentrata nel distinguere il vero dal falso. Un antico pensiero, questo del grande filosofo francese, ma allo stesso tempo molto attuale che si colloca perfettamente in questo contesto di lotta per la realtà che ci circonda. La crisi non nasce dall’economia, la crisi non è nelle borse, nei mercati finanziari; la crisi nasce dal nostro intelletto, dal nostro modo di vivere. siamo noi che la vogliamo e la cerchiamo incessantemente tutti i giorni……
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