ll mio nome, Maggio, deriva dall’aggettivo latino maius (”più grande”), attributo di Giove, che secondo gli antichi Romani era il padre di tutti gli dèi. La mia durata è di 31 giorni. Forse nessuno dei miei 11 fratelli vi ha ancora citato la filastrocca per ricordare quanti giorni hanno i mesi. Eccola: Trenta giorni ha novembre con aprile, giugno e settembre, di ventotto ce n’è uno, tutti gli altri ne han trentuno. Ma torniamo a me. Sono molto fiero delle tante ricorrenze che cadono nei miei giorni. Già il 1’ giorno del mese è la festa dei lavoratori (sono chiuse anche le scuole); il 5 è la Giornata dell’Europa unita; la seconda domenica è la festa della mamma. Ho anche due santi illustri: il 30 i francesi festeggiano la pulzella d’Orleans, Giovanna d’Arco, santificata nel 1920. Il 26 è san Filippo Neri, patrono dei giovani. I miei fiori sono la rosa e il garofano. Permettetemi una vanità. Sono un bel mese. Lo dicono anche alcuni proverbi. Non ci credete? E invece per indicare una persona in buona salute si dice: Pare un maggio; di ciò che è bello si dice: Pare un sole di maggio. Sino al 21 sono Toro; dal 22 gemelli. “Gemelli” famosi sono Pirandello, Garcia Lorca e John Kennedy.
È un mese pieno di feste, ricorrenze di avvenimenti, celebrazioni particolari. È il mese della Madonna, madre di Gesù. A maggio fioriscono le rose e cade la festa della mamma (la seconda domenica). Cinque maggio è addirittura il titolo di un’ode di Alessandro Manzoni, composta per la morte di Napoleone, avvenuta il 5 maggio 1821. Il 1° maggio è la festa dei lavoratori, lealmente riconosciuta in Italia nel 1947. Prima di diventare la festa dei lavoratori era la festa degli innamorati: da noi questo giorno era chiamato Calendimaggio, con riferimento alle Calende latine, giorni iniziali del mese. “Re di maggio” è stato chiamato Umberto l di Savoia, ultimo re d’Italia che, salito al trono il 10 maggio 1946, fu destituito meno di un mese dopo, in seguito al referendum del 2 giugno.
Regina dei fiori
La rosa, il fiore di maggio, ha una lunga storia. Nelle forme selvatiche apparve, su quasi tutta la Terra, migliaia e migliaia di anni fa. Quale sia stato il suo sicuro punto d’origine, però, non si sa, anche se qualcuno dice che fu l’Asia centrale. Nelle antiche pitture di Creta si vede una rosa stilizzata: fu disegnata nel 1600 avanti Cristo. La rosa, fra tutti i fiori, è quello più particolarmente legato alla Madonna, e nelle litanie viene invocata come “Rosa mistica” e ha la sua preghiera favorita nel ”rosario”, letteralmente ‘ “serto di rose”, in cui ogni “fiore” è rappresentato da un’Avemaria. Alla regina del Cielo non poteva essere dedicata che la regina dei fiori. Nel linguaggio dei fiori, la rosa ha tanti significati: le rose rosse vogliono dire “amore e ardore”; le rose rosa significano “segretezza”; le rose bianche dichiarano “affetto innocente”; le rose di ogni tipo simboleggiano in genere “tenerezza, affetto, bellezza”. Un solo significato negativo: la rosa gialla è simbolo di “orgoglio e infedeltà”.
Sfogliando il calendario
La scelta dei 1° maggio per festeggiare tutti i lavoratori si richiama a un tragico episodio avvenuto in America oltre cento anni fa, il 1° maggio 1686. Quel giorno, durante un comizio di operai, sulla Haymarket Square di Chicago scoppiò una bomba in mezzo ai poliziotti e nel tafferuglio che ne seguì si ebbero una decina di vittime. Molti dei lavoratori erano poveri immigrati, giunti da poco dalla Germania. La colpa degli incidenti venne fatta ricadere su di loro: otto furono arrestati come responsabili dei disordini. Anche se non c’erano prove della loro colpevolezza, quattro finirono impiccati e un quinto si uccise in carcere. l superstiti, riconosciuti innocenti, riebbero la libertà dopo un lungo periodo di detenzione. Fu in memoria di queste vittime che tre anni più tardi, nel 1889, il 1° maggio venne proclamata festa dei lavoratori di tutto il mondo Festa della mamma
Festa della Mamma
La tradizione di dedicare un giorno dell’anno alla mamma è piuttosto recente. In Italia solamente nel 1958 è fiorita questa iniziativa. Per trovare le origini di questa festa bisogna andare indietro di parecchi anni, fino al 1905, e trasferirsi negli Stati Uniti, nello Stato della Pennsylvania. In una piccola città muore la professoressa Jarvis, un insegnante che aveva dedicato la sua Vita alla scuola e alla famiglia. La figlia Anna soffri moltissimo di questa perdita, anche perché era convinta di non aver fatto abbastanza per la madre, di non esserle stata vicino come avrebbe voluto. Ma quale figlio non si trova in questo stato d’animo? Anna Jarvis pensò che sarebbe stato bello dedicare almeno un giorno dell’anno alla figura della mamma. Lanciò l’idea. Erano momenti di battaglie sociali, i lavoratori lottavano per conquistarsi condizioni di vita più umane in fabbrica e fuori, le donne in particolare chiedevano i riconoscimenti dei diritti civili, il voto, la parità con gli uomini. Il messaggio di Anna Jarvis fu subito raccolto. Fu un successo. Nel giro i tre anni tutte le città degli Stati Uniti festeggiarono la giornata della mamma. Il Congresso approvò la legge che fissava questa giornata, la seconda domenica di maggio. Il garofano diventava il fiore della mamma, rosso se vivente, bianco se defunta.
Questa iniziativa dopo alcuni anni fu accolta anche in Canada e poi, molti anni dopo, invase l’Europa. Oggi sono oltre cento i Paesi del mondo che festeggiano, in modo ufficiale, la figura della mamma almeno una volta all’anno.
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