Antonia Di Giulio sarà presente con la sua mostra Appunti di pittura al Museo Pietro Canonica dal 3 ottobre al 1 novembre 2015, promossa da Roma Capitale Assessorato alla Cultura e allo Sport – Sovrintendenza Capitolina, con la cura di Antonello Tolve. I Servizi Museali sono di Zètema Progetto Cultura.
Come il ricordo d’un canto lontano, come nodi d’aria che si formano grazie alla partecipazione attiva dello spettatore o come brillanti fantasie d’avvicinamento allo straordinario corpus plastico di Pietro Canonica, le opere che Antonia Di Giulio propone con i suoi Appunti di pittura, tracciano un percorso intimo, una fabula de lineis et coloribus che diventa strumento e, via via, forma di pensiero utile a dialogare con la storia e la memoria del luogo.
Disseminate nelle sette sale del museo, nell’atelier e nelle stanze private dell’artista, le opere di Di Giulio disegnano, infatti, mediante cortocircuiti costruttivi e seducenti ponti immaginifici, un appuntamento sovratemporale che, se da una parte non rinuncia al temperamento astratto e pungente della pittura, dall’altra crea sottili stati d’animo, muti rimandi alle atmosfere plastiche che abitano la casa-museo dello scultore piemontese.
Un’opera intitolata 1° marzo 1869, accanto ad altre cinque di grandi dimensioni (14 ottobre 1917, 23 settembre 1924, 9 aprile 1958, 18 novembre 1958 e 6 gennaio 1964 – le cui date sono volutamente ignote, private, affettive), è il primo omaggio immediato al padrone di casa, il primo atto dialogico con una collezione totale fatta di bronzi, di marmi, di bozzetti, di modelli originali, di studi, di repliche che mostrano l’itinerario intellettuale di un maestro indiscusso della scultura italiana. Alla committenza del monumento pubblico e alla galleria di ritratti che sfilano nei vari ambienti del museo, Di Giulio compara, seguendo un procedimento analitico, un progetto privato che indica un tragitto confidenziale per invitare il pubblico a riflettere sul permanente e sul temporaneo, sul luminoso percorso scultoreo di Canonica, appunto, e sulle proprie irrinunciabili proairesi pittoriche che popolano trasversalmente gli ambienti museali.
Con una geometria pungente che ridefinisce lo spazio della tela per dar vita a figure compatte la cui paralisi viene messa in discussione dalla stesura scomposta e nervosa del colore, le cinque grandi opere proposte da Antonia Di Giulio nelle sale espositive del museo tagliano volutamente la quiete del luogo con lo scopo di plasmare un urto estetico il cui riflesso invita a guardare due modelli che, da angolazioni differenti, ritraggono una metà dell’arte (il transitorio, il fuggitivo, il contingente) di cui l’altra metà è l’eterno e l’immutabile (Baudelaire).
Accanto ai cinque grandi lavori che dialogano con la maestosità della scultura e con un tessuto visivo che impone una forza espressiva realistica alquanto articolata, Di Giulio propone inoltre una serie di piccole ma preziose tele Senza titolo (appunti) – 13 precisamente – che, come intervalli visivi appartati, trovano la loro collocazione tra il primo e il secondo piano del museo per trasportare il fruitore al di là delle apparenze e delle immediatezze, verso tracce emozionali che coincidono con la scoperta della pittura, dello spazio, dei luoghi, della memoria, degli arredi.
Nei suoi Appunti di pittura proposti al Museo Pietro Canonica, Antonia Di Giulio gioca ancora una volta «in una doppia dimensione tra ridondanza ed essenzialità, tra senso del gioco e disciplina, tra rigore ed autoironia» (Achille Bonito Oliva) per raccontare, dunque, e con un modus operandi volutamente estraniante e apparentemente spiazzante, la storia di un incontro impossibile, la magia di un dialogo creativo che non sa più qual mano si fece spola ad intrecciarne i fili.
© 2la.it - Riproduzione riservata.