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27th
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Ginseng e rosmarino

Ginseng

 

Il termine ginseng designa molte specie appartenenti alla famiglia delle Araliaceae[1]. Nella medicina cinese la droga ricavata da queste piante, costituita dalle radici, ha alle spalle una tradizione millenaria, fatta dei più svariati impieghi.

 

Il nome ginseng deriva dalla parola cinese “ren shen”= uomo (infatti la radice ha struttura antropomorfa), invece in giapponese è ninjin=carota ed in coreano è chiamato “insam” (cioè radice dell’uomo).Il ginseng veniva usato soprattutto contro l’invecchiamento, i disturbi gastrointestinali e come preparato afrodisiaco e rivitalizzante. E’ considerato il prodotto erboristico più utilizzato al mondo. Le specie più conosciute sono quelle di origine asiatica di cui la più usata è il Panax ginseng coltivato in Cina. Ma c’è anche quella di origine americana e siberiana. Anche se con caratteristiche lievemente differenziate. Più precisamente possiamo dire che è un’Angiosperma (Panax ginseng) della famiglia delle Araliacee e dell’ordine delle Policarpiche. È una pianta erbacea perenne originaria della Cina e del Giappone. Tuttavia, le esperienze con il ginseng confermano recenti studi statunitensi sulla sua inefficacia nel miglioramento della resistenza dell’organismo. Infatti, sembra che gran parte degli studi che esaltavano le doti del ginseng erano stati condotti su animali. Invece sull’uomo, dopo una fase iniziale dove il ginseng funziona come stimolante, la successiva rapida assuefazione comporta che l’organismo non ottiene nessun miglioramento dall’assunzione del prodotto. Vedasi approfondimenti sul testo “Ginseng”, di N. Valerio, ed. Aporie, in cui l’autore ha studiato tutta la letteratura sull’argomento.

 

 

 

Rosmarino

Spesso madre natura si di­verte a metterci i suoi rimedi naturali migliori sotto il naso, solo che noi non li vediamo. Con i ritmi frenetici della vita di oggi, sono soprattutto stanchezza e stress ad incidere sul nostro benessere psicofisico. È proprio il caso del ro­smarino, comunissimo aroma usato nella cucina mediterranea, che pos­siede anche notevoli virtù toni­che e disintossicanti, al punto che per gli antichi Egizi il rosmarino era addirittura un simbo­lo d’immortalità. Il rosmarino, regina delle piante aromatiche, è la tipica pianta mediterranea, che cresce sia spontanea che coltivata soprattutto lungo le fasce costiere.  Il rosmarino appartiene al genere Rosmarinus, famiglia delle Lamiaceae[2] ed il suo nome scientifico è “rosmarinus officinalis”. Originario dei paesi del Mediterraneo si ritrova spontaneo lungo la fascia costiera e fino a 1500 m s.l.m. L’etimologia del suo nome è abbastanza controversa: secondo alcuni deriverebbe dal latino da “rosa = rosa” e “maris = mare” cioè “rosa del mare” secondo altri dal latino “rhus = arbusto” e “maris = mare” cioè “arbusto di mare”. Perché abbiamo accostato il rosmarino al ginseng? Perché i compo­nenti del rosmarino sono attivi all’interno sia all’esterno con effetti stimolanti ed energetici. Secondo le ricerche, l’uso regola­re di questa pianta mantiene gio­vani. Inoltre il rosmarino migliora la circolazione del sangue e aiuta soprat­tutto chi si sente privo di forze per stanchezza, cali di pressione e d’umore. Grazie ai flavonoidi (potenti antiossidanti), il rosmarino riequilibra e disintossica il fegato, l’organo che risente delle tensioni e dello stress. Per questo gli effetti del rosmarino sono profondi e duraturi e si riflettono su tutto l’organismo. Il metodo più semplice per assumere i principi attivi del rosmarino è la tisana, preparata con un paio di centimetri di rosmarino fresco da bersi dopo ogni pasto. Per una cura ri­costituente vera e propria, si può assumere il rosmarino in estratto fluido. Come tutte le piante stimolanti, il rosmarino va usato con attenzione in caso di pressione alta, di insonnia e in gravidanza.

 


[2] Le Lamiaceae (o Labiatae nom. cons.) sono una famiglia di piante dicotiledoni dell’ordine delle Lamiales che comprende circa 200 generi con 3.000 specie, molto diffuse nelle regioni temperate e calde di tutto il mondo, e in particolare nel bacino del Mar Mediterraneo nelle zone degradate della macchia mediterranea e nelle garighe, in terreni rocciosi, calcarei o sabbiosi.


[1] La famiglia delle Araliaceae comprende circa 600 specie di piante legnose, raramente erbacee, spesso rampicanti, originarie per lo più delle regioni tropicali. I rami sono frequentemente provvisti di radici avventizie che servono alle piante per ancorarsi ai sostegni. Le foglie hanno una disposizione spiralata e sono provviste di stipole. I fiori, ermafroditi o unisessuali, riuniti in infiorescenze a capolino od ombrella, sono attinomorfi e strutturati secondo una morfologia tetraciclica pentamera. L’unica specie autoctona italiana è Hedera helix, rampicante sempreverde, tipico dei boschi freschi e umidi, di cui si conoscono numerose varietà coltivate per la bellezza del fogliame.



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