In generale per steroide anabolizzante si intende un farmaco derivante dal testosterone che con opportune manipolazioni di carattere chimico (togliere nandrolone, aggiungere gruppi metilici, modificare legami ecc.) cerca di mantenere alto l’effetto anabolizzante e ridurre l’effetto androgeno.
Spesso anche piccole variazioni molecolari possono portare a grandi cambiamenti sull’effetto farmacologico, fermo restando che almeno in parte le caratteristiche “androgene” vengono mantenute con tutte le conseguenze del caso. L’eventuale utilizzo di steroidi anabolizzanti nell’ambito sportivo è tipico degli sport di potenza (sollevamento pesi, lotta, gare di velocità, ecc.), mentre nelle attività sportive a carattere aerobico tale uso è estremamente ridotto, in quanto sono privilegiate componenti fisiche indipendenti da un aumento della massa muscolare. Da un punto di vista farmacologico il testosterone oltre a “promuovere” le caratteristiche sessuali dei maschi (in pratica tutto ciò che cambia nel passaggio da bambino ad adulto; statura, barba, peli, ingrossamento del pene, comportamento sessuale ecc.), ingrossa anche altri organi come; ossa e muscoli, fegato, milza, reni tramite l’aumento della sintesi proteica. L’azione androgena, che in pratica è un’azione anabolizzante (ciò quella di far ingrossare) gli organi sessuali, non è nettamente distinguibile da quell’anabolizzante, androgeno ed anabolizzante sono concetti che si riferiscono all’organo interessato. Ciò che è “misurabile” è il rapporto anabolizzante/androgeno che per gli anabolizzanti è definito come “indice terapeutico” (più è alto tale indice maggiore è l’effetto anabolizzante rispetto a quello androgeno). Tale rapporto può variare considerevolmente da quello dichiarato se vengono alterati i dosaggi di somministrazione, ovvero anabolizzanti con minimo effetto androgeno ed alto effetto anabolizzante a dosi più elevate presentano un accrescimento dell’effetto androgeno con conseguente abbassamento dell’indice terapeutico, pertanto alti dosaggi di un farmaco a basso contenuto androgeno porterà all’aumento degli effetti androgeni stessi, mente l’effetto anabolizzante essendo già massimo ai dosaggi prescritti non subirà variazioni significative. Gli effetti collaterali degli anabolizzanti sono legati al grado di androgenicità residua del prodotto, per tanto l’indice terapeutico, pur con i suoi limiti può rappresentare una guida orientativa. Negli uomini uno degli effetti collaterali è rappresentato dalla crescita dei tessuti sessuali. In particolare l’organo interessato e la prostata, elevati livelli di androgeni somministrati per lungo tempo possono dar luogo ad accrescimento della prostata, con lievi disturbi nell’urinare, ma soprattutto con rischio di carcinoma. Questa malattia non viene di per se causata dagli androgeni, ma il suo sviluppo ne è accelerato, probabilisticamente alcune cellule maligne che verrebbero sopraffatte dai sistemi di difesa del corpo potrebbero svilupparsi meglio dando luogo al cancro. Per quanto riguarda la crescita di altri organi sessuali (detta crescita non riguarda il pene le cui dimensioni non aumentano dopo la pubertà) questa risulta essere meno visibile nel maschio adulto rispetto alla donna (il soggetto maschio noterà al più un infoltimento della barba e dei peli del corpo), nella donna invece gli androgeni provocano se il soggetto è predisposto, ad una calvizie di tipo maschile, aumento dei peli, inizio di barba, raucedine ed ingrossamento della voce con effetti praticamente irreversibili. Negli uomini altro effetto collaterale è l’inibizione della sintesi di gonadotropine. Le gonadotropine sono ormoni prodotti dall’ipofisi che stimolano il testicolo a produrre sia testosterone che a fabbricare spermatozoi. Elevati livelli di farmaci androgeni tendono a “bloccare” le gonadotropine con conseguente calo di grossezza e consistenza dei testicoli, riduzione nella produzione di spermatozoi fino alla sterilità. Un aumento a dismisura dei livelli di testosterone ha effetti sulla libido, frequenza di erezioni ed aumento dell’aggressività (tali effetti sono in generale di natura reversibile, strettamente collegati ai tempi di somministrazione dei farmaci, da valutare caso per caso ovvero da individuo ad individuo e, strettamente collegati ai tempi di somministrazione dei farmaci). L’assunzione di anabolizzanti da luogo inoltre ad un calo più o meno netto della concentrazione di testosterone prodotto dal corpo nonché degli androgeni di origine surrenalica. Nelle donne il calo delle gonadotropine può portare a possibilità di amenorrea e limitata produzione di estrogeni. L’uso di steroidi anabolizzanti può potare inoltre a variazioni morfologiche del muscolo cardiaco note come ipertrofia. L’ipertrofia cardiaca consiste nell’incremento della massa cardiaca dovuta ad un aumento dei cardiomiociti (le cellule che formano il cuore), con conseguente probabilità di infarto. Una volta sospesa la somministrazione di anabolizzanti, i livelli di testosterone prodotti dal corpo rimangono bassi per molto tempo con possibilità di disturbi tipo astinenza, svogliatezza e perdita di massa muscolare. In conclusione i rischi derivanti dall’uso di anabolizzanti non ne giustifica l’utilizzo che deve essere comunque sempre suggerito e prescritto solo da equipes mediche competenti, un loro abuso può portare in alcuni casi alla morte.
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