I colori che Salvo Maria Fortuna inserisce sulle tele
escono liberamente dai contorni fisici
organizzandosi in ampi fasci di linee di forza che giungono ad esprimere
la tensione dinamica e il ritmo dell’universo.
Pittore
e scultore molto versatile ed attivo, possiede una cinquantennale produzione
vasta ed eclettica, comprendente esperienze che spaziano dal linguaggio
figurativo fino all’astratto.
In entrambe le manifestazioni la chiarezza delle forme e la compostezza dei
dialoghi cromatici si pongono in un felice contrasto di distensioni e tensioni
dagli straordinari risultati e avvolgenti segni.
Da qualche tempo tuttavia, questo artista ormai individuato “di chiara fama” nel campo dell’arte, per essere maestro di eterei paesaggi acquerellati e intense opere plastiche, esce dal figurativo lasciandosi andare esclusivamente all’astratto, con una risonanza interiore d’ ispirazione musicale. Non è un caso infatti, che nelle sue opere compaiono spesso, più o meno celati, spartiti e note musicali.
Si tratta di seducenti linee che si inseguono sulla tela o sulla ceramica (soprattutto piatti) convergendo direttamente agli occhi e all’anima dell’osservatore: compatte o esili, manifestate esclusivamente dai colori primari, sono capaci di evocare la luce quando si schiariscono e scurirsi quando si sovrappongono. Il colore si trasforma in casuali movimenti geometrici sciogliendosi in macchie, passando dai toni acuti a quelli gravi, così i colori vibranti, diventano fluorescenti oppure si incupiscono, realizzando un continuo movimento ritmico, denunciando la tensione dinamica ed il succedersi dell’eterno movimento della vita: si veda allo scopo Esplosione di suoni (acrilico su tela, 120×100 cm, 2018), oppure My way in bianco e nero (acrilico su tela, 120×100 cm, 2019).
Nato a Vibo Valentia nel 1952, Salvo Maria Fortuna si diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze per diventare ben presto Docente di Discipline Plastiche presso Licei Artistici, insegnando attualmente nel prestigioso Liceo Artistico Statale Giulio Carlo Argan di Roma (Dirigente Scolastico Nicola Armignacca).
Tra le sue mostre segnaliamo:
- Mostra personale di Scultura “Centro d’Arte Hipponion” di Vibo Valentia (1979);
- Personale di Scultura nella Basilica Santi Apostoli di Roma (1984);
- Personale di Pittura e Scultura nella Galleria “La Pigna” di Roma (1985);
- Personale di Pittura, Ceramica e Scultura, Comune di Monteporzio Catone (1996); Personale di Pittura e Scultura, Comune di Colleferro (1998);
- Personale “Dinamismi Cromatici” presso lo Zen.O Bistrot Art Gallery con l’esposizione di quindici tele astratte (2008);
- Premio Trofeo Estensi, collettiva presso le Scuderie Estensi di Tivoli (2008);
- Vollettiva “Repubblica e Costituzione, gli artisti per i sessanta anni della Costituzione”, Archivio Centrale dello Stato di Roma (2008);
- “Arte in Cattedra” quarantesimo anniversario dell’istituto statale d’arte e Liceo artistico Roma 2, Collettiva di insegnanti artisti, Complesso monumentale di Ripa Grande, Roma (2009);
- “Una scultura per la collezione d’arte contemporanea”, Archivio Centrale dello Stato di Roma (2009);
- “Triennale astratto e surreale”, Collettiva Accademia di Romania, Roma (2010);
- Personale di pittura e scultura presso l’Istituto Superiore Statale Margherita di Savoia di Roma per i 125 anni dell’istituto (2014).
Particolarmente significativo il suo rapporto con il Museo Storico della Liberazione di Roma in via Tasso, con l’istallazione di una scultura dedicata all’Olocausto chiamata L’Urlo, realizzata nel 1999 in terracotta e gesso patinato e la consegna il 25 aprile del 2014, Natale di Roma, alla presenza del Sindaco della città, di una scultura collocata nel Museo dal titolo Ricordo dei ragazzi che nel 1943 difesero la città dai Nazisti.
La forte spiritualità e i suoi valori lo hanno portato anche a partecipare all’interno della Galleria comunale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma alla Collettiva Sacrosanto con l’opera esposta, altorilievo in gesso patinato e vetro, Il nostro cammino (2000); per la Giornata della Gioventù ad esporre nella chiesa di San Salvatore in Lauro un significativo alto rilievo (2000); a donare al reparto di Medicina Interna del Policlinico Agostino Gemelli di Roma un alto rilievo dal titolo Maternità; a partecipare alla Collettiva di pittura Arte e segni di pace nella basilica capitolina di Santa Maria in Aracoeli (2016); a donare la scultura Il Pensiero, raffigurante raffigurante la testa di un filosofo barbuto nell’atto di riflettere e pensare, modellato alla maniera della plastica di Rodin, al Liceo Artistico Statale Giulio Carlo Argan di Roma (2019).
Nelle opere esposte in personali e collettive l’artista calabrese ha sempre poeticamente reinterpreto la sua istanza spirituale inaugurando nuove stagioni della sua produzione artistico – pittorica, che tuttavia trova nel “segno che seduce l’anima” la rappresentazione simbolica di un’intensa esperienza interiore. Salvo Maria insegue spasmodicamente un dialogo con lo spazio e la forma, dove tutto è avvolto in un tripudio di colori vivaci. Le più interessanti mostre citate sono state curate da Rosa Traversi, Patrizia Favorini, Eleonora Calbucci. Così si esprime quest’ultima: “come la musica che passa dai toni acuti ai toni gravi, così i suoi colori vibranti e luminosi diventano evanescenti oppure si incupiscono improvvisamente creando un movimento continuo di rispondenze ritmiche”.
Con la memoria e il mito, la musica ha un posto rilevante nell’arte di Fortuna. Linee e forme astratte realizzano un’alchimia di forme e colore, dinamici cromatismi che tuttavia ricercano l’armonia e la bellezza, la evocano con le loro mille sfumature, con le infinite direzioni, danzando al ritmo ardente di una musica interna che dialogante con il subconscio.
L’importanza di Salvo Maria risiede soprattutto nell’aver modificato le regole del gioco modernista, aprendo ai linguaggi artistici contemporanei prospettive che vanno oltre la sua ideologia, verso un nuovo sentimento e un nuovo linguaggio della bellezza, verso dinamismi cromatici, verso la musica dell’anima.
L’idea di proporre, esporre e integrare Artefatti, formalmente “estranei” al contesto archeologico, nasce dalla ricerca e dalla sperimentazione che il Museo Civico Archeologico di Anzio, ospitato nei prestigiosi ambienti di Villa Adele, ha avviato da circa un decennio. Tale sinergia, quest’anno, e stata definita “Dialogo tra Arte-Fatto antico e Arte-Fatto contemporaneo in ambiente archeologico”. Le opere esposte dal 18 al 30 Maggio 2019 nel Museo con straordinario e significativo allestimento sperimentale di Giusi Canzoneri, nella Mostra FormeColoriEmozioni di Salvo Maria Fortuna per Anzio Archeologica, alludono, al gioco di relazione tra le opere antiche esposte nel Museo e quelle contemporanee di Fortuna, manifestando quindi la combinazione di linguaggi antichi e moderni, la capacità metaforica di intuizione e anticipazione, capaci di sviluppare una profonda riflessione che ci parla del passato, del presente e del futuro.
Le opere in mostra appartengono alla produzione recente del Maestro, come Estate (2018), Composizione n. 9 (2018), Anemone (Piatto in ceramica e acrilico, 2016), che posseggono nella genetica una componente intellettualistica, di speculazione mentale e culturale, affiorante in assunti indefinitamente formulati, impiantata a livello “concettuale” in un’analisi che si estende alle proprietà spaziali e geometriche.
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