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Economia…

L’economia è sempre in oscillazione: solo nel secondo dopoguerra sono state contate 18 grandi crisi bancarie, con gravi conseguenze. Si è calcolato che fra una crisi e l’altra passano in media dai 5 agli 8 anni. In questo breve articolo evidenziamo i termini su cui riflettere quando si parla di crisi e riportiamo alcune curiosità tipiche delle vecchie crisi da cui non abbiamo imparato nulla.

 

Iniziamo dal termine Recessione.

 

In linea generale, la recessione si verifica quando la capacità produttiva di un paese è inferiore a quella che lo stesso potrebbe avere usando tutti i propri fattori produttivi. La recessione è quindi l’opposto della crescita economica, cioè allo sviluppo di un paese in diversi settori con aumento della ricchezza, dei consumi, della produzione di beni e di servizi. In altre parole quando il PIL (prodotto interno lordo), le ore lavorate, occupazione ed altri indicatori economici sono in calo da almeno due semestri si ha Recessione. Continuando nel calo la Recessione si trasforma in depressione. Si parla di depressione quando la variazione in negativo del PIL supera il dieci per cento o quando la fase di recessione dura molto a lungo, per almeno tre o quattro anni.

La Deflazione è un calo generale dei prezzi, spesso causato da una riduzione dell’offerta di moneta o di credito. La deflazione può essere causata anche da una diminuzione della spesa pubblica, personale o di investimento. Al contrario dell’inflazione, la deflazione ha l’effetto collaterale di un aumento della disoccupazione in quanto vi è un basso livello di domanda nell’economia, che può portare a una depressione economica. Si verifica sempre dopo una bolla speculativa (la moneta scarseggia), quando tutti cercano sicurezza economica nei Titoli di Stato piuttosto che in azioni di società.

La Stagnazione si ha quando il PIL aumenta ma di pochissimo. Si verifica quando l’economia non cresce in termini reali. E’ generalmente provocata da un calo dei consumi generalizzato, che a sua volta rallenta la produzione.

L’Inflazione, come fenomeno economico è  l’aumento del prezzo dei beni al consumo nel tempo all’interno di una nazione. E’ la perdita di potere di acquisto di una valuta che i riflette sull’aumento dei prezzi. In termini quantitativi l’inflazione viene espressa con un numero percentuale, munito normalmente di virgola e di una cifra decimale, e comunemente si riferisce ad un periodo di un anno. Questo numero è il risultato del calcolo di una “particolare media” degli aumenti che i prezzi dei singoli beni di consumo subiscono nel corso dell’anno al quale il numero si riferisce.

Chiariti i termini vale la pena di ricordare che furono i mercanti italiani ad organizzare la finanza con banche di deposito e credito ed obbligazioni, infatti i mercanti fiorentini chiesero soldi a re ed imperatori nonchè a Papi e Vescovi.

Va ricordato, per chiudere l’articolo, che negli anni 20 non erano i ricchi a giocare in Borsa ma il ceto medio che investiva a credito (mi ricorda qualcosa…..) ed in Italia l’economia domestica era una cosa seria (si insegnava a scuola insieme ad educazione civica.. ma questo è un altro discorso) e le massaie erano a conoscenza di metodi anticrisi migliori di molti guru dell’economia.



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