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Un missionario dell’arte Intervista a Roberto Luciani

L’architetto e Critico d’Arte Roberto Luciani possiede una straordinaria capacità di conoscenza dei più disparati campi dell’Arte, dell’Architettura e dei Beni Culturali. Questo suo talento scaturisce da una innata sensibilità, da una padronanza tecnica ed artistica delle materie a lungo studiate, dalla lunga esperienza professionale ed umana che lo ha visto passare dalle Bellezze dell’Urbe agli importanti Restauri effettuati con la Soprintendenza di Bologna, ai numerosi anni trascorsi nella più selvaggia Sardegna, luogo di suggestivi misteri e Paesaggi incantati, dove ha potuto ricercare quegli enigmatici colori del cielo, del mare, della selva fitta e impenetrabile, che lo hanno connesso alla Terra, alla Natura e alle fantasmagoriche tessiture del Cielo. Con questo bagaglio di emozioni vissuto nell’Isola è potuto ritornare ancora una volta nella Città Eterna con un animo dipinto di Gioia e con quella luce negli occhi che lo hanno reso un vero e proprio Missionario dell’Arte e del Sacro che la pervade.

D. Hai scritto una settantina di libri e un migliaio di articoli, ma ha dedicato due libri – pubblicati con la De Agostini e tradotti in molte lingue – e molti articoli al Colosseo. Cosa ti ha spinto verso questo importante Monumento?

R. È un monumento che mi ha sempre affascinato, sia per la sua funzione pagana legata agli spettacoli dei gladiatori, quegli uomini straordinari destinati a uccidersi tra loro, sia per la successiva funzione che ha assunto in periodo cristiano?

D. Come sei riuscito a conciliare la tua attività lavorativa in Soprintendenza con la concentrazione necessaria per scrivere libri?

R. La mia ”missione” è quella di effettuare Restauri monumentali e scrivere libri per spiegare agli altri i segreti dell’Arte. Uno dei libri fondamentali nella mia iniziale produzione e per la “missione” è Il Restauro: storia, teoria, tecniche, protagonisti (Palombi, 1988), un testo molto valido per divulgare i principi generali della materia, presentato all’Accademia di San Luca.

Foto n.1

D. Quali sono i restauri che ricordi con maggiore piacere?

R. In particolare ho progettato e diretto restauri di due importanti complessi architettonici come Castel Sant’Angelo e il Complesso Monumentale di San Michele a Ripa Grande a Roma e altri, come la Chiesa N.S. di Paulis di Ittiri, la Chiesa di Monserrato di Ozieri, la Chiesa di San Nicola di Silanis di Sedini, la Cattedrale di Santa Maria di Alghero, in Sardegna. Ho inoltre restaurato Beni Archeologici come il Mausoleo di Adriano e l’Anfiteatro Flavio, Beni Storico Artistici come gli affreschi nella Chiesa di Sant’Antonio Abate di Castelsardo, nella Chiesa N.S. del Regno di Ardara, nella Chiesa di Santa Maria Pizzinna di Chiaramonti, nella Cattedrale di Castelsardo, grandi tele come quelle conservate nel Ministero dei Lavori Pubblici e nella Chiesa Madonna del Buon Viaggio di Roma,  sono intervenuto anche in Giardini storici come quelli alle Terme di Caracalla e agli Horti Farnesiani al Palatino.

D. Sei anche specialista nel restauro di opere d’arte in legno, quali interventi hai progettato e diretto?

R. È quasi impossibile citare tutti i miei lavori affidati a vari restauratori, cito soltanto quelli affidati a Dario Carnicelli tra il 1984 e il 1998 e descritti nel mio volume Dario Carnicelli restauratore, editore Kappa: Aggius (SS), Chiesa di Santa Croce, restauro altare ligneo policromo e dorato, sec. XVI; Florinas (SS), Chiesa Santa Croce, restauro due altari lignei intagliati, policromi e dorati, sec. XVII; Nulvi (SS), Oratorio di San Filippo, altare ligneo policromo e dorato, sec. XVI; Nulvi (SS), Chiesa del Rosario, altare ligneo policromo e dorato, datato 1648; Olzai (NU), Chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, altare ligneo intarsiato, sec. XVII; Ploaghe (SS), parrocchiale di San Pietro, mobile di sacrestia intagliato, sec. XVII; Osilo (SS), Chiesa parrocchiale dell’Immacolata Concezione, mobile di sacrestia intagliato, sec. XVIII; Bosa (NU), chiesa di Santa Maria degli Angeli annessa al Convento dei Cappuccini, altare e pulpito, sec. XVII; Silanus (SS), Chiesa parrocchiale, altare ligneo policromo e dorato e tre sculture lignee policrome, sec. XVII; Bolotona (NU), Chiesa di San Bachisio, balaustra lignea, sec. XVIII; Thiesi (SS), Chiesa di Santa Croce, mobile di sacrestia intagliato, sec. XIX e altare policromo, sec. XVIII; Ploaghe (SS), Chiesa di Santa Croce, altare policromo, sec. XVIII.

D. So che dirigi alcune collane editoriali, sei impegnato nella diffusione della cultura?

R. La diffusione della cultura riveste per me un valore etico e didattico per cui sono instancabile. È stato il mio primo Editore, Palombi, a propormi di dirigere la collana editoriale Dialoghi di Restauro e io ho accettato questo compito con entusiasmo, soprattutto perché andavo ad occuparmi di un argomento che mi appassionava, il Restauro. Dopo questo incarico ne sono arrivati altri da diversi editori: Itinerari di Architettura (Pedanesi editore); Alma Roma (Alma Venus editrice); Le Vite dè più Eccellenti pittori scultori architetti et archeologi (Palombi); Guide d’Autore (Naviglio editore), Monvmentvm (Eiles editrice).

D. Qual’è stata la tua prima mostra importante e il tuo primo allestimento di un museo?

R. Avevo circa trent’anni quando il Sindaco di Roma e l’Assessore agli Interventi del centro storico, il noto architetto Carlo Aymonino, mi affidarono la cura dell’importante mostra Roma Sotterranea inaugurata da entrambi il 15 ottobre 1985 a Porta San Sebastiano, che otterrà il plauso della critica e del pubblico, tanto da doverne rinviare per due volte la chiusura. Ho coinvolto nel comitato scientifico noti professori universitari e funzionari comunali e statali, e ho curato un catalogo (Palombi) che per la prima volta analizzava tutti gli aspetti (geologici, archeologici, artistici, religiosi, ecc) di un affascinante tema successivamente più volte ripreso e copiato. In quell’occasione mi sono “inventato” tra l’altro la soluzione navetta, un bus che gratuitamente portava i visitatori in vari luoghi sotterranei della città selezionati. Nello stesso periodo, per la Soprintendenza Archeologica di Roma, ho curato l’allestimento, dell’Antiquarium del Colosseo nelle camere di regia sotterranee.

D. Come sei approdato in Sardegna?

R. È stato nel 1990, avevo partecipato ad un concorso interno per Architetto Direttore nel Ministero Beni Culturali arrivando primo a livello nazionale. Fui assegnato alla Soprintendenza mista Beni Architettonici e Artistici e Storici per le province di Sassari e Nuoro. E mi preparai a salpare, in preda ad un ulissico desiderio di scoperta, alla volta dell’Isola. Non ho mai dimenticato quel luogo magico, le sue tradizioni, la sua gente, i suoi monumenti.

D. Come sei invece arrivato a Castel Sant’Angelo?

R. È successo sempre nello stesso periodo del mio impegnativo lavoro in Sardegna. Nel 1992 l’Onorevole Ministro dei Beni Culturali mi nomina coordinatore del suo Ufficio Stampa e poco dopo sono incaricato di dirigere l’ufficio tecnico del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma. Come al solito, la mia passione per questo lavoro era tanta e tale, da farmi che considerare questa molteplicità di incarichi come una opportunità per migliorarmi, per sperimentare nuovi percorsi e per confrontarmi con i miei limiti.

Castel Sant Angelo – foto n.2

D. Nel 2010 hai lavorato all’importante Mostra L’Aquila, l’arte ferita delle chiese del centro storico allestita addirittura a Montecitorio.

R. Si è trattato dell’esposizione di 21 opere appartenenti alle chiese del centro storico dell’Aquila danneggiate dal terremoto che ha colpito l’Abruzzo. La mostra, rimasta aperta eccezionalmente alla Camera dei Deputati dal 25 gennaio al 26 febbraio 2010 e presentata alla Sala della Lupa dal Presidente della Camera, ha avuto la curatela di Claudio Strinati, personalmente ho fatto parte del comitato scientifico scrivendo un testo critico in catalogo. Sempre per favorire la “rinascita” dei Beni Culturali abruzzesi, ho lavorato nel comitato scientifico anche della Mostra Gente d’Abruzzo. Verismo sociale nella Pittura abruzzese del XIX secolo, allestita nella Pinacoteca di Teramo dal 24 settembre 2010 al 6 gennaio 2011.

D. Come Critico d’Arte segui molti artisti contemporanei, tra questi quale in particolare?

R. Come Direttore Artistico della Arsnova Gallery ovviamente seguo con particolare attenzione tutti gli artisti inseriti nella prestigiosa Galleria online, tra questi: Salvo Maria Fortuna, Herman Normoid, Fabrizio Evangelisti, Nicola Maria Spagnoli,  Daniela Scaccia, Simona Liberati, Giampiero Pierini, Romina Aymino.

Tuttavia conosco Agostino De Romanis dal 2009, da quando cioè lavoravo al Ministero degli Affari Esteri in qualità di Esperto di Beni Culturali e Coordinatore della Collezione d’Arte contemporanea della Farnesina. Tra noi è nata subito una sinergia artistica e umana che nel tempo mi ha portato a scrivere per lui articoli su quotidiani e riviste; un testo critico per il catalogo della mostra Agostino De Romanis. Il pensiero dipinto, la forza mistica del mondo orientale (Camera dei Deputati, Febbraio 2012, a cura di Vittorio Sgarbi); a curare le mostre De Romanis, all’origine delle cose (Fondazione Elsa Morante, Novembre 2012); De Romanis a Santa Maria dell’Orto (Complesso Monumentale di Santa Maria dell’Orto, Novembre-Dicembre 2016); Agostino De Romanis per Anzio Imperiale (Museo Archeologico di Anzio, Aprile 2019). Ho inoltre pubblicato il monumentale volume Agostino De Romanis. La Gerusalemme Liberata Dipinta e la Prefazione alla sua Biografia completa, De Romanis pictor, pubblicata nel 2015 dalla Palombi e curata da Antonio Venditti. Attualmente lavoro alla curatela di una grande mostra, De Romanis l’arte incontra i sogni, che si allestirà prossimamente a Roma in un prestigioso Museo.

Didascalie

Uno. Massimo Gatti, Ritratto di Roberto Luciani architectvs et criticvs, tecnica mista su carta, cm 25×35, 2016.

Due. Castel Sant’Angelo, alcuni settori del noto monumento sono stati restaurati da Roberto Luciani.

Tre. Mostra Arte Alimentazione Salute allestita alla Gipsoteca dell’Università di Roma Sapienza curata da Roberto Luciani.

Quattro. Le Uccelliere degli Horti Farnesiani, giardino rinascimentale molto studiato e pubblicato da Roberto Luciani.

Cinque. Agostino De Romanis (a destra) e Roberto Luciani all’inaugurazione della Mostra dell’Artista al Museo Archeologico di Anzio il 14 Aprile 2019.

Sei. Copertina del libro Il Restauro Storia Teoria Tecniche Protagonisti

Sette. Copertina del libro Das Kolosseum Architektur Geschichte Veranstaltungen

Otto. Copertina del libro The Lateran Complex Basilica Apostolic Palace Holy Staircase.

Nove. Mostra Personale di Salvo Maria Fortuna allestita al Museo Archeologico di Anzio dal 18 al 30 Maggio 2019  curata da Roberto Luciani

Dieci. Il libro di Roberto Luciani Campidoglio La Storia, Campidoglio La Visita (dei Merangoli editrice, 2018) esposto al bookshop dei Musei Capitolini.



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