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Enrico Piras. Telai dalla Barbagia

Da molti secoli in Sardegna è diffuso l’uso del Telaio per realizzare manufatti tessili di vario genere, da coperte policrome a bisacce, da ornamenti per cavalli e buoi al tappeto funebre, detto tapinu e mortu. Basti pensare che nell’isola il Telaio in legno faceva parte integrante del corredo nunziale e la ragazze di ogni estrazione sociale imparavano fin da piccole ad usarlo con insegnamenti che si tramandavano da generazioni.

Fino ai primi decenni del secolo scorso in Sardegna venivano utilizzati entrambi i tipi di telaio, quello orizzontale e quello verticale a cui si attribuisce una più arcaica origine con funzionamento a pedaliera e gruppo di licci. In tempi recenti la realizzazione di manufatti è sensibilmente diminuita e lo stesso apparato iconografico e decorativo notevolmente semplificato, attualmente una qualche produzione è ancora attiva in alcuni centri del Goceano e della Barbagia.

Per mantenere viva questa attività, l’artista Enrico Piras da oltre quindici anni produce nuovi straordinari Telai, manufatti artistici, sua vecchia originale passione, che rigenera e custodisce in maniera profonda la sua creatività.

 Nato nel 1975 a Gavoi, in provincia di Nuovo, Piras è artista eclettico, curioso e creativo. Dopo aver studiato Architettura al Politecnico di Torino e laureatosi all’Accademia di Belle Arti di Sassari, ritrova nel suo incantato paese della Barbagia di Ollolai le anziane donne che lavorano lane e tessuti che rinverdiscono la sua antica passione per i manufatti tessili, recandosi e rimanendo affascinato dai lavori delle donne di Sarule (Barbagia di Ollolai), Samugheo (Mandrolisai) e Mogoro (Alta Marmilla), iniziando quindi a produrre i suoi Telai artistici.

Si tratta di opere dalle forti e profonde sperimentazioni, nate dallo studio e la pratica delle Arti Visive e del Design, ma anche dalle proprie capacità artistiche e dai confronti con le “anziane” creative isolane.

Tra i più significativi Telai della sua produzione recente troviamo Fidanzati (2008, 150×50 cm, Tempera su tela e lana su telaio ligneo); Frammentazione dell’io (2013, 150×50 cm, Tempera su stringhe di cotone, perline argentate e lana su telaio ligneo); Bòes (Buoi) (2020, 50×50 cm, Tempera e Acrilico su tela, filo di nylon, perline argentate e lana su telaio ligneo); Disamistade (Inimicizia) (2020, 50×50 cm, Acrilico su tela e stringhe di cotone, foglia oro e lana su telaio ligneo).

Bòes (Buoi), Telaio, 2020

La cura del catalogo generale, l’archivio e la vendita delle opere di Enrico Piras è affidata alla prestigiosa Galleria internazionale Arsnova Gallery.

Disamistade, (Inimicizia), Telaio, 2020

Queste particolari opere d’arte, nei loro fili di lana o cotone tesi a correre da un lato all’altro, nei loro nodi e colori, raccontano storie, passioni, incroci di destini, ordito e trama di Vita.

Realizzate all’interno e attorno ad una struttura lignea quadrata o rettangolare, con misure progettate su lato base di cinquanta centimetri o rigorosamente sui multipli di questa unità, sono composti di volta in volta con materiali naturali o artificiali e realizzati a seconda delle esigenze espressive con tecnica mista, arrivando ad utilizzare anche la foglia d’oro.

Le composizioni dell’artista Sardo sviluppano dal concetto di “linea” che coincide perfettamente con il concetto di “filo”. Questo sguardo è talmente radicato nel modo di approcciarsi al disegno che si è tradotto identico persino nella sua vita. Le opere sono allegoriche e simboliche. La Trama, tessitura orizzontale, è affidata al filo di lana o cotone oppure a dei nastri e viaggia avanti e indietro “abbracciando” il telaio; rappresenta un dono proveniente dal cielo, l’elemento divino e ultraterreno.

L’Ordito, elemento verticale, è rappresentato da una fettuccia bianca o colorata oppure è un segmento tessile di larghezza variabile, che porta con sé segni o simboli a volte astratti e grafici, riconducibili ad una essenza terrena.

Fidanzati, Telaio, 2008

I Telai hanno un aspetto tridimensionale, materico e plastico; non posseggono cornice e vetro con struttura conclusa visivamente senza di essi; si scostano dal muro di qualche centimetro, per esaltare la loro presenza e il loro corpo.

Nelle opere si individua infine lo “Strumento” (la struttura lignea, semplificazione del telaio) e contemporaneamente la “Composizione” (tela, filo, colore, trama e ordito del tessuto finito). Nella sintesi elaborata, non si separano più strumento e prodotto, ma uno supporta vicendevolmente l’altro.

La tessitura a telaio è un’attività che racconta la Sardegna, fortemente radicata negli usi e costumi di questa straordinaria fiabesca Terra, dove le donne del passato rappresentavano un esempio di grande maestria nell’utilizzo di fili, trame e tessuti, dai più preziosi e delicati ai più disarmonici e semplici.

Frammentazione dell’io, Telaio, 2013

I Telai di Enrico Piras si ispirano naturalmente alla tradizione tessile isolana, ma si fanno interpreti della vita contemporanea, attingono dai vecchi simboli per giungere a nuovi segni, concetti, forme e colori. Sono una finestra aperta attraverso la quale scrutare i sentimenti e giudicare la realtà, sono realizzati per alimentare i sogni e suscitare desideri, sono un anelito all’Infinito. Possono essere inquietanti o seducenti, aspri o amorevoli, come la Terra di Sardegna portano storie, valori e poesia.



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