La rivista Nature Clinical Practice, Gastroenterology & Hepatology, 2007, importantissima rivista scientifica del campo medico, ha pubblicato un recente studio in cui si sostiene che Napoleone non fù avvelenato mentre era in esilio a Sant’Elena. La notizia è importante perché è in grado si ristabilire la verità storica su un evento del quale si discute da oltre 180 anni. Napoleone Bonaparte mori per un tumore allo stomaco e non per mano di un traditore che lo avvelenò. Il cancro allo stomaco sembra si generò da una vecchia gastrite che era andata manifestandosi con crescente intensità responsabile di un’emorragia che in poche ore si rilevò fatale tra marzo e aprile del 1821. Gli studi partono dal resoconto dell’autopsia effettuata all’epoca dal medico Antommarchi. Il quadro clinico risultante all’epoca (letto con le competenza attuali) scarta l’idea di avvelenamento con arsenico anche se presente nei capelli e in alcuni tessuti dell’Imperatore. Dallo studio degli indumenti indossati dal Bonaparte si nota che nelle ultime settimane di vita avrebbe perso, dice la rivista, almeno 10 chili. Quindi anche se il 5 Maggio 1821 l’emorragia non si fosse presentata, Napoleone avrebbe avuto ancora pochi mesi di vita a causa del tumore anche se non aveva sviluppato metastasi.
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