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I Diritti Umani

«Del giusto civile, una parte è di origine naturale, un’altra si fonda sulla legge. Naturale è quel giusto che mantiene ovunque lo stesso effetto e non dipende dal fatto che a uno sembra buono oppure no; fondato sulla legge è quello, invece, di cui non importa nulla se le sue origini siano tali o tal altre, bensì importa com’esso sia, una volta che sia sancito». Così scriveva Aristotele nella sua Etica Nicomachea (IV a.C.).

 

Ma in realtà il tema dei Diritti umani (il giusto civile) è molto più antico. La civiltà ha impiegato migliaia di anni per sviluppare i diritti umani. Originariamente, infatti, la vita primitiva era barbarie e il concetto di diritti umani non esisteva neanche. Poi man mano le persone si resero conto che certe libertà erano necessarie.

Tuttavia all’inizio quest’idea veniva applicata solo ai ricchi e ai nobili: e all’uomo o alla donna comune non era concesso alcun diritto e si poteva persino venire uccisi per il capriccio di un superiore.

Ecco dunque che la storia dei diritti umani è un dramma di lotte persistenti e un costante progredire, spesso contro intense avversità. Solo dopo molti massacri, il concetto che i diritti dovessero appartenere a tutti divenne universalmente accettato.

Comunque può essere utile fissare le tappe dell’evoluzione dei diritti umani con questa sintesi:

Nel 2050 a.C. il Re di Ur (Iraq) creò ciò che si pensa che sia il primo codice legale.

Circa nel 1780 a.C., in Mesopotamia il Codice di Hammurabi, di scolaresca memoria, è uno degli esempi meglio conservati di documento che mostrava le leggi e le punizioni conseguenti all’infrazione delle leggi su una vasta quantità di problemi inclusi i diritti delle donne, i diritti dei bambini e i diritti degli schiavi.

Invece nel 539 a.C. fu la volta del “Cilindro di Ciro”. Ciro il Grande, primo re dell’antica Persia, dopo la conquista della città di Babilonia, fu l’autore di una proclamazione inaudita nella sua epoca: liberò tutti gli schiavi e dichiarò che le persone avevano il diritto di scegliere la propria religione, per questo motivo “Il Cilindro di Ciro”, una tavoletta di argilla che contiene queste proclamazioni, è considerato la prima dichiarazione dei diritti umani nella storia.

Quindi nel III secolo a. C. tra i primi ad affrontare il tema da un punto di vista speculativo furono forse i filosofi greci, in particolare Aristotele e gli stoici, che affermarono l’esistenza di un diritto naturale, cioè di un insieme di norme di comportamento la cui essenza l’uomo ricava dallo studio delle leggi naturali.

In tutte le società antiche, poi, i principi dei diritti umani sono stati fissati nei vari testi religiosi. I Veda induisti, il Tanàkh ebraico, la Bibbia cristiana, il Corano islamico e gli Analecta confuciani sono tra gli scritti più antichi che affrontano la questione dei diritti e doveri dell’uomo e delle sue responsabilità.

Nel 1215: In Inghilterra, la “Magna Carta” istituisce nuovi diritti e, addirittura, sottopone la monarchia alla legge.

Nel 1628: La “Petizione dei Diritti”, promuove diritti e libertà per i popoli in opposizione alla Corona d’Inghilterra.

Nel 1776: La Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, proclama il diritto alla vita, libertà e il perseguimento della felicità.

1789: La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e dei Cittadini, in Francia, stabilisce che tutti i cittadini sono uguali agli occhi della legge.

1864: La prima Convenzione di Ginevra, stabilisce il modello della legge internazionale.

1948 è l’anno della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, il primo capitolo proclama i trenta diritti conferiti ad ogni essere umano.

Ma cosa sono i diritti umani?

Sono i diritti fondamentali dell’essere umano per il fatto stesso che vive; per Rosmini[1] “la persona stessa è il diritto sussistente”. Ma si possono ricordare, tra gli altri, il diritto alla libertà individuale, il diritto alla vita, il diritto all’autodeterminazione, il diritto ad un giusto processo, il diritto ad un’esistenza dignitosa, il diritto alla libertà religiosa con il conseguente diritto a cambiare la propria religione, oltre che, di recente tipizzazione normativa, il diritto alla protezione dei propri dati personali (privacy).

Tuttavia, nonostante la sua eterna pertinenza, alcuni sondaggi mostrano che il 92% degli intervistati non ne ha mai sentito parlare! Molte persone, se gli si chiede di nominare i loro diritti, elencheranno il diritto di parola e forse uno o due in più. Non c’è da chiederci se questi siano importanti, ma la portata completa dei diritti umani è molto più vasta.

I Diritti Umani sono basati sui principi di rispetto per l’individuo. Fondamentalmente dichiarano che ogni persona è un essere morale e razionale che merita di essere trattato con dignità. Sono chiamati diritti umani perché sono universali: valgono per chiunque. Comunque emerge dall’evidenza dei fatti una serie di interrogativi:

Se le persone hanno diritto al cibo ed alla protezione come mai 16mila bambini muoiono ogni giorno di fame, uno ogni 5 secondi?

Se le persone hanno diritto all’istruzione perché più di un miliardo di adulti non sa leggere?

Se la schiavitù è stata abolita: Perché ci sono 27 milioni di persone ridotte in schiavitù ancora al giorno di oggi? Più del doppio che nel XIX secolo.

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani è una dichiarazione, pertanto non ha forza di legge. Ma è sufficiente questo per continuare ad assistere allo scandalo degli scandali che emerge dai numeri delle tragedie che si continuano a perpetrare senza che si possa contrastare la continua violazione dei diritti umani?

Ai posteri l’ardua sentenza….

 

 


[1] Il beato Antonio Rosmini (Rovereto 1797- Stresa 1855) fu profondo pensatore – «una delle sei, sette grandi intelligenze dell’umanità» disse il Manzoni.



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