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La storia dell’Ungheria e la sua nuova Costituzione

Premessa

L’Ungheria è una Repubblica ed è uno Stato membro dell’Unione europea, situato nell’Europa centro-orientale e nell’Europa danubiana. Confina a nord con la Slovacchia, ad est con l’Ucraina e la Romania, a sud con la Serbia e la Croazia e ad ovest con l’Austria e la Slovenia; si tratta di uno stato senza sbocco al mare.

 

L’Ungheria è posizionata al centro dell’Europa continentale e non ha sbocchi al mare. La Pianura Pannonica occupa larga parte del suo territorio che è quasi esclusivamente pianeggiante. Il territorio è attraversato dal Danubio che lo divide in due regioni: il Transdanubio, a ovest, e l’Alföld (o Grande Pianura Ungherese), a est.

 

La storia dell’Ungheria è molto antica

Alle fine del I secolo a.C. le legioni romane conquistarono la parte a occidente del Danubio dell’attuale Ungheria, la quale divenne la provincia romana della Pannonia. In seguito alle invasioni barbariche, nel VI secolo il territorio venne occupato da vari popoli eurasiatici, sottoposti più tardi al regno degli Avari, popolazione di origine turcica, imparentati con gli Unni. Questo regno che fu distrutto da Carlo Magno nel 796.

Invece nel 896 gli Ungari, un popolo delle steppe formato da varie tribù, la cui lingua principale era quella dei Magiari), provenendo dagli Urali (con una migrazione che durò molti secoli) si insediarono nelle pianure del medio Danubio. Oltre agli Ungari dopo la morte dello stesso Carlo Magno, quest’area geografica era stata occupata anche da varie tribù slave.

Regno d’Ungheria

Nel dicembre dell’anno 1000 venne incoronato il primo re d’Ungheria, Stefano I (1000-1038) che convertì il popolo magiaro al Cristianesimo. Dopo la sua morte Stefano venne canonizzato nel 1083 e da allora è venerato come santo Stefano d’Ungheria, fondatore dello Stato Ungherese. I discendenti del primo re d´Ungheria dettero vita alla dinastia degli Arpadi (Árpád in ungherese), che regnò fino al 1301. Nel XIII secolo con l’intervento legislativo della crisobolla (bolla d’oro) Super reformatione regni di Andrea II (morto nel 1235) riorganizzò e definì la struttura feudale del regno. In seguito alla devastante invasione mongola del 1241 il regno dovette essere però riorganizzato di nuovo. Il re Ladislao IV il Cumano cercò nuovamente di riorganizzare l’esercito e lo Stato appoggiandosi ai Cumani (all’epoca pagani), ma fu fermato dall’intervento del papa Niccolò III che gettò il paese nella guerra civile e portò il sovrano alla morte. Come già detto, nel 1301 la dinastia degli Arpadi si estinse. Il trono attraversò poi diverse dinastie straniere: gli Angiò dal 1307; dal 1378 i Lussemburgo; dal 1437 gli Asburgo; fino al re Ladislao V Jagellone in unione con Polonia e Lituania tra il 1440 e il 1444. Tra il XV e il XVIII l’Ungheria, che in questo periodo assunse il nome di Ungheria Reale, visse uno stato di guerra continua contro l’Impero Ottomano.

L’unione con l’Austria

Il regno subì, a partire dal XVI secolo, la dominazione dell’Impero Turco Ottomano finché, nel corso del ‘600, venne progressivamente assorbito dall’Impero d’Austria: l’unione fu sancita nel 1697 e confermata nel trattato di Karlowitz nel 1699. Fino all’epoca napoleonica e romantica il regno d’Ungheria era essenzialmente il “regno della Sacra Angelica, et Apostolica Regni Hungariae Corona“; lingua ufficiale fino al 1846: il latino.

Durante i moti rivoluzionari del 1848 l’Ungheria dichiarò la propria indipendenza dall’Impero Austriaco con l’intento di creare una repubblica. La rivolta fallì (a causa di un massiccio intervento russo e per le divisioni interne al movimento antiaustriaco. Con il crescere dei nazionalismi (già dal XIII secolo) l´Ungheria perse il carattere sovra-etnico per diventare uno stato multi-etnico del quale alla fine tutti i movimenti nazionalisti a base etnica cercarono di liberarsi. Nel 1867 l’Impero austriaco concesse un’ampia autonomia agli Ungheresi, creando un compromesso: l’unione che prese il nome di “Impero Austro-Ungarico”.

L’Ungheria oggi

Ma ormai siamo giunti ai fatti vicino anche alla nostra storia e possiamo a questo punto introdurre l’argomento in oggetto: cioè la Costituzione Ungherese così come approvata recentemente.

L’Ungheria, oggi, come accennato in premessa, è una repubblica, più precisamente una repubblica parlamentare. La lingua ufficiale è l’ungherese. L’ingresso nell’Unione europea è avvenuto il 1º maggio 2004. Le elezioni parlamentari ungheresi del 2010 hanno visto la vittoria dell’Unione Civica Ungherese di Viktor Orbán, eletto poi Primo Ministro. Il suo partito Fidesz ha ottenuto la maggioranza assoluta con il 52,7% dei suffragi. Ora dei 23 paesi dell’Europa post-comunista l’Ungheria è cronologicamente l’ultimo che ha deciso di darsi una nuova costituzione, che è entrata in vigore il 19 aprile 2011.

La Costituzione ungherese

Il testo ha uno stampo fortemente conservatore. Nell’introduzione, insieme alla definizione dell’Ungheria quale “nazione etnica” degli ungheresi, è scritto che viene “onorata la sacra la corona di re Stefano che da più di mille anni rappresenta l’unità della nazione”: il cristianesimo e Dio sono esplicitamente indicati quali elementi su cui si fonda il paese. Questa costituzione sostituisce l’ultima costituzione stalinista d’Europa, che entrò in vigore nel 1949 sotto il governo di Matyas Rakosi, “il miglior discepolo ungherese di Stalin”, (così si definiva), l’uomo che fece incarcerare 100 mila oppositori politici e giustiziarne 2 mila. Tuttavia, i “media” stanno facendo un gran baccano nell’accusare il nuovo testo, approvato da una maggioranza schiacciante di parlamentari (262 voti a favore e 44 contrari, più qualche decina che hanno abbandonato l’aula al momento del voto). Caratteristica della maggioranza dei critici della nuova costituzione è però quella di affermare che l’Europa si trova davanti a una costituzione «varata e progettata da un solo partito di nome Fidesz» (Giorgio Pressburger sul Corriere della Sera del 20 aprile). Ma cosa è che suscita così grande perplessità? Forse il problema è che la costituzione esalta l’identità nazionale ungherese e mette in evidenza le sue radici cristiane: due temi che vanno contro corrente in un’Europa senza radici e senza identità, fondata sul relativismo etico e culturale?

Problema dell’identità della nazione

Secondo il Corriere della Sera, «la costituzione abolisce il nome di Repubblica Ungherese e conferisce quello di Paese Magiaro (Magyarorszag); questo forse per ammonire certe minoranze tra le quali zingari ed ebrei?». Tuttavia Magiaro e Ungherese sono la stessa cosa: infatti, il nome abolito era Magyar Köztársaság. Quanto alle minoranze, nel preambolo della nuova costituzione si legge: «Consideriamo le nazionalità e i gruppi etnici che vivono in Ungheria parti costituenti della nazione Ungherese». Poi l’articolo H protegge le lingue delle minoranze etniche nel paese, l’articolo XIV dettaglia che nessuno può essere discriminato per la razza, il colore, ecc.

Diritto all’aborto

Sempre secondo il Corriere della Sera (un altro articolo), e secondo Amnesty International, i socialisti e i liberaldemocratici dell’Europarlamento, la nuova costituzione ungherese mette in pericolo il diritto delle donne all’aborto legale, perché in essa sta scritto: «La vita del feto sarà protetta dal momento del concepimento». Tuttavia si tratta quasi della stessa frase contenuta nella legge che regola l’interruzione delle gravidanze in Ungheria, in base alla quale già dal 1953 sono stati effettuati milioni di aborti: «La vita del feto dovrà essere rispettata e protetta dal momento del concepimento». Ma in un paese dove le interruzioni di gravidanza equivalgono a quasi il 50 per cento delle nascite (attualmente 40 mila aborti procurati all’anno, contro 90 mila nascite – secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ogni 100 nati c’erano, negli anni tra 1995 e il 2003, 45 aborti) non sembra che il principio costituzionale abbia molto appeal.

L’istituto del matrimonio

Discorso simile sulla presunta “omofobia” della Costituzione: solo perché c’è scritto che «l’Ungheria proteggerà l’istituzione del matrimonio inteso come l’unione coniugale di un uomo e di una donna». Infatti, Budapest, come molti altri paesi europei, dispone di una legge che riconosce le “unioni civili”, comprese quelle fra persone dello stesso sesso. E tuttavia i paesi europei che hanno formalizzato il “matrimonio omosessuale” sono solo sette su 47.

Accusa di ultranazionalismo

Infine anche l’accusa di ultranazionalismo della costituzione sembra esagerata visto che l’unico partito di estrema destra presente in parlamento, ha votato contro. Eppure il testo recita: «Guidata dalla nozione di una singola nazione ungherese, l’Ungheria sentirà responsabilità per il destino degli ungheresi che vivono fuori dai suoi confini, contribuirà alla sopravvivenza e allo sviluppo delle loro comunità, sosterrà i loro sforzi per preservare la loro identità ungherese e promuoverà la cooperazione fra loro e con l’Ungheria». Tal quale la vecchia costituzione stalinista del 1949, contro la quale nessuno in Europa aveva finora obiettato: «La Repubblica d’Ungheria si sentirà responsabile per il destino degli ungheresi che vivono fuori dai suoi confini e promuoverà il rafforzamento dei loro legami con l’Ungheria».

Preconcetti occidentali?

Pertanto sembra che ad occidente non vada giù il fatto che gli ungheresi hanno osato evocare nella nuova costituzione la loro storia cristiana: «Noi siamo orgogliosi del fatto che mille anni fa il nostro re, Santo Stefano, ha fondato lo stato ungherese su solide fondamenta, e reso il nostro paese parte dell’Europa cristiana. […] Riconosciamo il ruolo che il cristianesimo ha svolto nella conservazione della nostra nazione». E per giunta un riconoscimento che non va a danno dei credenti di altre religioni o dei non credenti, perché subito dopo il preambolo afferma: «Rispettiamo tutte le tradizioni religiose del nostro paese». E l’articolo VI recita: «Ognuno avrà diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione. Questo diritto darà a ciascuno la possibilità di scegliere liberamente o cambiare la propria religione o convinzione, a manifestarla o ad astenersi dal manifestarla, a praticare o insegnare la propria religione o credo attraverso atti e cerimonie di carattere (n.d.r.) religioso, o in qualunque altro modo». Ci chiediamo, pertanto, se nel percorso d’introduzione della Turchia nell’Unione Europea, si troverà la strada per cacciare l’Ungheria dall’Unione medesima, in quanto non ha una costituzione allineata con il “sentire comune”…, del resto è storia: gli Ottomani hanno combattuto gli ungheresi fino al XVIII secolo!!!



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