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Semplici consigli per un sicuro rientro

Negli altri miei articoli che forse avete letto su questo sito, e, in particolare, in questa sezione, avrete di certo capito che sono un grande appassionato dello sport della vela e, più in generale, dell’andar per mare.

Al tempo stesso, però, dalle indicazioni di prudenza che ho sovente dato, avrete immaginato che abbia subito qualche disavventura … beh, non siete in errore!!!

D’altronde, un po’ a tutti è capitato qualche inconveniente, durante le proprie navigazioni, in regata o per diporto..

Raccontarli, fra “marinai”, è il modo di ingannare la noia di una guardia notturna, o per concludere una pasto condiviso.

 

Ma non sarà questo il tema del mio articolo, quanto provare a darvi qualche consiglio per fare in modo che, in occasione delle vostre uscite, le insidie (in termine di imprevisti) siano ridotte al minimo e che quindi, ad ogni vostra uscita, corrisponda un piacevole rientro, gradevole e rilassante (e non magari, invece, al traino di qualche altra barca, perché non siete in grado di governare per conto vostro).

Ovviamente, queste righe sono dedicate principalmente ai neofiti, a chi in barca esce occasionalmente; chi esce di consueto, e magari sulla sua barca, ben sa come comportarsi in ogni occasione (almeno lo spero).

Invece, voi che prendete a noleggio una barca sulla spiaggia, o che uscite da un porticciolo per un’uscita giornaliera, quanto vi preoccupate del rientro? Spesso, si guarda lo specchio d’acqua che abbiamo di fronte, valutiamo che rotta fare, per aggirare magari scogli o bagnanti, in modo di prendere il largo il prima possibile, ma, prima di mollare gli ormeggi, abbiamo fatto mente locale a cosa dovremo fare, invece, per tornare indietro alla base?

Allora, se usciamo con una piccola imbarcazione da una spiaggia, specie se il noleggio è per poche ore, ci viene sempre raccomandato di non allontanarci, di rimanere a portata di vista (in questo modo potremo essere soccorsi facilmente in caso di difficoltà); vi raccomando di attenervi alle indicazioni, senza deroghe.

In genere a bordo ci sono delle pagaie, utili nel caso il vento ci abbandonasse; se non le vedete (perché talvolta sono considerate un po’ d’ingombro a bordo), chiedete cosa potrebbe essere usato in alternativa (in alcune barche possono essere dei paioli, in casi estremi la pala del timone – anche se in genere la utilizziamo a “a timonella”, specie se la bonaccia non è proprio totale -).

Prima di uscire, chiedete informazioni sul gioco delle correnti nello specchio d’acqua in cui sarete: se queste non sono determinanti in certe situazioni, potrebbero invece mettervi in difficoltà in condizioni di poco vento o se associate alle azioni della marea. Quindi, evitate di essere in sfavore di corrente, quando sarà il momento di iniziare la fase di rientro, per evitare il rischio di faticare parecchio per tornare alla base.

Inoltre, fate subito un programma orario della vostra uscita: questo vi permetterà di rientrare in tempo, e non con due ore di ritardo (cosa che potrebbe costarvi anche un notevole esborso extra per il noleggio, non messo in previsione quando siete partiti)!!!

Quando vi allontanate da riva, ogni tanto, fate rotta come se doveste tornare indietro: in questo modo simulerete la situazione in cui vi troverete fra qualche tempo; potrete accorgervi che avreste onda a sfavore, che dovete fare dei bordi di bolina…. E che quindi dovete tenerne conto nella tabella dei tempi.

Può sembrare sciocco, ma quando vi sarete allontanati dalla scivolo che vi porta in acqua, memorizzate dei punti fondamentali (il colore degli ombrelloni, edifici), che vi aiutino a ritornare nello stesso punto: immaginate la frustrazione di essere rientrati con fatica a terra e scoprire di essere arrivati allo stabilimento a fianco!!!

Dovrebbe essere cura di chi vi noleggia la barca, ma, prima di salpare, controllate che le principali parti dell’attrezzatura, bozzelli, grilli, arridatoi, sartie, lande, scottine varie, siano ok e ben fissate; non è piacevole trovarsi “con la randa in mano” o con la deriva posizionata male perché una cimetta marcita ha ceduto…

 

Dopo aver parlato di situazioni “da spiaggia”, parliamo invece di uscite con barche più grandi, con cui usciamo da porticcioli, e che dunque hanno sempre, in genere, un motore ausiliario.

In effetti, ci sono anche barche che han solo le pagaie (spesso usate come barca scuola) – ricordo il mitico “Eau Vive” dei miei esordi al corso di vela Patrocinato dal Provveditorato agli Studi -. In questo caso, le raccomandazioni sono simili a quelle indicate per le uscite dalla spiaggia, con la maggiore complicazione di dover tener conto della navigazione all’interno dei porticcioli, o di piccole baie o golfi.

Se invece avete un motore ausiliario, ricordate che vi occorre per eseguire, quantomeno, le manovre di disormeggio e ormeggio, e, in qualche caso, per navigare dove non è consentito farlo a vela (classico caso, i canali, etc.).

E’ fondamentale quindi per voi essere certi del suo buon funzionamento: avviatelo per prova, prima di salpare, e controllate se tiene il minimo; verificate se c’è abbastanza combustibile (è sempre buona norma portarne con sé in una tanichetta di riserva da 5 litri, per non fare conto solo su quello che troviamo a bordo o che magari vorremmo acquistare al distributore del porto, che magari potremmo invece trovare chiuso).

Anche se la barca è piccola, il classico natante che non abbisogna di patente nautica, ci sono alcuni aspetti a cui dobbiamo fare attenzione, magari anche solo per evitare di guastarci la giornata con una multa.

Infatti, i mezzi della Capitaneria di Porto possono fermarci (come fa la Polizia Stradale) e, in questo caso, chiederci di vedere i documenti e le dotazioni di sicurezza.

Per questo motivo, occorre sapere dove, in barca, sono custoditi i documenti (in pratica, gli estremi dell’assicurazione del motore); se sono a terra, nella casa del proprietario, servono a poco, non ci eviteranno una multa salata (a meno di non saper suscitare la compassione o la clemenza di chi salirà in barca).

Per le dotazioni di sicurezza, conoscere dove sono tenute al riparo in barca, serve soprattutto qualora ci siano delle condizioni di emergenza: in quel caso, devono essere raggiunte “a colpo sicuro”….

Parlando di dotazioni, che ora sono legate alla distanza dalla costa, è opportuno sapere anche in cosa consistono, per essere certi di avere in barca quelle necessarie per l’uscita che stiamo per fare. Talvolta il proprietario le trascura (cosa vuoi che succeda…), in qualche caso sono scadute (i “razzi”, la boetta fumogena stanno in un contenitore di plastica, stagno, e su di esso è indicata la data di validità) e quindi non ci salverebbero comunque dalla multa. Io, consiglio di controllarle prima di armare la barca

Per il legislatore, la sicurezza inizia, infatti, in banchina prima della partenza e rientra nelle responsabilità del conduttore, avere a bordo le dotazioni necessarie per affrontare la navigazione programmata. Quindi, se la barca di norma viene usata per stare ad una certa distanza dalla costa, a bordo sarà equipaggiata di conseguenza (almeno si spera). Potrebbe esserlo in misura maggiore di quanto ci necessita, ma magari, potrebbe esserlo meno.

Le dotazioni sono determinate per varie categorie di navigazione:

  • Entro i 300 metri, non occorrono dotazioni;
  • Entro le 3 miglia, serve un certo set di dotazioni;
  • Entro le 6 miglia, serve un set dotazioni più ampio;
  • Entro le 12 miglia ( quindi oltre le 6), diviene obbligatoria la zattera di salvataggio (il cosiddetto autogonfiabile), insieme ad altri dispositivi; e così a salire, per navigare entro le 50 miglia, e, infine, per navigare senza limiti dalla costa.

Per i nostri scopi, credo sia utile parlare delle dotazioni entro le 3 miglia, una distanza dalla costa limitata, e dalla quale il “1530” della Guardia Costiera” è sempre raggiungibile, per qualsiasi problema. Ecco di cosa si tratta:

  • 1 giubbotto di salvataggio per ogni persona a bordo
  • 1 salvagente anulare con cima
  • 1 boetta fumogena
  • 2 fuochi a mano a luce rossa;
  • fanali regolamentari (in caso di navigazione diurna fino a 12 miglia: almeno una torcia a luce bianca, con batterie di rispetto); – quindi ci basta una torcia, che servirà in caso di emergenza se ci dovesse cogliere l’oscurità o la nebbia n.d.r.-;
  • segnale sonoro (fischietto); per barche oltre i 12 metri, fischio e campana (la campana può essere sostituita con un dispositivo sonoro portatile);
  • 1 pompa o altro attrezzo di esaurimento (solo barche senza marchio “CE”)
  • estintori (solo barche senza marchio “CE”)

 

Naturalmente, pur se non comprese fra le dotazioni di sicurezza (che dovrete mostrare ad un eventuale controllo), ci sono mezzi indispensabili a, bordo, alcuni dei quali abbiamo già citato: i remi, l’ancora, i cavi, la gaffa (il mezzo marinaio), la sassola, etc, che, se dimenticati a terra, rimpiangerete amaramente nel momento del bisogno (magari anche solo per raggiungere un parabordo caduto in mare).

 

Fig. 1 Sassola, gaffa o, più comunemente, mezzo marinaio

Per chi volesse documentarsi in maniera più approfondita sul tema delle dotazioni di bordo, potete scaricare il file presente sul sito ufficiale della Guardia Costiera



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