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Wilson: pace senza vincitori

Il trattato di Versailles pose ufficialmente fine alla prima guerra mondiale. Fu stipulato nell’ambito della Conferenza di pace di Parigi del 1919-1920 e firmato da 44 Stati. Il trattato, inoltre, sancì la nascita della Società delle Nazioni, uno dei Quattordici Punti del presidente degli Stati Uniti T. W. Wilson[1].

La Società delle Nazioni era un’organizzazione intergovernativa con lo scopo di arbitrare i conflitti tra le nazioni prima che si arrivasse alla guerra. Il suo statuto, la Convenzione della Società delle Nazioni, occupava i primi 26 articoli del trattato di Versailles.

Invece, “I quattordici punti”[2] è il nome dato ad un discorso pronunciato dal presidente Wilson[3] l’8 gennaio 1918 davanti al Senato degli Stati Uniti e contenente i propositi di Wilson stesso in merito all’ordine mondiale seguente la prima guerra mondiale, basati su appunto quattordici principi di base.

In un quadro globale nel quale gli Stati Uniti, protetti dalla vastità di due oceani e già all’epoca prima potenza economica mondiale, si delineavano come unica potenza rimasta di fatto immune dalla catastrofe della guerra, Wilson intendeva promuovere una “pace senza vincitori”, poiché era convinto che una pace imposta con la forza ai vinti avrebbe contenuto in sé gli elementi di un’altra guerra.

E’ vero che l’America era ormai una grande potenza economica e finanziaria, ma era rimasta fuori da tutte le strategie politiche che i grandi paesi europei erano soliti progettare tenendo soprattutto conto delle alleanze possibili in base alle antiche famiglie nobiliari che nel corso dei secoli avevano “imparentado” gran parte dei governi europei.

Pertanto con la Società delle Nazioni, Wilson voleva varare una nuova epoca per gli Stati Uniti. Come grande potenza non poteva essere tenuta fuori dagli equilibri di potere che governavano il mondo. Per fare questo sostenne che la pace post I guerra mondiale doveva essere una pace basata sull’eguaglianza[4] delle nazioni, sull’autogoverno dei popoli, sulla libertà dei mari[5], su una riduzione generalizzata degli armamenti[6]. La diplomazia “segreta” doveva essere abbandonata[7].  Bisognava, infine, costituire una lega perpetua di tutte le nazioni pacifiche e indipendenti.

Addirittura fu cambiato il nome al cosiddetto “principio di nazionalità” e da allora si parlò di “autodeterminazione dei popoli” e fu, il principio base per la costruzione dell’Europa democratica e degli Stati nazionali[8].

Purtroppo, data la complessità etnica e sociale del vecchio continente, il nome di “autodeterminazione dei popoli” fu anche impropriamente utilizzato come pretesto per vere e proprie pulizie etniche e per la preparazione di nuove guerre, come la Seconda guerra mondiale e i conflitti che hanno insanguinato il Medio oriente, nel corso del XX secolo ed anche all’inizio del XXI.


[1] Punto 14: Dovrà essere creata un’associazione delle nazioni, in virtù di convenzioni formali, allo scopo di promuovere a tutti gli stati, grandi e piccoli indistintamente, mutue garanzie d’indipendenza e di integrità territoriale.

[2] in inglese “Fourteen Points”.

[3] T.W. Wilson democratico, Governatore del New Jersey, viene eletto Presidente degli Stati Uniti nel 1912.

[4] Punto 3: Soppressione, per quanto è possibile, di tutte le barriere economiche ed eguaglianza di trattamento in materia commerciale per tutte le nazioni che consentano alla pace, e si associno per mantenerla.

[5] Punto 2: Assoluta libertà di navigazione per mare, fuori delle acque territoriali, così in pace come in guerra, eccetto i casi nei quali i mari saranno chiusi in tutto o in parte da un’azione internazionale, diretta ad imporre il rispetto delle convenzioni internazionali.

[6] Punto 4: Scambio di efficaci garanzie che gli armamenti dei singoli stati saranno ridotti al minimo compatibile con la sicurezza interna.

[7] “La triplice alleanza”; la “triplice intesa; ecc… Vedi punto 1- Pubblici trattati di pace, stabiliti pubblicamente e dopo i quali non vi siano più intese internazionali particolari di alcun genere, ma solo una democrazia che proceda sempre francamente e in piena pubblicità.

[8] Tali princìpi furono applicati soprattutto all’Europa orientale e al Medio oriente, per riempire il vuoto lasciato dal crollo simultaneo dei tre grandi imperi multi-etnici (quello Russo, quello Asburgico e quello Ottomano), in un processo che può essersi ritenuto concluso solo con la dissoluzione dell’ex Jugoslavia.



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