I regni vichinghi. Fra il ix e il x secolo vanno differenziandosi i regni di Danimarca, Svezia e Norvegia, ed inizia la loro evangelizzazione. Il regno di Norvegia, fondato nell’872 da Aroldo Bella Chioma (860-933), viene cristianizzato sotto Olaf Tryggvasson (955-1000) e Olaf il Santo (1016-28); il regno di Svezia sotto Olof Skòtkonung (955-1022); il regno di Danimarca sotto Aroldo I il Loquace (morto nell’852) e Aroldo II Dente Azzurro (945-985). Questi fu sconfitto da Ottone II e deposto dal figlio Sven Barba Forcuta (985-1014), che iniziò la conquista dell’Inghilterra.
La conquista normanna d’Inghilterra. In Inghilterra i re del Wessex si fecero promotori dell’unificazione dei sette regni, e successivamente della resistenza contro l’invasione dei Vichinghi. Alfredo il Grande (871-99) li arrestò, ma dovette riconoscere loro il possesso delle terre che occupavano, il Danelaw, o terra dei Danesi (trattato di Wedmore, 878). Sotto i successori il Danelaw fu poi riconquistato e i Danesi ridotti a sudditi (926). Edgardo (959-973) regna su tutto il paese; ma Etelredo (978-1016) soccombe all’attacco del re di Danimarca, Sven Barba Forcuta, che prende Londra (1013). Il figlio di Sven, Canuto (Knut) il Grande (101635), riunisce, seppure per breve tempo, le corone di Danimarca, d’Inghilterra e di Norvegia.
Alla sua morte i due elementi danese e inglese vengono a conflitto. Lottano per la successione Alfredo, figlio di Etelredo, e Aroldo I, figlio di Canuto, che è eletto re: ma l’arcivescovo di Canterbury rifiuta di incoronarlo. Un altro figlio di Etelredo, Edoardo il Confessore (1042-66), tenta invano di far convivere i due elementi, ammettendo i Normanni al governo. Alla sua morte la reazione dei « nazionalisti » inglesi, capeggiati da Godwin, conte di Essex, porta al trono il figlio di questi, Aroldo II. Contro Aroldo, accusandolo di usurpazione, si leva il normanno di Normandia Guglielmo, detto poi il Conquistatore, che lo annienta nella battaglia di Hastings (14 ottobre 1066). Il Natale di quello stesso anno Guglielmo è proclamato re d’Inghilterra.
Il sistema feudale in Inghilterra. Nell’organizzare il nuovo Stato Guglielmo il Conquistatore (1066-87) adottò l’unica forma di governo concepibile a quei tempi, cioè il sistema feudale. Vassallo egli stesso del re di Francia, aveva però compreso a fondo i vantaggi ed i rischi insiti nel sistema, e seppe neutralizzare alla radice le tendenze disgregatrici.
Anche in Inghilterra i grandi proprietari (lords, thanes, ceorls) amministrano la giustizia, riscuotono i tributi, controllano, insomma, la vita della homestead (la « curtis » inglese). Ma i loro feudi sono assai meno estesi (vi sono 700 baronie e 60.000 cavalierati); i vassalli minori non sono tenuti ad obbedire ai grandi se ciò reca danno al re (giuramento di Salisbury, 1086); il re dispone di un proprio esercito mercenario e controlla la nomina dei vescovi; in ogni contea (shire) risiede un funzionario regio (sherif); non viene bloccata l’iniziativa dei contadini e dei coloni liberi (ceorls), che possono diventare proprietari acquistando terre sottratte al vincolo feudale (freeholds).
Con un gigantesco catasto fondiario e fiscale, il Domesday book (libro del giorno del giudizio, 1086), vengono censite proprietà e rendite dei signori, se ne stabiliscono diritti e doveri, si fissano i diritti del re nelle varie contee. Si viene così a stabilire fra potere centrale ed autonomie locali quel delicato gioco di equilibri che resterà caratteristico nella evoluzione delle istituzioni inglesi.
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