Jul
27th
left
right

Scandinavia e Inghilterra sul finire dell’alto medioevo un “flash”!

I regni vichinghi. Fra il ix e il x secolo vanno differenziandosi i regni di Danimarca, Svezia e Norvegia, ed inizia la loro evangelizzazione. Il regno di Norvegia, fondato nell’872 da Aroldo Bella Chioma (860-933), viene cristianizzato sotto Olaf Tryggvasson (955-1000) e Olaf il Santo (1016-28); il regno di Svezia sotto Olof Skòtkonung (955-1022); il regno di Danimarca sotto Aroldo I il Loquace (morto nell’852) e Aroldo II Dente Azzurro (945-985). Questi fu scon­fitto da Ottone II e deposto dal figlio Sven Barba Forcuta (985-1014), che iniziò la conquista del­l’Inghilterra.

La conquista normanna d’Inghilterra. In Inghil­terra i re del Wessex si fecero promotori del­l’unificazione dei sette regni, e successivamente della resistenza contro l’invasione dei Vichinghi. Alfredo il Grande (871-99) li arrestò, ma do­vette riconoscere loro il possesso delle terre che occupavano, il Danelaw, o terra dei Danesi (trattato di Wedmore, 878). Sotto i succes­sori il Danelaw fu poi riconquistato e i Danesi ridotti a sudditi (926). Edgardo (959-973) re­gna su tutto il paese; ma Etelredo (978-1016) soccombe all’attacco del re di Danimarca, Sven Barba Forcuta, che prende Londra (1013). Il figlio di Sven, Canuto (Knut) il Grande (1016­35), riunisce, seppure per breve tempo, le co­rone di Danimarca, d’Inghilterra e di Norvegia.

Alla sua morte i due elementi danese e inglese ven­gono a conflitto. Lottano per la successione Al­fredo, figlio di Etelredo, e Aroldo I, figlio di Canuto, che è eletto re: ma l’arcivescovo di Canterbury rifiuta di incoronarlo. Un altro figlio di Etelredo, Edoardo il Confessore (1042-66), tenta invano di far convivere i due elementi, ammettendo i Normanni al governo. Alla sua morte la reazione dei « nazionalisti » inglesi, ca­peggiati da Godwin, conte di Essex, porta al trono il figlio di questi, Aroldo II. Contro Aroldo, accusandolo di usurpazione, si leva il nor­manno di Normandia Guglielmo, detto poi il Conquistatore, che lo annienta nella battaglia di Hastings (14 ottobre 1066). Il Natale di quel­lo stesso anno Guglielmo è proclamato re d’In­ghilterra.

Il sistema feudale in Inghilterra. Nell’organiz­zare il nuovo Stato Guglielmo il Conquistatore (1066-87) adottò l’unica forma di governo con­cepibile a quei tempi, cioè il sistema feudale. Vassallo egli stesso del re di Francia, aveva però compreso a fondo i vantaggi ed i rischi insiti nel sistema, e seppe neutralizzare alla radice le tendenze disgregatrici.

Anche in Inghilterra i grandi proprietari (lords, thanes, ceorls) amministrano la giustizia, riscuo­tono i tributi, controllano, insomma, la vita del­la homestead (la « curtis » inglese). Ma i loro feudi sono assai meno estesi (vi sono 700 baronie e 60.000 cavalierati); i vassalli minori non sono tenuti ad obbedire ai grandi se ciò reca danno al re (giuramento di Salisbury, 1086); il re dispone di un proprio esercito mercenario e controlla la nomina dei vescovi; in ogni contea (shire) risiede un funzionario regio (sherif); non viene bloccata l’iniziativa dei contadini e dei coloni liberi (ceorls), che possono diventare pro­prietari acquistando terre sottratte al vincolo feudale (freeholds).

Con un gigantesco catasto fondiario e fiscale, il Domesday book (libro del giorno del giudizio, 1086), vengono censite proprietà e rendite dei signori, se ne stabiliscono diritti e doveri, si fis­sano i diritti del re nelle varie contee. Si viene così a stabilire fra potere centrale ed autonomie locali quel delicato gioco di equilibri che resterà caratteristico nella evoluzione delle istituzioni inglesi.



© 2la.it - Riproduzione riservata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *