La produzione artistica di Riccardo Zancano ha la particolare funzione di diffondere il suo pensiero, le sue emozioni e i suoi stati d’animo, la sua visione del mondo e della realtà attuale. La sua è un’arte che trasfonde ed esprime messaggi profondi, complessi e validi per gli uomini di ogni tempo e luogo. Il suo linguaggio simbolico si serve di immagini, forme e colori, per rappresentare concetti a volte astratti, riguardanti i sentimenti e gli atteggiamenti dell’uomo, a volte concreti riguardanti i disastri come conseguenza dei primi. La sua arte si basa sulla metafora, sulla suggestione, sull’allusione e sulla creatività per trasmettere messaggi che, più delle parole, stimolano la nostra immaginazione e la nostra capacità di associare idee ed emozioni diverse.
Nell’analisi pittorica di un artista, la prima domanda che mi pongo è quella della ricerca della genesi della sua arte. Innanzi tutto è lo stesso artista che ci rivela il suo interesse per Gustav Klimt, maestro nell‘uso di simboli e allegorie, con la rivisitazione di un suo famoso quadro del 1907, “Il bacio”.
In secondo luogo credo che i principi fondamentali dell’arte di Zancano affondano le radici nel simbolismo del periodo di inizio 900 denominato post-impressionismo, periodo che cronologicamente nasceva dopo l’Impressionismo, ma in opposizione ad esso, poiché l’interesse degli artisti si spostò dall’immagine visiva al significato delle forme e dei colori, coinvolgendo così linguaggi dei post-impressionisti, primi tra tutti Paul Gauguin.
Risalgo per questo ad un pensiero di Albert Aurier (1) che così definiva l’opera d’arte, e cioè; “ideista, poiché il suo unico ideale sarà l’espressione dell’idea; simbolista, poiché esprimerà questa idea attraverso delle forme; sintetica, poiché essa comunicherà queste forme e questi segni secondo una modalità di comprensione generale; soggettiva, poiché in essa l’oggetto non verrà mai considerato in quanto tale, ma in quanto segno dell’idea percepito da un soggetto” (2). Secondo Aurier, l’arte simbolica esprime idee e attività del pensiero, non riporta sulla tela esperienze reali e naturalistiche, ma oltrepassa la visione oggettiva verso una visione soggettiva dell’artista.
Era il periodo in cui il pittore Gustave Moreau (3) sosteneva: «Credo solo a ciò che non vedo e unicamente a ciò che sento”. È questa la differenza essenziale fra Realismo e Simbolismo; e ancora “Non ho mai cercato il sogno nella realtà o la realtà nel sogno. Ho permesso alla mia immaginazione di giocare liberamente senza lasciarmi sviare da essa”.
Lo stesso Cezanne, nello stesso periodo storico, aveva riconsiderato il termine di realtà. «La pittura non sarà più unicamente ciò che si vede, bensì ciò che si pensa, ciò che si immagina, ciò che l’intelletto e il sogno inventano».
Su questa linea, il simbolismo, procede l’arte di Riccardo Zancano. Se il pittore realista sceglie come soggetto della propria indagine il mondo oggettivo, Zancano indaga la natura, che viene rappresentata anche realisticamente, attingendo immagini da soggetti effettivi e conformi al vero, come fiori e uccelli, prati fioriti e tramonti, deserti e albe boreali, ma con il fine di andare oltre le loro apparenze.
I colori dei dipinti di Zancano, i blu oltremare e le sfumature viola dei suoi cieli, i rossi tramonti, i verdi prati fioriti, gli sfondi e i colori di fiori e uccelli, esprimono un’arte onirica e inducono al sogno visionario, sono gli “occhi aperti sulle meraviglie del mondo visibile” come li definiva Odilon Redon, uno dei massimi esponenti del simbolismo storico, il quale continua: “è la natura che ci impone di obbedire ai doni che ci ha dato. Ho subito i tormenti dell’immaginazione e le sorprese che essa dava sotto la matita; ma queste sorprese le ho condotte e guidate secondo le leggi organiche dell’arte che conosco e sento, con il solo scopo di ottenere nello spettatore, per subitanea fascinazione, ogni possibile richiamo dell’incerto e ogni evocazione, ai confini del pensiero.» (5)
Dunque, anche per Riccardo Zancano il sogno e il simbolo diventano l’oggetto della sua arte. Ma il sogno e le sue immagini simboliche vanno oltre gli stati d’animo dei simbolisti e il puro simbolismo storico; i suoi colori forti e i contrasti sono l’esternazione di concetti astratti, profondi e complessi: per questo il suo simbolismo sfocia nella metafora e nella allegoria.
A volte la metafora e l’allegoria di Zancano sfociano in una pittura metafisica e surrealista. Il sogno diventa incubo e stranezza inquietante, dove la natura incontra la fantasia. Compaiono così elementi inquietanti, come il falco e l’orologio, o figure umane che camminano come zombie sulle tele, come nel dipinto “Frenesia ipnotica”, dove regna il silenzio, il misticismo metafisico e il vuoto del tempo che scorre taciturno. Ma la sua metafisica non è solo incubo e inquietezza: anche la calma solitudine e il dolce silenzio di alcuni paesaggi (“Futuro” del 2016, “Amore”, “Insieme”, “Stargate” e “Effetti cromatici”, dipinti del 2024) rendono poetica la sua pittura metafisica, dove si avverte una mente dell’uomo che non giudica, che è attenta e vigile e che vive nel presente così come esso è, nell’attesa di un qualche evento positivo. Al disopra delle nuvole, un cielo stellato e limpido (“Effetti cromatici”) ci ricorda i cieli tersi notturni di quando eravamo bambini, con gli occhi rivolti in alto ad ammirare il creato, le meraviglie di una via Lattea che oggi non si vede più.
Un altro aspetto dei dipinti di Zancano è l’arte vista come mezzo di comunicazione e denuncia sociale, per stimolare il dialogo e il dibattito su tematiche sociali, culturali ed etiche della società che viviamo. I dipinti facenti parte della Trilogia “Disastri umani”, quali “Presente” del 2014, “Passato” del 2015, “Futuro” del 2016, denunciano i disastri bellici e ambientali causati dall’uomo, di un non lontano passato, che hanno modificato senza rimedio la nostra vita. Le immagini diventano cruenti, diaboliche. I quattro elementi fondamentali della natura, aria, fuoco, acqua e terra, che secondo gli antichi filosofi greci, Socrate e Aristotele, costituivano la materia della vita (6) diventano i nostri nemici.
L’aria si trasforma in mostri di fumo nero, con le sembianze di un demonio che ci soffoca e ci stritola, con aria soddisfatta e di vittoria; cerca il fallimento dell’uomo, sgretola le sue opere, sbriciola le sue vittime; il cielo diventa scuro e nero, come un essere che odia il Creato e tutta l’umanità, segno della menzogna affinché l’essere umano perdi ogni speranza. E’ quello che ci succede quando la nostra vita diventa grigia e nera, senza nessun colore di speranza. Senza speranza l’uomo è morto.
Il fuoco, principio di vita che ci purifica e ci ravviva, quel fuoco che come uno Spirito Santo aveva alimentato gli Apostoli come lingue di fuoco, ora diventa una lingua di fuoco con aspetto demoniaco, che distrugge l’uomo e lo divora. L’antica immagine della morte si nasconde dietro gli elementi della natura, cariche di un simbolismo angoscioso, tipico del decadentismo (7) che pervadeva negli ambient nella seconda metà dell’ottocento.
La terra, quella terra che è stata creata come madre che raccoglie la vita e la nutre, diventa una distesa piana morta e inerme, che raccoglie solamente i rifiuti della nostra società e del genere umano.
Non più madre di vita, ma madre di morte!
La terra diventerà un pianeta abbandonato con le tracce della spazzatura, dei copertoni, delle tazze del bagno e delle lavatrici? Dei rifiuti tossici e inquinanti? “Futuro” del 2016: qui l’aspetto metafisico del dipinto assume tutte le sembianze del silenzio tenebroso.
Non più il silenzio dell’attesa, ma il silenzio della morte!
Ma la pittura di Zancano non si ferma ai messaggi di morte, di denuncia e di malessere sociale!
C’è un riferimento continuo, spesso, alla speranza, soprattutto nei dipinti dell’ultimo periodo del 2024.
La vediamo nel dipinto “Amore” del 2024. Qui, in un paesaggio metafisico idilliaco, dove i colori vivaci verdi, rossi e blu mettono in risalto le figure delle persone che guardano, con la spensieratezza della giovinezza (si vede chiaramente che si tratta di figure giovanili che hanno davanti a loro una vita intera) in alto verso il cielo, dove al centro compare una luce bianca a forma di cuore: è la speranza dell’amore che squarcia i colori del cielo. La luce bianca è messa al centro, in una prospettiva centrale. L’occhio e l’attenzione sono tutti rivolti al centro del dipinto, che ne diviene il nocciolo centrale: è come una finestra aperta sulla realtà. La prospettiva stessa diventa una “forma simbolica” per attrarre l’attenzione sull’elemento più importate del dipinto: il cuore di luce. E’ un sistema percettivo simbolico caratteristico del Rinascimento, grazie alla scoperta della prospettiva ad opera di leon Battista Alberti. Nel quadro le linee di fuga, immaginarie, diventano frecce che puntano verso il cuore del quadro che è esso steso cuore di luce. E’ il trionfo del centro!
La stessa cosa vale per “Insieme” del 2024, un paesaggio visionario metafisico dove i punti focali sono due: il sole nascente (o al tramonto, non importa), e le due mani abbracciate. Tutto il dipinto è un tripudio di colori:
è un inno all’armonia della natura e del creato.
In “Stargate” del 2024 si ripete il concetto del centro prospettico dei due precedenti dipinti. Il sole è il centro di tutta la scena, ma ci sono due elementi nuovi che rappresentano il passato e il futuro, l’incontro di più generazioni: l’occhio di Horus (il passato) e il passaggio di un oggetto misterioso, un ufo (futuro).
Il passato e il futuro si incontrano per costruire una generazione migliore?
E’ forse questo il messaggio di Zancano?
Horus, un segno ricorrente in Zancano; è l’occhio che vigila sul mondo, considerato, fin dall’antichità egizia, simbolo di protezione e di prosperità, simbolo della vittoria delle forze positive contro il disordine e il trionfo della vita.
Note:
- George-Albert Aurier, scrittore e critico d’arte francese (1865-1892); compare sulla scena artistica fin Francia alla fine del XIX secolo per il suo apporto sul dibattito artistico legato alla nascita del Simbolismo in arte.
- Articolo di George-Albert Aurier pubblicato sul “Mercure de France” nel 1891, dal titolo “Le Symbolisme en peinture. Paul Gauguin”.
- Gustave Moreau (Parigi 1826 – 1898), il pittore dei simboli, della fantasia e dei sogni.
- Odilon Redon: (Bordeaux, 1840- Parigi, 1916), pittore francese, considerato il maggiore rappresentante del simbolismo in pittura.
- Odilon Redon, A se stesso, di Stefano Chiodi, collana Carte d’artisti, Milano, Abscondita, 2004).
- Aria, l’energia vitale che respiriamo; fuoco il principio della vita che purifica e ravviva; acqua fonte della vita; terra, la madre che raccoglie la vita e la nutre.
- Decadentismo. Movimento della seconda metà dell’ottocento che diede origine a diverse correnti tra le quali il simbolismo.
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