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19th
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Arte e terapia. Quando riescono a integrarsi diventa accompagnamento esistenziale

Arte e terapia, un connubio che costituisce, nell’area dell’accompagnamento del disagio, un processo di cura integrale: un’integrazione dinamica di immagini, simboli e parole[1]. In arte terapia[2] l’uso che si fa dell’immagine è per facilitare nel paziente l’espressione del proprio mondo interiore, tuttavia sempre all’interno di una relazione psicoterapeutica, in cui si co-costruisce un’alleanza terapeutica. In arte terapia lo spazio di un foglio bianco può diventare simbolo del proprio spazio psichico, comprensivo di stati emotivi, ricordi, pensieri, sensazioni, aspettative e potenzialità. L’arte terapeuta stabilisce così un rapporto privilegiato con il paziente attraverso l’uso dell’immagine e lavora insieme con il paziente sul materiale creativo che ha prodotto. Infatti, nell’area della malattia mentale, un aspetto specifico dell’arte terapia consiste nell’aiutare il paziente ad esteriorizzare la parte di sé malata sull’immagine prodotta e poi utilizzare la sua parte sana per osservare l’immagine ricercando l’alleanza del terapeuta: si tratta di esteriorizzare il proprio vissuto di sofferenza, in una modalità non verbale, liberatoria, catartica e protetta. Il metodo specifico dell’arte terapia è il lavoro simbolico, non è la bellezza come canone estetico.

A questo punto si aprono una serie di domande di fondo a cui non è possibile dare brevemente delle risposte esaustive, ma una domanda dalla quale non ci si può sottrarre è se il prodotto simbolico delle persone che scelgono di fare un percorso psicoterapeutico di arte terapia sia arte[3] o meno, e se può essere trattata come un’opera d’arte, nel senso accademico del termine.

Trattando di estetica e dei problemi dell’arte, L. Pareyson[4], che con la sua teoria della formatività ha conservato una sua attualità anche dopo decenni, afferma che il contenuto dell’arte è la persona stessa dell’artista, cioè la sua esperienza concreta, la sua vita interiore, la sua originale spiritualità, la sua reazione soggettiva all’ambiente storico in cui vive, i suoi valori, i suoi costumi, sentimenti, ideali e aspirazioni. L. Pereyson, non proponendo una metafisica dell’arte ma un’analisi dell’esperienza estetica, afferma che l’opera d’arte ha come contenuto la persona dell’artista, non nel senso che la prende a proprio oggetto, ma nel senso che il modo in cui essa è stata formata è proprio di chi ha una sua irripetibile spiritualità. Dunque, è lo stile che trascina nell’arte l’intera vita spirituale dell’artista, in quanto questi segue un modo singolarissimo che è il suo stile. Ogni prodotto artistico esprime l’intera vita dell’artista, una parte contenuta nel tutto: l’artista non ha altra legge che la regola individuale dell’opera che va facendo, cosicché l’opera è contemporaneamente forma e risultato di un processo di formazione.

È possibile mutuare queste considerazioni del pensiero di L. Pereyson nel rapporto tra dimensione artistica e disagio psichico? Un laboratorio per un percorso di arte terapia può contribuire alla trasformazione in ben-essere del paziente? L’analisi dei prodotti artistici dei pazienti può permettere all’Art terapeuta di entrare in contatto trasformativo con la persona? Lo scopo dell’Art terapeuta è quello di certificare la qualità artistica dei prodotti o quello di considerare l’aspetto artistico come un mezzo per veicolare il processo terapeutico? Volgendo uno sguardo nel passato, per certo ritroviamo in alcune forme simboliche dell’arte alienata come quella dell’Art brut[5] e dell’Outsider Art[6] un rapporto stretto tra estetica e marginalità, tra forme grafiche e disagio psichico. Si tratta di produzioni artistiche che sono create da persone prive di specifica formazione artistica accademica, ma non per questo meno catartiche, liberatorie, per chi l’ha prodotte, o del tutto prive di considerazione anche dai canoni accademici.

In definitiva, se ogni vita è possibile tradurla in una sequenza di immagini ed emozioni, in arte terapia il ruolo dell’art terapeuta è quello di facilitare, attraverso l’uso di materiali artistici, in un ambiente protetto (setting), l’auto espressione, la riflessione, la condivisione, il cambiamento e la crescita personale della persona che vuole autodeterminarsi ed esser-ci, per sé e per gli altri. Una condizione molto lontana da ogni mira di presenza accreditata sul mercato dell’arte.

[1] Cfr. P. Caboara Luzzatto,  Arte terapia. Una guida al lavoro simbolico per l’espressione e l’elaborazione del mondo interno, Cittadella Editrice, Assisi 2009.

[2] L’arte terapia ha trovato in Inghilterra una precisa collocazione all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Essa si è affermata nei paesi anglosassoni come una forma di psicoterapia che condivide con altre forme di psicoterapia due elementi fondamentali: 1) lo scopo, che riguarda la crescita personale della persona; 2) lo strumento, che è la comunicazione nel setting terapeutico. Per ogni approfondimento cfr. P. Caboara Luzzatto,  Arte terapia. Una guida al lavoro simbolico per l’espressione e l’elaborazione del mondo interno, Cittadella Editrice, Assisi 2009; G. Bosco (a cura di), Oltre la parola. La relazione terapeutica e formativa tra psicoanalisi e arti-terapie, Guerini, Milano 2001.

[3] La questione di cosa sia l’arte si è posta in maniera impellente negli anni ’60 con la Pop Art, cioè di fronte ad oggetti esibiti come opera d’arte ma in tutto identici ad oggetti di uso comune (cfr. R. Papa, Discorsi sull’arte sacra, Cantagalli, Siena 2012).

[4] Cfr. L. Pareyson, Estetica. Teoria della formatività, Bompiani, Milano 2010.

[5] Termine coniato da Jean Dubuffet nel 1946, comprensivo dell’arte dei “folli”.

[6] Termine coniato da Roger Cardinale nel 1972, per indicare tutte le opere prodotte da artisti irregolari: visionari, malati mentali, pittori naif. Gli artisti outsider producono per se stessi, ossessionati dalla necessità di creare un proprio mondo con i mezzi che hanno a disposizione: un mondo che scaturisce dalla psiche ed è del tutto indifferente alle finalità dei canoni estetici delle Accademie tradizionali.



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