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Van Gogh a Roma

Mostra a palazzo Bonaparte (piazza Venezia)

Dopo alcuni anni sono tornato a visitare il palazzo Bonaparte a Roma, allora c’era esposta una mostra sugli impressionisti (Impressionisti segreti” a Palazzo Bonaparte) (1).

Oggi, invece è allestita una mostra su Vincent Willem van Gogh.

La mostra, su due piani, che vede esposti 50 capolavori del celebre pittore post-impressionista olandese, si apre con un breve filmato sulla vita di Van Gogh, poi la sala successiva espone alcune opere di pittori che hanno preceduto l’attività di Vincent (come Renoir – 1877), di altri suoi contemporanei (Gaugin – 1892), e di quelli che lo hanno seguito  (Picasso – 1901, Verster – 1910).

L’originalità di questa mostra, oltre a far parte della collezione Kröller-Müller Museum di Otterlo (Paesi Bassi) (2) sarebbe la perizia con cui è stata allestita per renderla accessibile a tutti: grandi e piccoli.

Oltre agli schizzi e alle lettere autografe del pittore, inviate al fratello Theo (3), proiettati sulle pareti delle varie sale che richiamano i quadri ivi esposti, è presente un percorso didattico dove chiunque può sperimentarsi con le tecniche pittoriche e la ricerca che ha condotto Van Gogh nella sua attività durante i due periodi più produttivi, quello olandese e quello francese.

Questi due periodi sono racchiusi negli ultimi dieci anni della sua vita (1853-1890) con circa 1000 dipinti.

E’ proprio su questa caratteristica didattica che vorrei soffermarmi, piuttosto che sulle relazioni tra vita ed opere di Van Gogh; anche se i diversi fallimenti (scuola, amore, religione, amicizie) sono stati quel substrato che ha alimentato e rigenerato la sua vitalità creativa e la sua ricerca (per esempio il focus sui volti e sulle mani della gente comune, il loro lavoro, nonché l’amore per la natura).

“Non posso farci nulla se i miei quadri non si vendono. Ma verrà il giorno in cui si vedrà che valgono più del prezzo del colore e della vita, anche se molto misera, che ci sto rimettendo”. (4)

Questa frase è scritta in una delle lettere che accompagnano questo percorso didattico, sono le lettere che Vincent scrisse a suo fratello Theo, antiquario, che aveva intuito come il lavoro di Vincent lo tenesse in vita e per questo lo ha sostenuto (supportato) fino alla fine, anche economicamente.

Penso che il miglior modo per invogliare le persone a visitare la mostra sia quello di accennare brevemente al percorso pratico che è stato previsto durante la visita; si tratta di alcuni passaggi:

a. Dal disegno in bianco e nero al quadro a colori.

b. Dal disegno al chiaroscuro.

c. Dalla luce bianca alla luce colorata.

d. Scoprire le tre armonie utilizzate da Van Gogh.

e. Dal colore imitativo al colore evocativo.

Ma vediamo nel dettaglio, brevemente, questi cinque esercizi pratici che come pietre miliari segnano il percorso della visita a Palazzo Bonaparte facendo trascorrere due ore molto piacevolmente.

a. Dal disegno in bianco e nero al quadro a colori.
Azione: Osserva con la lente il tratto calligrafico di Van Gogh. Dopo aver sperimentato il disegno, acquisito il linguaggio del colore e interpretato il chiaro scuro a colori, Van Gogh si dedicò all’espressività del tratto e diceva: “Avverto con Avverto con grande chiarezza l’importanza cardinale del controvo”. Così il suo segno diventò espressivo, ritmico, musicale: “il mio pennello passa tra le mie dita come se fosse una archetto di violino e assolutamente per il mio piacere”.

b. Dal disegno al chiaroscuro.
Azione: Sfoglia sulle pagine e scopro l’evoluzione dei disegni di van Gogh.
Ciò che cerco di imparare non è disegnare una mano, ma un gesto, non una testa, matematicamente esatta, bensì il profondo della sua espressione. Per esempio, lo zappatore che annusa il vento quando alza un attimo il capo o parla. Insomma, la vita”.

c. Dalla luce bianca alla luce colorata.
Azione: Verifica come cambiano i colori sotto la luce colorata e cerca i tratti del colore complementare.
In Provenza, ispirato dalla luce e dai colori del sud, Van Gogh unì la sua esperienza olandese nel chiaroscuro a quella parigina nel colore e crea nuovi effetti di luce colorata.
La luce è uno dei temi che egli affrontò sin dall’inizio della sua attività: “Stiamo lavorando e discutendo sul colore come i maestri olandesi del ‘600 facevano sul chiaroscuro”

d. Scoprire le tre armonie utilizzate da Van Gogh.
Azione: Ruota i diagrammi e trova l’accordo che ha utilizzato nell’opera.
In Olanda si appassionò alla teoria del colore leggendo le opere ci Charles Blanc (5) e di Felix Bracquemond (6). Scoprì le leggi del contrasto simultaneo, che rielaborò per tutta la vita. Per lui tutti devono conoscere le leggi del colore: “Se si combinano due colori primari, giallo e rosso, per esempio, si crea l’arancione. Il blu è complementare dell’arancione, il giallo è complementare del viola e il rosso è complementare del verde […] la loro giustapposizione eleverà l’uno e l’altro a un’intensità così violenta che gli occhi umani difficilmente potranno sopportare di guardarla. E per uno strano fenomeno, questi stessi colori, che vengono esaltati dalla giustapposizione, si distruggono l’un l’altro mescolandosi”.

e. Dal colore imitativo al colore evocativo.
Azione: Confronta i colori usato nel periodo olandese con quelli del periodo francese.
Il fratello Theo trovò che i colori nei dipinti di Vincent, siano troppo cupi e lo incoraggiò a usare toni più chiari luminosi, come quelli degli impressionisti. Vincent si giustificò ricordando che i maestri olandesi del 600 usavano grandi quantità di nero, ma poi, a Parigi, si ricredette e adattò la sua tavolozza alle nuove tendenze. E dirà: “L’aria di Parigi schiarisce le idee”

Tuttavia, salendo al secondo piano del palazzo Bonaparte, c’è una bellissima sorpresa! Infatti, da qui si può accedere ad una sala dove pareti, soffitto e pavimento sono ricoperti di specchi mentre al centro sono sospesi alcuni monitor rotondi di un metro di diametro dai quali viene proiettato un filmato quasi come un cartone animato che mostra oltre al quadro sulla “notte stellata” anche tutti i fiori ed i colori utilizzati da Van Gogh, e nello stesso tempo si può ascoltare un avvolgente sottofondo musicale.

Spero di aver suscitato la curiosità per fare visita alla mostra e la voglia di fare questa esperienza immergendosi nel mare di colori di uno dei più grandi pittori del post impressionismo. E …

“Non dimentichiamo che le piccole emozioni sono i grandi condottieri delle nostre vite e che a queste noi obbediamo senza saperlo”. (7)

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  1. 1) https://www.2la.it/senza-categoria/4749-impressionisti-segreti-a-palazzo-bonaparte1/
  2. 2)l Kröller-Müller Museum possiede la seconda più grande collezione di opere di Van Gogh del mondo, raccolta da Helene Kröller-Müller tra il 1908 e il 1929: quasi 90 quadri e 180 disegni.
  3. 3)Theo van Gogh (1857 – 1891), è stato un antiquario olandese, fratello minore di Vincent van Gogh
  4. 4)Lettera a Theo, Arles 25 ottobre 1888.
  5. 5)Charles Blanc (1813–1882) è stato un poeta e critico d’arte francese. Fu redattore capo della rivista Gazette des Beaux-Arts.
  6. 6)Félix Bracquemond (1833–1914) è stato un pittore francese. Svolge un ruolo essenziale nel rinnovamento dell’arte delle incisioni incoraggiato da Édouard Manet, Edgar Degas e Camille Pissarro a utilizzare questa tecnica.
  7. 7)Lettera a Theo, Saint-Rémy de Provence, 14-15 luglio 1889


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