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L’ Antisemitismo ancora piaga dei nostri tempi

L’ostilità verso gli Ebrei è già nota nell’ antichità. Durante l’Impero romano furono accusati di proselitismo fanatico, di disobbedienza alle leggi, di praticare forme abominevoli di culto. Con il cristianesimo si diffuse l’accusa di deicidio per aver crocifisso Gesù. Nel XII secolo Papa Innocenzo III obbliga gli Ebrei ad avere un segno distintivo sull’abito. Il re Luigi IX di Francia ordinò il rogo di manoscritti ebraici ritenuti blasfemi. A partire dalla metà dell’Ottocento gli Ebrei furono oggetto di nuove e più aspre persecuzioni. Si diffusero infatti le teorie razziste dell’inglese Chamberlain e del francese Gobineau, i quali oltre a ritenere la superiorità della razza ariana, segnalavano il rischio della sua degenerazione attraverso la mescolanza con le razze inferiori, nello specifico con quella ebraica che era ritenuta la più pericolosa. Queste idee attecchirono negli ambienti nazionalistici di vari Paesi occidentali e alimentarono l’antisemitismo già particolarmente forte nell’Europa Orientale. Nel Novecento, con il nazismo, si ebbe poi la persecuzione sistematica degli Ebrei, considerati una razza inferiore e corrotta. La “soluzione finale” del problema ebraico, cioè lo sterminio degli Ebrei, pianificato da Adolf Eichmann, alto funzionario della polizia di Stato, provocò la morte di circa sei milioni di persone. La tragedia del popolo ebraico ha sconvolto la coscienza del mondo civile. Tuttavia, l’antisemitismo si insinua ancora oggi, scovando proseliti tra i giovani più violenti. Per superare la discriminazione razziale e religiosa, il parlamento ha emanato nel 1993 una legge che punisce “con la reclusione sino a tre anni, chi diffonde in qualsiasi modo idee fondate sulla superiorità o sull’ odio razziale o etnico, cioè incita a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.” La Chiesa Cattolica stessa, fin dal 1965, con il Concilio Vaticano II, ha sconfessato l’accusa di deicidio e condannato ogni forma discriminatoria. Papa Giovanni II poi, in più occasioni ha effettivamente riconosciuto gli errori storici della Chiesa e si è impegnato per migliorare i legami tra cattolici ed ebrei. Il problema è nella Cultura e quindi nella “testa” delle persone. A prescindere il Credo di ciascuno possiamo ancora pensare che esitano uomini e donne di serie A e altri di serie inferiore?



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