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Anna Maria Affanni. La ricerca dell’essenziale.

Nata a Roma il 17 luglio 1952 Affanni è artista eclettica, curiosa e creativa. Dopo essersi diplomata al Liceo Artistico “Ripetta” in Roma, si è laureata in Architettura alla “Sapienza” per poi specializzarsi in Restauro dei Monumenti.

Nel 1985 entra nei ruoli del Ministero della Cultura (denominazione attuale), dirigendo importanti lavori di restauro sul patrimonio architettonico romano, in particolare le Chiese di Santa Susanna, Santa Prassede, San Sebastiano fuori le mura, Santa Croce in Gerusalemme.

Anna Maria Affanni, Ritratto di Alessandro, olio su tela, 1975

L’impegno sul lavoro, sugli studi e sulla famiglia non la distolgono tuttavia dalla sua passione artistica che esplicita in varie attività creative sperimentando di volta in volta differenti materiali. A partire dagli anni ’70, durante il percorso di studi universitari, si dedica alla sperimentazione di supporti diversi dai tradizionali come nella Madonna con il bambino del 1972, dove utilizza una base in polistirolo su cui incide le figure colorate con colori ad olio, o come il Paesaggio antico, olio su rame del 1997, inserito in una spalliera di un letto.

A partire dal 2000 inizia tutta una ricerca di “paesaggi marini” realizzati su supporti in legno, come ad esempio Il mare di Anzio, realizzato con base in legno su cui è incollata una malta a presa rapida con inciso il paesaggio colorato ad olio (2019). Tra i più recenti, Il Pesce preistorico (2021-2022), su una base di polistirolo dipinta ad acquerello su cui sono incollate cortecce di “eucalipto” di varie forme colorate ad olio. Tra il 2018 e il 2023 sperimenta la tecnica del mosaico, sulla parete di un piccolo cortile interno all’isola di Ponza, simulando una cascata.

Per quanto riguarda i ritratti, tra i primi nel 1968, realizza il ritratto del suo cantante preferito, Jimi Hendrix, olio su tela, adottando sfumature di grigi, involontariamente simile ai ritratti di Andy Warhol, sempre nello stesso anno riprese il ritratto di Juan Gris, artista molto amato dalla nostra, olio su tela.

Nonostante gli impegni professionali nel Ministero, nell’incantata Urbe continuerà ostinatamente, reiteratamente, inguaribilmente a dipingere mettendo in mostra le sue doti creative. Per questo nella sua lunga carriera Affanni ha dipinto spesso suggestivi scorci della sua Roma, si veda Roma sparita negli acquerelli di Ettore Roesler Franz del 1974, che oltre ad essere un omaggio al grande artista ottocentesco denota la sua origine di architetto. Altre opere traggono spunto da luoghi riconoscibili perché ad Anna Maria piace guardare gli scorci dell’Urbe dal suo studio e questo si ritrova nella delicata opera Vista del Parco della Caffarella del 1996, opera raffinata ed intima che descrive un tratto di quel Parco molto conosciuto e amato.

Si tratta di soggetti dal vero, scorci di Roma, città in cui vive e lavora, perché Anna Maria è fortemente legata al disegno dal vero e alla cosiddetta “pittura di viaggio”, anche se fortemente reinterpretata, a quella tradizione iniziata con gli artisti europei che in passato completavano la propria formazione con il Grand Tour in Italia, e a Roma in particolare, per studiare vestigia, chiese e monumenti antichi. Molto interessanti risultano infatti i Taccuini della nostra artista, capaci di “fotografare” ruderi, palazzi, capitelli, chiese come quella di San Giorgio Maggiore a Venezia.

Nella straordinaria serie di opere dedicate ai paesaggi marini, in particolare quelli di Anzio e l’isola di Ponza, località dove vive le sue vacanze, crea un’innovazione leggiadra e appassionata, un’emozione e un’esperienza indelebile per ogni fruitore attento ai dettagli. Nell’acquerello su carta del 1995, Porto di Ponza, tratto dal suo libretto dei viaggi, la magica espressione, la fantasia e la sua arte hanno saputo creare un’atmosfera lieta e gioiosa tipica di quell’ambiente. È tuttavia legata e affascinata anche dalla campagna e dai paesaggi agresti, in particolare quelli circostanti Genazzano dove trova ispirazione artistica, come nel citato Paesaggio antico.

La ricerca di supporti originali e inediti, anche riciclati, la porterà ha realizzare Graffiti su gesso colorato a tempera raffiguranti eterei volti di Fanciulle e Cavalli. Per questo cercherà lungo le spiagge, vetri, conchiglie, sabbia per realizzare lampade, ceramiche, applique, mentre in campagna legnetti, cortecce, muschi, foglie per realizzare sculture dal profumo vintage. Tra i lavori più significativi e recenti la Cascata a mosaico e il Tavolo ottocentesco trattato a finto marmo.

Una caratteristica peculiare della pittrice è la realizzazione di opere che partendo da una visione realistica delle cose le trasforma in una continua sintesi di forme che utilizza sia nei ritratti (vedi quello del marito), sia nei paesaggi (i dipinti ad olio su tela raffiguranti il mare), tutti comunque di rilevante spessore artistico e culturale, attraverso le quali si avvicina alla poetica di Juan Gris utilizzando colori armoniosi e luminosi spostandosi dal soggetto alla struttura dell’immagine analizzata e sintetizzata (vedi Donna incinta)  interpretando momenti significativi della cultura e della storia dell’umanità in molteplici rappresentazioni pittoriche originali e pregnanti.

La formazione dell’Affanni si riconduce al periodo che va dal 1964 al 1970, periodo in cui frequenta il Liceo Artistico e le tendenze artistiche erano molto ben delineate e anche contrapposte. Così da un lato c’era Giorgio Morandi con le sue “nature morte” dove i soggetti erano oggetti usuali, vasi, bottiglie, ciotole, che venivano composti su un tavolo con panneggi vari diventando i veri protagonisti dell’opera in una composizione poetica e surreale a cui la nostra attinge inconsapevolmente. Molto diversa appare l’arte di Alberto Burri tutta tesa ad indagare le qualità espressive della materia che diventerà essa stessa protagonista di un genere che può essere assimilato all’astrattismo e anche questo artista sembra vicino alle ricerche effettuate in seguito dalla Affanni. Alcune opere, come accennato, sono vicine al cubismo di Juan Gris e ai suoi ritratti densi di colori armoniosi e luminosi.

Anna Maria Affanni, Ponza vista dal Porto borbonico, acquerello su carta (dai Taccuini), 1995

Fin da quelle prime esperienze tuttavia, nelle manifestazioni dell’artista romana traspare anche l’incontro con l’Esistenzialismo rimanendo attratta dall’idea di portare l’uomo al centro dell’opera, pensando alla necessità di un nuovo umanesimo. Già in questo periodo si individua una delicata trasformazione nella sua opera, che passa nel tempo da palesi ed evidenti ritrazioni, a una complessità enigmatica del subcosciente emotivo, capace di trasferire in pittura idee, valori, sentimenti.

L’arte per Anna Maria Affanni ha quindi una sua funzione sociale che l’architetto-artista ha recepito e inteso, sin dagli inizi della sua formazione culturale. Con intelligenza e con assiduità ella ha portato avanti l’idea che anche i problemi pittorici vanno impostati in chiave sociale, perché l’uomo non può prosperare avulso dalla società in cui vive e dalle vicende che lo interessano direttamente e da vicino.

Anna Maria Affanni, Cartello pubblicitario per un profumo, tempera su cartoncino, 1974


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1 Comment

  1. Marina

    Il critico Roberto Luciani con la consueta competenza e conoscenza è riuscito a far viaggiare con la fantasia immagini, colori e luoghi espressi nelle tele dell’artista Anna Maria Affanni

    Reply

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