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Intervista a Vasco de Gama

Navigatore portoghese, nato a Sines nel 1469 e morto a Cochin (India) nel 1524. Fu il primo a raggiungere l’India circumnavigando l’Africa (1497). Fondò la colonia del Mozambico è fu viceré delle Indie portoghesi.

-Come si diventa navigatori?
«Ero curioso e coraggioso, amavo il mare e l’avventura. La mia era una nobile e antica famiglia di navigatori e di guerrieri».

-Bisognava essere ricchi per diventare “navigatori”?
«Certo, occorreva anche avere la fiducia dei potenti. La mia era una famiglia benemerita per i servigi resi alla corona portoghese».

-Hai legato il tuo nome all’apertura della prima via marittima per le Indie. Puoi raccontarmi in breve quel viaggio?
«Avevamo quattro navi, 160 uomini in tutto. Io ero sulla “San Gabriel”, di 120 tonnellate; mio fratello Paolo sulla “San Raphael”, un po’ più piccola. Partimmo da Lisbona l’8 luglio 1497. Il 22 novembre doppiammo il Capo di Buona Speranza, facemmo scalo nel Mozambico e a Mombasa e nel maggio del 1498 gettammo le ancore nel porto di Calicut, nel Malabar».

-Che cosa portavate sulle navi?
«Un ricco carico di merci di scambio».

-Nessuna difficoltà durante il viaggio?

«Moltissime, soprattutto al ritorno. Partimmo il 5 ottobre da Calicut, dove gli arabi (che temevano la nostra concorrenza nei commerci) ci avevano messo contro il raja Samurin. Contrariata dai venti, la traversata dell’Oceano lndiano richiese ben tre mesi. Nelle Azzorre ho avuto il dolore di perdere mio fratello».

-Che senso aveva quell’impresa?
«Segnava la fortuna del Portogallo e la decadenza di Venezia alla quale io e i miei uomini toglievamo il monopolio del commercio delle spezie».

-Sei stato anche un uomo feroce e vendicativo?
«Avevo il sangue caliente, ma ero soprattutto un uomo dei miei tempi. Del resto, ho pagato. Per vent’anni sono rimasto inattivo. Poi, quando le cose si misero male per il Portogallo, il re mi rispedì nelle Indie con i miei tre figli per un’opera restauratrice. Non ho fatto in tempo a compierla: sono morto tre mesi dopo lo sbarco. Era il giorno di Natale».



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