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Come nasce un foglio di Carta

Secondo la tradizione, la carta fu inventata nel 105 a.C. dal cinese Ts’ai Lun. Questi adoperava scorze d’albero e ritagli di seta: li immergeva in acqua e li batteva con pietra riducendoli a una poltiglia che poi versava su una stuoia e lasciava asciugare al sole. Settecento anni dopo, l’arte di fabbricare carta cominciò a diffondersi in Corea, in Giappone e in tutto l’Oriente.

 

Gli arabi la introdussero in Spagna e in Sicilia nel XII secolo. A partire da quell’epoca gli italiani diedero un notevole contributo in questo campo, ideando tecniche e procedimenti nuovi. Importante l’opera dei fabbricanti di Fabriano, la cittadina marchigiana che fu per molto tempo il centro della produzione cartaria italiana.

 

Dal legno al rotolo

Oggi nella fabbricazione della carta si parte normalmente del legno (soprattutto abete e pioppo) che, dopo essere stato scortecciato e sminuzzato, subisce tutta una serie di trattamenti per essere ridotto a un impasto fibroso e trasformarsi quindi, attraverso la cosiddetta “macchina continua”, in un lunghissimo foglio arrotolato. Oltre al legno si possono utilizzare come materie prime anche cartacce, cordami e stracci di cotone, di lino, di canapa e di iuta. Tutte le operazioni sono meccanizzate. La lavorazione a mano, molto lenta e costosa, è usata soltanto per ottenere carta di gran pregio, generalmente destinata a riproduzione artistiche. I maggiori produttori di carta nel mondo sono CinaStati Uniti (di carta e pannelli di carta – sia convenzionale che riciclata). La Cina, nel 2010, ha prodotto una quantità di carta “convenzionale” pari a 97 milioni di tonnellate, mentre gli Stati Uniti ne hanno prodotto 76 milioni di tonnellate; mentre la produzione di carta riciclata si attesta a 44 milioni di tonnellate per i primi ed a 47 milioni di tonnellate per i secondi. I due paesi sono anche stati i principali consumatori di carta e pannelli di carta nel 2010, rispettivamente con 97 e 76 milioni di tonnellate. Chiude la “classifica” il Giappone (15 milioni), il Canada (12 milioni) e l’Unione Sovietica (9 milioni). La produzione italiana è di seguito riportata:

 




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