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L’arte incontra i sogni

De Romanis in Mostra nei Musei di San Salvatore in Lauro

Ritengo oggettivo accostare Agostino De Romanis ad  Henri Matisse (1869-1954), che usava partire dalla raffigurazione della realtà trasformandola poi in forme semplificate e appiattite attraverso l’accostamento di colori primari e secondari puri e, più in generale, al “circolo” di pittori, perlopiù francesi, che all’inizio del Novecento diedero vita al gruppo dei fauves (in francese “belve”), che manifestarono un grande interesse per il colore, usato in modo libero e in funzione anche emotiva, oltre che costruttiva, sulla scia di Paul Gauguin (1848-1903) e Vincent van Gogh (1853-1890).

De Romanis tuttavia non si limita ad una veste lirico-decorativa, in cui si decantano gli antichi ardori, l’eredità del passato vive nel gusto dell’affiorare della forma concreta, nell’iterazione di motivi, negli accostamenti tonali, non senza qualche richiamo ai profumi esotici e alla calligrafia orientale.

Questi riferimenti diventeranno frequenti in coincidenza con i viaggi in Indonesia, che lasciano nel Maestro di Velletri un’impronta profonda che modificherà la sua espressione artistica. Di quella terra ha fornito una personale e innovativa visione ed è proprio grazie alle opere realizzate in Asia che De Romanis si è fatto maggiormente apprezzare nel mondo dell’arte.

L’ Indonesia è più di un interesse culturale e artistico, immergersi in tale mondo, originario ed innocente, ha suscitato per in nostro un’incantevole emozione, durevole e rigenerante, una fatale svolta della sua professione.

Le opere posseggono forti doti simboliche, l’artista accerchia infatti i colori in stesure serrate, armonizzate tra loro alterando i timbri. L’insieme compositivo sembra scomparire nei dettagli, tutto è labirintico, imprendibile, incoerente. I paesaggi, i volti, i colori degli olii ci parlano dell’ampio registro di un’anima capace di contenere i silenzi meditativi delle grandi risaie sotto vento, dei vulcani e delle preghiere degli abitanti di quella lontana terra.

Arrivato dal cielo, olio su carta rintelata, cm 76×56, 2011

Il critico Italo Mussa cura nel 1986 a De Romanis una mostra nel palazzo comunale di Velletri, delineando la sua arte  e inserendolo nel movimento della Pittura Colta.

L’opera Metamorfosi del 1987segna la produzione di Agostino che armonizza la propria dimensione con quella del mito. Il mito, infatti, si lega all’immaginario dei luoghi, allo scavo della memoria, all’evocazione immaginifica, vivendo attraverso le forme della natura e dell’architettura, offrendo lo spunto per una critica rilettura dell’inquietudine dell’uomo occidentale contemporaneo, agognante un tempo decostruito perduto.

I due grandi dipinti realizzati per l’abside della chiesa di San Giuseppe Artigiano di Roma (1987), benedetti da Giovanni Paolo II, esprimono il tema dell’alleanza, rendendo il presbiterio punto di riferimento del cammino di fede e punto di irradiazione per una comprensione più profonda del disegno di Dio sull’uomo.

Tra il 1992 e il 1994 realizza cento acquerelli della serie Acqua Aria Terra  Fuoco, quale tentativo di un artista sensibile di comprendere gli eventi primordiali creati da Dio.Si tratta dei quattro elementi presenti nella “Terra Progenitrice” dai quali tutti gli esseri viventi prendono nutrimento e vita; la serie trae ispirazione dalla poesia Terra, acqua, aria…e il fuoco dell’anima di Antonio Venditti.

Fondo comune,2015-olio su carta – cm. 76×56

I 21 dipinti,dapprima esposti nell’abbazia di Casamari e nel Museo diocesano di Velletri (2000) e poi presentati a Giovanni Paolo II, rappresentano il Grande Cammino, dove l’artista si cimenta con le tematiche cristiane e valori come l’amore, la pace, la libertà, il perdono, capisaldi dell’umanità oltreché del messaggio cristiano.

Nella straordinaria mostra curata nel 2012 da Vittorio Sgarbi e allestita alla Camera dei Deputati dal titolo Il pensiero dipinto la forza mistica del pensiero orientale, il nostro carismatico maestro rivisita una lontana civiltà, remota e immobile, con un viaggio a ritroso nel tempo.

Nella mostra All’origine delle cose del 2012, curata da chi scrive, le opere esposte al Centro Culturale Elsa Morante di Roma raffigurano oltre ai numeri anche figure eteree, “presenze” la cui tonalità è sempre aperta e indefinibile.

Nel 2015 la casa editrice Palombi di Roma pubblica e distribuisce la biografia De Romanis pictor curata da Antonio Venditti.

Nell’autunno 2016 espone nella chiesa di Santa Maria dell’Orto in Trastevere la produzione più recente, dove ritorna all’essenzialità eliminando alcune figure presenti in passato, anche stendendo colori più corposi e pastosi (a cura di Roberto Luciani, catalogo “dei Merangoli” editrice).

Nella primavera 2019, nella mostra Agostino De Romanis per Anzio Imperiale esposta nel Museo Archeologico di Anzio, le opere del Maestro vengono associate ai capolavori di arte antica (a cura di Roberto Luciani).

Ho scelto il bianco… e un punto fisso, 2020 olio su carta rintelata cm. 120 x 80

La produzione recente verrà esposta nella Mostra De Romanis. L’arte incontra i sogni allestita nei Musei di San Salvatore in Lauro a Roma e curata da Roberto Luciani. La Mostra verrà inaugurata il 12 Novembre 2020 e resterà aperta fino al 6 gennaio 2021. Nell’occasione è stato pubblicato un prestigioso catalogo edito da Il Cigno, che ricostruisce tutte le fasi dell’itinerario artistico del Maestro, delineando la giusta collocazione nel panorama dell’arte contemporanea, inoltre, per l’occasione, sono state  realizzate inedite incisioni come l’opera Il Bianco si nasconde, simbologia dell’Italia attuale. Realizzata nel 2020 vede i tre colori della bandiera nazionale stagliati su un cielo più plumbeo che azzurro capace di trasmettere tristi presagi, dove tuttavia quattro colombe tentano di portarvi il tricolore.

Il bianco si nasconde, 2020 tec. mista su carta cm. 65 x 55

Agostino De Romanis è uno dei pochi pittori al mondo che con la sua produzione è capace di esplorare in nostro subconscio, grazie ad una ricerca espressiva e capacità di sondare i paesaggi interiori dell’esistenza umana, invitando l’osservatore ad una personale lettura del dinamico rapporto tra realtà e inconscio.  

Possibili aperture, 2016 olio su carta rintelata cm. 76×56

La Mostra odierna costituisce un’ideale prospettiva di consonanze e continuità con le precedenti, riuscendo tuttavia a valorizzare e interpretare, in una inedita visione, uno dei momenti più significativi del lungo itinerario artistico di Agostino: quello più recente. L’esposizione dedicata ad un artista fondamentale per lo sviluppo culturale nazionale e internazionale illustra la ricca produzione artistica di De Romanis con attenta selezione delle opere pittoriche e scultoree esposte di elevato significato e spessore artistico.

Prof. Luciani e De Romanis

INFO

De Romanis: l’arte incontra i sogni

Curatore: Roberto Luciani

Catalogo: Il Cigno Edizioni

Testi in catalogo: Roberto Luciani

Inaugurazione 12 novembre 2020 ore 18.00 –   Fino al 6 gennaio 2021

Nel complesso monumentale del Pio Sodalizio dei Piceni, Musei di San Salvatore in Lauro,  Piazza San Salvatore in Lauro, Roma



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